Giornata disabilità, Stefani: oggi siamo qui non per una celebrazione ma per costruire il futuro

Il ministro in conferenza stampa al Senato: "Siamo di fronte ad un cambiamento di sistema, dall'assistenzialismo al riconoscimento dei diritti". La ricorrenza del 3 dicembre, "deve segnare un punto di svolta per la piena inclusione"

Giornata disabilità, Stefani: oggi siamo qui non per una celebrazione ma per costruire il futuro

"Oggi non siamo qui per una giornata di festa ma per mettere in sinergia il coraggio e le energie per costruire il futuro". Lo afferma Erika Stefani, ministro per le Disabilità, nella conferenza stampa 'Dialogo sulla disabilità', nella sala Nassiryia del Senato, per la giornata internazionale della disabilità.

"Siamo di fronte ad un cambiamento di sistema in cui il tema della disabilità non è più visto come pietistico e assistenzialistico ma di riconoscimento dei diritti- prosegue Stefani- Il mondo della disabilità ha bisogno di competenze, professionalità e le associazioni giustamente fanno politica e noi ne abbiamo bisogno perché sono i corpi intermedi per fare sintesi e raccogliere la rappresentanza".

"Io non cerco un plauso oggi- avverte Stefani- questo mondo è una montagna da scalare, non ti puoi gloriare di aver raggiunto la cima per il primo arrocco. Sicuramente abbiamo fatto delle cose- spiega il ministro- a partire dalla didattica in presenza, le mascherine trasparenti, la priorità vaccinale, l'accesso ai caregiver per gli ospedali. Siamo intervenuti poi sul Cude, gli stalli gratuiti e il riconoscimento della lingua dei segni, i fondi e le risorse, il Pnrr, la disability card. Non è facile in Italia avere un bel progetto e metterlo in pratica, tra poco arriverà il decreto attuativo. Poi siamo intervenuti sull'assegno unico e in legge di bilancio abbiamo ottenuto stanziamenti per persone con Dsa e ora abbiamo la legge delega da presentare in Parlamento, una legge che recepisce i principi Onu, attualizza il progetto di vita delle persone con disabilità, una legge che prevede di individuare i livelli essenziali delle prestazioni al di sotto delle quali le amministrazioni non potranno andare".

Il ministro spiega poi che "con questa norma i diritti acquisiti non saranno toccati ma ci sarà una semplificazione che agevolerà la vita delle persone, niente più slalom per avere i propri diritti. Questa legge è un tassello, non un punto di arrivo, occorre però prendere una strada e prendere il coraggio a due mani, in vista anche del decreto legislativo e del confronto con le Regioni", conclude.

"La ricorrenza di oggi deve segnare un punto di svolta per la piena inclusione"

"Quella di quest'anno segna i 40 anni della Giornata internazionale delle persone con disabilità, proclamata nel 1981 dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) - afferma la Stefani. - Una ricorrenza non certo rituale che vorremmo, noi tutti, che segnasse dei punti di svolta fondamentali nel percorso verso il compimento della piena inclusione, così come previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità".

"Ed è con questo spirito della concretezza- prosegue il ministro- e questo impegno che oggi ci apprestiamo a celebrare questa giornata. La prima novità che oggi vogliamo rimarcare attiene a un differente modo di affrontare le tematiche che riguardano la disabilità, fortemente orientato a sviluppare progettualità specifiche attorno alla persona, che tengano conto delle aspirazioni, dei desideri, del sistema di relazioni, delle volontà dei singoli. Per questo abbiamo fin dall'inizio promosso - in coerenza con la missione 5 del PNRR, 'Inclusione e Coesione' - una riforma specifica, la Legge Delega sulle disabilità: una nuova cornice normativa la cui principale finalità è dare impulso al cosiddetto 'progetto di vita personalizzato e partecipato', uno strumento che favorisce il diritto, per le persone con disabilità, ad autodeterminarsi e a partecipare alla vita sociale", annuncia Stefani.

"Riteniamo che questo sia un tassello fondamentale per compiere passi avanti nella strada dell'attuazione della Convenzione Onu, ma soprattutto nella strada dei diritti. Parallelamente a questo processo di riforma, che interesserà tutti i settori coinvolti nella disabilità, dal lavoro alla sanità, dalle infrastrutture alla formazione, abbiamo promosso altre progettualità specifiche. Ho appena avuto il piacere di presentare, con il presidente Tridico, la Disability card, compimento di un lungo percorso, sviluppato a livello comunitario, che finalmente potrà dare la possibilità di accedere in maniera più semplice ai servizi, ad apposite convenzioni, di semplificare la vita delle persone con fragilità, avvicinando il Paese alle buone prassi e alle migliore esperienze che, in ambito Europeo, sono state avviate. E, a proposito di buone prassi- specifica Stefani- vorrei introdurre l'altra iniziativa che stiamo portando avanti: il percorso partecipato di elaborazione delle prossime azioni da adottare. A giorni presenteremo i risultati di un'operazione di consultazione che abbiamo promosso, per attingere alle idee e alle esperienze più efficaci".

"Esperienze che, nel mio settimanale impegno di presenza sui territori, ho in parte avuto modo e piacere di conoscere personalmente- aggiunge Stefani- Bisogna anche saper trarre spunto, mutuare, estendere le esperienze migliori messe in campo a livello locale e non solo, che sono tantissime. La voglia di partecipare si è fatta sentire e ne siamo enormemente soddisfatti. Sono infatti oltre un centinaio le realtà, che ringrazio, che hanno aderito, inviando i propri contributi. Da loro trarremo spunti di sicuro valore e interesse per operare le scelte del domani, in una operazione di piena condivisione e valorizzazione di chi, ogni giorno, investe risorse, idee ed energie sulla strada dell'inclusione e dei diritti. Insieme- chiosa il ministro- possiamo fare tanto per migliorare il Paese. Un Paese inclusivo è un Paese migliore per tutti". (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)