Covi Care, come rispondere alle domande degli adolescenti sulla pandemia

Il progetto nasce da un gruppo di insegnanti e genitori che raccolgono i dubbi dei ragazzi e rispondono attraverso dirette su Twitch, piattaforma molto usata dai giovanissimi. Tra gli ospiti anche medici, attivisti e sportivi: “Proponiamo attività creative e artistiche per affrontare i momenti di difficoltà”

Covi Care, come rispondere alle domande degli adolescenti sulla pandemia

“Il Covid-19 è una punizione per comportamenti sbagliati?” “I nonni moriranno?” “Torneremo a fare quello che facevamo prima?”. È proprio a partire dalle domande di ragazzi sulla situazione d’emergenza che ci troviamo ad affrontare che nasce "Covi Care", il progetto promosso dall’associazione "Artway of thinking" e ideato da un gruppo di insegnanti che quotidianamente si confrontano con gli studenti, le loro paure e le inaspettate scoperte del periodo del lockdown. Si tratta di un programma di video live pensato per rispondere alle domande degli adolescenti e preadolescenti, che vengono raccolte attraverso un questionario sul sito o tramite i commenti lasciati in diretta nelle chat: per rispondere vengono organizzate due volte a settimana delle dirette trasmesse su Twitch, una delle piattaforme più usate dai giovanissimi. Le registrazioni degli incontri vengono poi caricate su YouTube, per chi volesse vederle in differita. 

“Il nostro progetto nasce da un bisogno sociale - racconta Filippo Fabbrica, insegnante delle medie e ideatore del progetto -. I ragazzi hanno tante domande sulla pandemia e tutto ciò che comporta, ma di materiali per adolescenti e preadolescenti ce ne sono davvero pochi. Molti prodotti sono pensati per bambini piccoli, oppure per adulti, ma manca un’attenzione alla fascia intermedia. Agli adolescenti manca la comunità: è lì che i ragazzi imparano, ancora più che sui banchi di scuola. Allora come continuare ad apprendere senza il contatto con l’altro? Bisogna aiutarli. Io nella vita mi sono sempre occupato di processi partecipativi, e così ho pensato: che strumenti possiamo ideare per supportare i ragazzi? La risposta è stata: arte, creatività e partecipazione sociale. È questo il punto di partenza del progetto”.

Durante le dirette, gli esperti rispondono ai dubbi e alle curiosità dei giovani: scienziati, medici, ma anche esperti di ambiente, attivisti, sportivi. Ad esempio con la dottoressa Fabiana Forte, che lavora in un reparto Covid-19, si è affrontato il tema del coraggio: che cos’è il coraggio? Come trovi il coraggio di andare in ospedale a lottare contro il virus? Tra gli ospiti ci sarà anche Alessia Zecchini, campionessa di apnea, conosciuta come la “donna più profonda al mondo”, detentrice del record mondiale di profondità raggiunta: con lei si parlerà di gioia, paura e vittoria. Durante ogni diretta, oltre a rispondere alle domande vengono anche proposte attività creative, esercizi e esperienze che aiutino ad affrontare i momenti di difficoltà: una delle attività è quella di costruire in casa il proprio “rifugio”, uno spazio protetto e caratterizzato, che aiuti a guardare quello spazio in modo diverso. 

“Quando siamo partiti si collegavano un’ottantina di persone: nel giro di qualche settimana siamo già arrivati a 300 – racconta Fabbrica –. Molto spesso la diretta è seguita dai ragazzi insieme ai genitori e diventa così un momento di aggregazione della famiglia. Abbiamo già ricevuto un centinaio di questionari e continuiamo a riceverne: grazie allo sguardo dei ragazzi, possiamo vedere con occhi nuovi quello che sta accadendo intorno a noi. ‘Come si cura la noia?’ ‘Quelli che si amano possono baciarsi?’ Queste sembrano domande semplici, in realtà sono molto potenti, anche per un adulto. La nostra idea è che il progetto finirà quando finiranno le domande dei ragazzi. Stiamo cercando dei finanziamenti per ampliare le attività anche su scala europea, con una redazione internazionale: molte questioni sono trasversali e toccano l’essere umano in quanto tale”.

Alice Facchini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)