Disabilità, Isee troppo alto per il contributo vacanze. “Valutare il fabbisogno assistenziale delle famiglie”

L’associazione bolognese Aliante non ha ricevuto il contributo per portare una settimana in vacanza due persone con disabilità perché il loro Isee risultava oltre i limiti previsti dal bando. “Sono figli con una grave disabilità di madri vedove quasi 80enni. Ci sono criteri più importanti dell’Isee, impossibile non tenerne conto”

Disabilità, Isee troppo alto per il contributo vacanze. “Valutare il fabbisogno assistenziale delle famiglie”

Due persone con disabilità, figli di madri vedove. Il desiderio, della famiglia, di prendersi qualche giorno di vacanza. Una settimana in cui i figli sarebbero andati in vacanza con l’associazione bolognese Aliante e le madri, quasi 80enni, avrebbero potuto tirare il fiato, dopo un anno e mezzo di fortissima pressione, emotiva e psichica. Da qui la scelta di Aliante di partecipare al “bando per erogazione contributo economico per le persone con disabilità dai 18 ai 64 anni residenti nei comuni di San Lazzaro di Savena, Ozzano dell’Emilia, Pianoro, Monterenzio, Monghidoro che effettuano soggiorni estivi nell’anno 2021”. La risposta, però, è stata negativa: gli Isee delle due persone con disabilità sono troppo alti. Nessuna ammissione e nessun contributo per l’associazione dunque e la sensazione, di Aliante e delle famiglie, di avere subito un’ingiustizia.

Naturalmente le due persone verranno in vacanza con Aliante, saranno le madri a provvedere al pagamento dell’intero contributo – spiega Liana Baroni, presidente di Aliante –. D’altronde, sono sempre loro a essere costrette a far fronte a qualunque altra necessità assistenziale ed educativa dei figli. Peraltro, da marzo 2020 a oggi, con i centri diurni chiusi e senza alcuna assistenza domiciliare, hanno prestato assistenza h24 7 giorni su 7”. La posizione di Baroni è chiara: “Trovo che l’Isee sia uno strumento oltremodo ingiusto che si accanisce contro le persone con disabilità. Sì, queste famiglie hanno la pensione della mamma, la pensione di reversibilità del padre, un appartamentino conservato gelosamente in vista del Dopo di noi. E questi sarebbero i motivi che impediscono l’erogazione di un contributo per una settimana – una sola settimana – di vacanze? Onestamente, mi sembra assurdo. L’Isee non può essere il solo strumento per decidere: mi pare ci siano considerazioni ben più importanti, come le condizioni della famiglia, lo stato di salute di chi si prende cura, la sua età e, soprattutto, l’entità del fabbisogno assistenziale. Quante ore riescono a dormire queste mamme? Quanto devono correre?”.

La considerazione di Baroni si fa più ampia: “I due figli hanno una grave disabilità intellettiva e comportamentale. Da mesi vengono gestiti esclusivamente dalle madri, entrambe con problemi di salute. Se fossero in carico ai servizi, avrebbero bisogno di 3 o 4 educatori al giorno, considerata anche la necessità di un’assistenza notturna. Possibile che le istituzioni non si rendano conto di quanto i caregiver siano importanti, ma anche di quando sia pesantissimo il loro lavoro?”.

Per tornare indietro, forse per quest’anno è troppo tardi. Così Aliante si proietta già al futuro: “Conosco la nostra amministrazione e stimo il sindaco, Isabella Conti. Mi permetto però di suggerire per il prossimo anno, prima di pubblicare il bando, di condividerne i criteri con le associazioni, soprattutto quelle dei genitori, che meglio di altri conoscono le necessità dei loro familiari”.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)