Droghe e riduzione del danno, “l’Italia rimane indietro”

E’ stato rilasciato il rapporto annuale “The Global State of Harm Reduction”. Ronconi, presidente Comitato scientifico Forum droghe: “In Italia sostanziale stagnazione, scarso investimento quando non ancora ostilità ideologica”

Droghe e riduzione del danno, “l’Italia rimane indietro”

E’ stato rilasciato il rapporto annuale  di Harm Reduction International (HRI) “The Global State of Harm Reduction”. Il report, giunto all’ottava edizione, fornisce un’analisi indipendente dello stato delle politiche di Riduzione del Danno (RdD) nel mondo ed è la mappatura globale più completa disponibile. La traduzione dei principali dati è disponibile su Fuoriluogo.it.

Per Susanna Ronconi, Presidente del Comitato Scientifico di Forum Droghe, “il Rapporto Globale sulla Riduzione del Danno di HRI segnala un moderato miglioramento dell’offerta di interventi nel mondo, con molte luci e ombre tra continenti e stati, ma si tratta di un trend comunque positivo.” “Il mondo – continua Ronconi - si sta accorgendo che la war on drugs fa parte del problema molto più che della soluzione, e cerca strade razionali, umanistiche, basate sull’evidenza. In questo quadro, colpisce che in Europa, culla della RdD, ciò che al contrario caratterizza l’Italia siano una sostanziale stagnazione, uno scarso investimento quando non ancora una ostilità ideologica. Da anni, nulla di nuovo avviene, per esempio, nelle carceri, dove la RdD è bandita, e non esiste ancora una stanza del consumo sicuro, servizio che è invece oggi operativo in tutta l’Unione, ultima arrivata la Grecia, lo scorso anno”.

“Soprattutto – puntualizza l’esponente di Forum Droghe - anche laddove la RdD italiana è potenzialmente virtuosa, come nella distribuzione del naloxone, nei programmi per la distribuzione di materiali sicuri per l’uso, o nello sviluppo del drug checking, la copertura è del tutto insufficiente, sia geograficamente che per il numero di persone raggiunte. E questo nonostante sia formalmente un Lea, livello essenziale. Il buon lavoro svolto da operatori, società civile e Persone che Usano Droghe (Pud) alla Conferenza nazionale di Genova prima e per la stesura del Piano Nazionale sulle Dipendenze (Pand) poi, per garantire lo sviluppo e la copertura della RdD in tutto il paese e promuoverne l’innovazione, avrebbe potuto sbloccare questa prolungata situazione di stallo. Ma il governo Meloni marcia in direzione contraria: ad un passo dall’adozione ha bloccato l’iter del Pand e - lontana da ogni evidenza - criminalizza i rave invece di investire sulla tutela della salute di chi li frequenta, potenziando gli interventi di informazione, riduzione dei rischi e di drug checking.”

Leonardo Fiorentini, segretario di Forum Droghe, ricorda che “la mancata adeguata copertura della RdD, e la conseguente violazione del diritto alla salute, è stata portata già nel 2019 dalla società civile italiana all’attenzione del Comitato sui diritti economici, sociali e culturali dell’Onu (Cescr). Il Comitato, in linea con quanto affermato da molte agenzie Onu sui diritti umani, ha accolto la denuncia, e invitato il governo italiano ad ottemperare, garantendo l’accesso alla Riduzione del Danno su tutto il territorio nazionale nel rispetto degli obblighi della Convenzione che l’Italia ha siglato ed è tenuta ad onorare.” “Vedremo – conclude Fiorentini - come questo governo risponderà a questa raccomandazione, visto peraltro che proprio il Pand, bloccato la scorsa settimana dal Governo Meloni, era stato portato a Ginevra come ‘prova’ dell’impegno dell’Italia nella giusta direzione. Per parte nostra manterremo alta l’attenzione, a partire dal Libro Bianco sulle Droghe, al fine di monitorare e denunciare le violazioni dei diritti umani nel nostro paese”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)