Il sogno di Giuseppe. Un campo di tulipani in Puglia e un sogno di solidarietà

In questi giorni i “Tulipani sospesi” stanno percorrendo chilometri su chilometri, rigorosamente “in piedi”.

“Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio a cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa”. (Is 43,18-10)

Il sogno di Giuseppe. Un campo di tulipani in Puglia e un sogno di solidarietà

Ha trascorso ore e ore a guardare quella terra baciata dal sole. Ne ha annusato il profumo. Ha osservato quelle zolle argillose, spaccate dal caldo. Più le osservava e più le vedeva tingersi dei mille colori di quella nuova coltura che sognava da un po’ di tempo. Tante le domande che si affollavano nella sua mente. “Come farò? Che faccio se non funziona? Nessuno qui ha mai fatto una cosa simile. È vero, la terra è molto buona, ma qui l’acqua è un bene tanto prezioso quanto raro. E se poi va perso tutto?”. Ma il sogno di Giuseppe Savino era più grande di tutte le domande. “Io un campo di tulipani non l’ho mai visto – racconta sulla sua pagina Fb -. Il sogno è stato talmente forte che li ho piantati nella mia terra, a Foggia, in Puglia. Hanno provato a scoraggiarmi, ma quando hai un sogno hai due possibilità: o ti lasci abbattere oppure batti le mani alla possibilità di realizzarlo”.

Natale 2020. In un Paese blindato in casa a causa della pandemia, Giuseppe manda i suoi auguri proprio da quel campo. “Cinquantamila tulipani sono stati piantati a mano in un letto di terra in Puglia, nel Tavoliere, a Foggia. Ora attendiamo l’inverno e che la natura ci metta tutto l’amore per fare primavera – scrive su Fb -. Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo sogno, in primis ai ragazzi che con me hanno piantato i bulbi e a tutti coloro che credono in questo grande sogno. Sarà primavera prima o poi, nelle nostre vite, per i nostri occhi. Attendiamo fiduciosi certi che non c’è inverno che non abbia conosciuto primavere”.

Trascorrono i mesi. Mentre il Paese conosce le varie sfumature del rosso e dell’arancione, la terra custodisce e nutre i bulbi e il sogno di Giuseppe.

Il 5 marzo “finalmente arriva lei, sorella acqua”. “Nonostante siamo agli inizi di marzo, bagnarsi per sistemare gli irrigatori è una gioia che lava via ogni fatica, tristezza, dolore – racconta Giuseppe su Fb -. Dopo tanta sofferenza, i tulipani hanno avuto il loro nutrimento. Io ho fatto il primo bagno del 2021 e ho assistito ad un tramonto dal sapore di una lotta che si fa strada verso un futuro atteso e sognato insieme a tanti di voi. Pensavo alle gocce che cadono per irrigare, i messaggi ricevuti in questi giorni hanno rappresentato le gocce che hanno irrigato il mio cuore, la mia anima e mi hanno dato la forza di cui avevo bisogno. Oggi posso dire di aver fatto tutto il possibile per questo sogno, da adesso in poi sarà un continuo affidarsi. Le mani lasciano spazio al tempo agricolo e all’attesa. ‘Attendere, infinito del verbo amare’ diceva don Tonino Bello. Torno a casa felice e fiero di essere contadino. Chi lo avrebbe mai detto, quando ero bambino mi vergognavo di dire che lavoro facesse mio padre, ora ne sono orgogliosamente fiero”.

È il 18 marzo quando Giuseppe scrive su Fb “Io un campo di tulipani non l’ho mai visto, ora ci cammino dentro…”. Il contadino pugliese ha appena varcato la soglia dei 40 anni ed è a un passo dal vedere realizzato il suo sogno. Uno sogno per il quale ha lottato, sudato, faticato e sperato. Il traguardo è lì, a un lancio di sasso. Ancora qualche giorno e quel campo accoglierà chi arriverà per raccogliere e portarsi a casa quei tulipani, che con la fatica del lavoro e la forza di un sogno hanno trasformato quel frammento di Tavoliere in una tavolozza dai mille colori.

Ma poi arriva il Covid. E il sogno sembra essere spazzato via per sempre.

“Io un campo di tulipani adesso lo vedo, ma non vedo tutti quanti voi in questo campo – scrive Giuseppe su Fb il 23 marzo -. I vostri sorrisi, il vostro stupore, la vostra emozione. Mentre stiamo cercando di capire se e quando apriremo, circa 10.000 tulipani sui 50.000 piantati (che non sanno che c’è il Covid) potrebbero non arrivare ad una eventuale fine della zona rossa (dopo Pasqua). Abbiamo due soluzioni: o li perdiamo e imprechiamo o moltiplichiamo il bene. Sono notti che non dormo pensando a questa cosa e finalmente ci è venuta un’idea a cui ci abbiamo lavorato con una parte del team di @Vazapp (il primo hub rurale pugliese fondato dallo stesso Savino, ndr) e tante persone che ci stanno aiutando”.

“Ecco l’idea: Doniamo 10.000 tulipani a 100 ospedali italiani, alle Rsa, alle persone sole, agli anziani, a chi può tornare a sorridere anche con un fiore”. Nascono così i “Tulipani sospesi”.

Per finanziare questa idea, Giuseppe apre su internet una raccolta fondi. Si raccolgono piccole e grandi offerte. Si parte da 5 euro. La risposta è immediata e al di là di ogni più rosea aspettativa.

Il 25 marzo vengono raccolti i primi tulipani. “Oggi ho pianto di gioia, di una gioia che non so descrivere – racconta Giuseppe su Fb -. Quando ho piantato i tulipani ho pensato che avrei visto tante persone felici nel campo e questa cosa mi rallegrava e dava un senso a quello che facevo. Mai avrei pensato che il campo non potrebbe essere aperto (almeno per ora, continuo a sperarci). Ma la vita riserva sempre delle sorprese incredibili. Ora quel campo lo stanno vedendo persone che mai avrebbero potuto visitarlo. Che fantasia ha l’Universo nel delineare trame dolci del nostro agire”.

Ma le sorprese non finiscono qui. A raccogliere i primi tulipani sono i ragazzi di Casa Sankara, una comunità di migranti gestita da migranti, per l’accoglienza, il supporto e l’affiancamento nell’inserimento lavorativo e sociale degli stranieri nel tessuto italiano. Casa Sankara è gestita dall’associazione Ghetto-Out Casa Sankara, impegnata da molti anni attivamente per l’emersione dall’invisibilità dei migranti e nella lotta al caporalato.

A raccogliere i tulipani ci sono anche i clown-medici. “Quando sono arrivati, ho incrociato gli occhi di mio padre, intento a maneggiare un aratro, immaginate la sua espressione e cosa possa aver pensato di me…”, racconta Giuseppe sulla sulla pagina Fb, che ospita quotidianamente il diario dei “Tulipani sospesi”. Parole e foto, che inondano di colore e sorrisi il social, varcando i confini della Puglia.

In questi giorni i “Tulipani sospesi” stanno percorrendo chilometri su chilometri, rigorosamente “in piedi”. “I fiori sono tanto belli, ma anche delicati: per arrivare integri devono viaggiare in piedi”, spiega Giuseppe, mentre racconta la sua commozione nel vedere la gioia di chi li riceve in dono. “Ho pianto nel consegnare i primi tulipani agli anziani, perché ho percepito che in chi è felice si può scorgere una particella di Dio – rivela Giuseppe -. Sono tante le emozioni di questi giorni che si susseguono. Quello che ho coltivato non è un campo di tulipani, è un campo della speranza in una terra che ha sete di futuro”.

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Fonte: Sir