Da handicappati a paralimpici, com'è cambiato il linguaggio sportivo

L’evoluzione linguistica osservata nel giornalismo sportivo degli ultimi decenni è solo una traccia della rivoluzione culturale che ha interessato l’intera società: due seminari di formazione, pensati per i giornalisti, approfondiscono la questione. A Roma, durante il Festival della Cultura Paralimpica, il 21 e 22 novembre

Da handicappati a paralimpici, com'è cambiato il linguaggio sportivo

ROMA – Un tempo erano handicappati, oggi sono paralimpici. E’ una rivoluzione culturale quella che il linguaggio dello sport ha vissuto negli ultimi decenni, un’evoluzione che non si ferma agli aspetti giornalistici ma che riguarda l’intera società e il modo di percepire un fenomeno complesso come è quello della disabilità. Il IX seminario Redattore Sociale Roma , organizzato insieme al Comitato Italiano Paralimpico e in programma a Roma, in due sessioni, nel corso del Festival della Cultura Paralimpica, affronta il tema partendo dalla viva voce dei giornalisti sportivi che questo mutamento lo hanno visto nella quotidianità del loro lavoro. Appuntamento il 21 e il 22 novembre, alle ore 15,00, negli spazi della stazione Tiburtina di Roma (ingresso circonvallazione Nomentana), dove si svolge il Festival voluto dal Cip insieme all’Inail  e a partner importanti come Rai e Treccani.

Il seminario è riconosciuto dall’Ordine dei Giornalisti come attività di formazione (iscrizioni per gli iscritti all'OdG sulla piattaforma Sigef), partono dalla consapevolezza che lo sport è cultura, e che dunque contribuisce al superamento dei pregiudizi e di ogni forma di discriminazione. Fra gli obiettivi del movimento paralimpico vi è quello di “cambiare la percezione della disabilità nel paese attraverso la pratica e le attività sportive” e in questo percorso un ruolo determinante è stato ricoperto nel tempo dai mezzi di comunicazione. Grazie al lavoro di tanti giornalisti, lo sport paralimpico è cresciuto in termini di visibilità contribuendo ad abbattere numerose barriere culturali sul tema della disabilità. Un lavoro prezioso basato anche su un diverso e più responsabile uso delle parole.

Il corso si avvale, dunque, delle professionalità impegnate in questi anni a dare dignità e prestigio agli eventi sportivi paralimpici. Sono due le direttrici che orientano il lavoro: una diacronica e una sincronica. Nella prima giornata, il 21 novembre 2018, ci si concentrerà su una ricostruzione storica del giornalismo sportivo che si è occupato di sport paralimpico. Claudio Arrigoni e Lorenzo Roata, in particolare, dopo l’introduzione di Luca Pancalli, ci racconteranno l’evoluzione linguistica in questo particolare settore comunicativo. Nella seconda giornata ci si concentrerà, invece, sulle prospettive di questo movimento capace di portare con sé valori e messaggi di carattere sociale.

La prima sessione, “Da handicappati a paralimpici. Un’evoluzione linguistica nel giornalismo sportivo” vedrà l’introduzione di Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, e gli interventi di Claudio Arrigoni (Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera); Lorenzo Roata (Raisport); Augusto Bizzi (fotografo); Stefano Caredda (Redattore Sociale); Valerio Piccioni (Gazzetta dello Sport).

La seconda sessione, “Mai più figli di uno sport minore”, vedrà ancora Luca Pancalli e poi Ivan Zazzaroni (direttore Corriere dello Sport); Sandro Fioravanti (Raisport); Massimo Caputi (Il Messaggero); Lia Capizzi (Skysport). Ciascuno dei due seminari è aperto a un numero non superiore ai 50 giornalisti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)