Giornata della Terra. Meno plastica? Sì, con un consumo responsabile

Pianeta contro plastica Ogni anno nel mondo vengono prodotti 38o milioni di oggetti di plastica, che non è biodegradabile, di cui 8 finiscono in mare. Ma non solo pesci e tartarughe se ne nutrono, anche l’uomo

Giornata della Terra. Meno plastica? Sì, con un consumo responsabile

“Pianeta contro plastica” è il tema della 54a Giornata mondiale della Terra che si celebra il 22 aprile. Un tema fondamentale per l’ambiente e la salute anche se «non è l’unico e nemmeno il più grave, ma è certo un punto cruciale» commenta Gianni Tamino, docente emerito di biologia dell’Università di Padova, già parlamentare ed eurodeputato. «Il pericolo più grave è il cambiamento climatico, ma in realtà la crisi ambientale è tutt’una: cambiamento climatico, inquinamento, crisi sanitaria hanno un unico collegamento che è un modo di produrre sbagliato, funzionale al consumo e quindi finalizzato a produrre merci in quantità sempre maggiori e di sempre minor durata. Il problema dei rifiuti è diventato drammatico da quando non sono più stati biodegradabili, come non lo è plastica. E poi ci sono i materiali di sintesi (pesticidi, pfas), gli additivi e i coloranti che si liberano con il degradarsi della plastica. Così si formano le microplastiche che per diffondersi utilizzano tutte le vie d’accesso esistenti: aria, acqua, cibo». Ogni anno nel mondo sono prodotti 380 milioni di oggetti di plastica e almeno 8 di questi finiscono in mare, questo determina un percorso per cui pesci e tartarughe confondono il cibo con la plastica, assumono microplastiche che troviamo ovunque e diventano le nanoplastiche che tutti noi assumiamo. «Le ritroviamo nei polmoni, nel sangue, nei tessuti: ormai tutti siamo inquinati – continua il prof. Tamino – Le plastiche sono di natura differente: materiali di diverse origini che poi contengono additivi, ftalati, pfas, elementi che possono interferire con il sistema endocrino e alterare i segnali fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo, pericolosi soprattutto per i bambini; un additivo molto importante è il disfenolo che veniva messo nei biberon. Nelle microplastiche si addensano anche altri tipi di composti: come le polveri sottili sono in grado di aggregare composti differenti come diossine, metalli ma si combinano anche in acqua e danno origine a una diffusione larga di sostanze potenzialmente pericolose». La produzione della plastica è collegata ai cambiamenti climatici, perché le materie prime della plastica sono il petrolio e il metano e inoltre, per realizzarla, serve energia che deriva a sua volta dal fossile quindi la loro produzione è un incremento di fattori che incidono sui cambiamenti climatici. «L’obiettivo di ridurre del 60 per cento la produzione di plastica nel 2040 non sembra credibile: sembrano le grida manzoniane perché, da quando abbiamo cominciato a occuparci di cambiamenti climatici, i gas serra sono aumentati costantemente, come è aumentata la produzione delle plastiche. Una delle fonti più pericolose oggi sono i tessuti ed è necessario sensibilizzare l’opinione pubblica a cambiare i comportamenti: dobbiamo acquistare oggetti durevoli e non di plastica e possibilmente tessuti naturali. Dimentichiamoci le giacche in pile: utili perché riciclano bottiglie, ma ogni volta che si lava il pile, libera fibre che finiscono nell’ambiente». È accorato l’appello del prof. Tamino per la Giornata della Terra: «Vorrei fosse chiaro che tutte le crisi che stiamo vivendo, comprese la bellica e la sanitaria, sono collegate e hanno un’unica origine: un modo sbagliato di produrre. Se questo è lineare anziché circolare, produce sostanze che inevitabilmente diventano rifiuto. Ma noi possiamo cambiare il modo di consumare. Dobbiamo diventare più responsabili e tutto questo è scritto nella Laudato si’ di papa Francesco. Rileggiamola».

22 aprile, viene celebrata la Giornata della Terra
plastica

La Giornata della Terra si celebra il 22 aprile in tutto il mondo, per promuovere la consapevolezza ambientale e incoraggiare azioni per la protezione del nostro pianeta. Quel giorno possiamo: ridurre lo spreco di acqua, usare meno la macchina, risparmiare energia elettrica, usare oggetti durevoli e non i monouso, ridurre il consumo di carne e pesce, riciclare con cura.

Ridurre, riutilizzare, riciclare

“Planet vs plastic” significa investire nel nostro pianeta e nelle generazioni future, chiedendo una riduzione del 60 per cento nella produzione di tutte le plastiche entro il 2040 per proteggere la salute e l’ambiente. Parole d’ordine quindi: ridurre, riutilizzare e riciclare. È una giornata dedicata alla sensibilizzazione sul cambiamento climatico, sulla conservazione della biodiversità, sulla riduzione dell’inquinamento e sulla promozione di comportamenti e azioni sostenibili.

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