In mostra a Padova la passione per le fiabe di Italo Calvino

Nel centesimo anno dalla nascita di Italo Calvino la biblioteca Beato Pellegrino, dell'Università di Padova dedica, all'autore della Città invisibile, la mostra “Italo Calvino: potere e fascinazione della fiaba” che fino al 21 dicembre è possibile visitare gratuitamente. Esposti circa 150 volumi tra libri, albi illustrati e saggi critici provenienti dalla collezione della biblioteca Beato Pellegrino dedicata a Italo Calvino e al suo lavoro critico sulla Fiabe italiane.

In mostra a Padova la passione per le fiabe di Italo Calvino

Le fiabe, nate per intrattenere un pubblico adulto, magari mentre si svolgevano lavori nei campi o si filava la lana, sono oggi considerate letture pensate per i bambini. L'elemento fantastico e il gioco sono le principali caratteristiche di questa forma di racconto che da sempre narra dei desideri degli esseri umani e che in molti casi, essendo state tramandate oralmente, hanno con il tempo cambiato delle sfumature, dei passaggi o addirittura il finale per adattarsi meglio alla cultura  del tempo in cui sono raccontate.

È per questo che abbiamo una versione di "Cappuccetto rosso" in cui la bimba si salva con l'aiuto del boscaiolo che squarta la pancia del lupo e un'altra in cui si salva da sola slegandosi dal filo rosso che il lupo le aveva legato al polso per non farla fuggire. C'è una versione della favola di "Bianca neve" in cui la matrigna muore perché buttata giù dalla finestra e un'altra in cui viene costretta a indossare due scarpe di ferro roventi con le quali è costretta a ballare fino a cadere a terra morta.

Questo mondo così variegato e mutevole ha ispirato scrittori, illustratori e case editrici

Nel 1956 Einaudi, nella collana “I Millenni", Italo Calvino pubblica Fiabe italiane, una raccolta di 200 favole da lui curata. Lo scrittore regala al pubblico italiano il primo corpus favolistico che l'Italia ancora non aveva, raccogliendo fiabe provenienti da tutte le regioni italiane.

Non solo, Calvino inventa anche una lingua italiana che mantiene ciò che c’è di fresco e vivace della parlata dialettale con cui la fiaba è stata tramandata oralmente nei secoli. C’è di più, per Calvino, gli oggetti hanno un ruolo rilevantissimo: posseggono una intrinseca capacità di agire e questo indipendentemente dal fatto che siano oggetti da fiaba. Nelle Fiabe italiane gli oggetti hanno un ruolo fondamentale: sono l’equipaggiamento necessario all’eroe per mettersi in viaggio (il bastone, il pane, le scarpe) o per provocare, ad esempio, la morte dell’eroina (pettini, fusi, cinture, mele avvelenate, anelli).

È così che nel centesimo anno dalla sua nascita la biblioteca Beato Pellegrino, dell'Università di Padova dedica all'autore della Città invisibile la mostra “Italo Calvino: potere e fascinazione della fiaba” che attraverso un allestimento basato su tre colori (bianco, rosso e nero) richiama la narrazione fiabesca calviniana su più piani attraverso il libro tout court, l’illustrazione della fiaba, il gioco interattivo, la critica letteraria e gli archetipi fiabeschi.

Un Italo Calvino che non ti aspetti 2

«Le Fiabe italiane di Italo Calvino – spiega Marnie Campagnaro, curatrice della mostra – hanno rappresentato una pietra miliare nella storia della letteratura e dell’editoria italiana. Si è trattato di un’operazione culturale e visionaria davvero esemplare, tanto per ieri quanto per oggi A quel tempo, in Occidente, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il genere della fiaba era imploso. Le ragioni erano molteplici, non da ultimo il pervicace bisogno di realismo e di attivismo socio-politico richiesto alla letteratura. Solo negli anni Settanta si assiste ad una rinascita del genere fiabesco, seppure in chiavi interpretative diverse. In Italia, la pubblicazione delle Fiabe italiane, uscita per Einaudi nella collana “I Millenni” nel novembre 1956, anticipa diversi aspetti del dibattito culturale in merito alla questione “fiaba”. Calvino saprà ridare lustro e splendore alla fiaba che diventerà materia prima per sollecitare l’immaginazione, ma anche per sperimentare ibridazioni e contaminazioni narrative, come le sue opere successive dimostreranno».

In mostra nella biblioteca di via Beato pellegrino circa 150 volumi tra libri, albi illustrati e saggi critici provenienti dalla collezione della biblioteca Beato Pellegrino dedicata a Italo Calvino e al suo lavoro critico sulla Fiabe italiane.

Fiabe italiane a cavallo, per ridere, da far paura ....

Nella prima sezione della mostra, troviamo la versione integrale delle Fiabe italiane, oltre a edizioni di fiabe raggruppate da Calvino per i lettori e le lettrici secondo un accurato lavoro di scelta. Fiabe di incantesimi, di animali magici. Fiabe a cavallo, per ridere,  da far paura. Fiabe di oggetti magici, per le bambine, di fanciulle fatate sono solo alcuni dei titoli presenti. Queste scelte ci raccontano la ricchezza e varietà delle fiabe presenti nella raccolta di Calvino, una conferma delle ragioni che lo avevano portato ad affermare che le fiabe: «sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che è appunto il farsi di un destino: la giovinezza, dalla nascita che sovente porta in sé un auspicio o una condanna, al distacco dalla casa, alle prove per diventare adulto e poi maturo, per confermarsi come essere umano».

Cappuccetto Rosso, la fiaba più celebre del panorama popolare

Una sezione della mostra è stata dedicata a quella che era per Calvino la fiaba più celebre del panorama popolare, ovvero Cappuccetto Rosso. L’avventura di una giovane con un cappuccio rosso e un pentolino di burro bianco che lungo il cammino nel bosco incontra un lupo nero è stata definita da Calvino stesso, più che una fiaba, «una specie di gioco recitativo per “far paura” ai bambini più piccoli, e insegnare a difendersi dalla paura».

Fiabe reinterpretate, illustrate e riscritte

Un’altra sezione è dedicata ad alcune originali reinterpretazioni illustrate e riscritture. Ad esempio, Colapesce (dalla tradizione palermitana) è una fiaba che ha come scenario Messina: una madre angosciata, dopo aver invocato invano il proprio figlio, Cola, costantemente immerso nelle acque marine, gli lancia una maledizione. Il Cielo accoglie la maledizione della madre e lo trasformerà in un sirenetto ante litteram. Calvino non solo ha scritto fiabe, è stato anche un raffinato studioso e critico letterario della fiaba popolare. Sempre per l’editore Einaudi, ha scritto diverse introduzioni a importanti raccolte di fiabe, ad esempio Fiabe africane o quelle dei Fratelli Grimm, rivelando la sua profonda comprensione e passione per questo universo narrativo. È stato capace di mettere in evidenza la radice trasmigrante e pervasiva della fiaba.

Saggi critici che esplorano la forma e la natura delle fiabe

Infine, nell’ultima sezione, i visitatori potranno approfondire la comprensione e l'analisi critica del genere fiabesco attraverso una selezione di saggi critici che esplorano la forma e la natura delle fiabe. Alcuni di questi saggi hanno indubbiamente condizionato il lavoro calviniano.

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Il cromatismo delle fiabe è stato ripreso nell’allestimento, una tavolozza con tre colori: bianco rosso e nero. Il Bianco dello scalone (tema dell’ascesa, alba, sole e innocenza); il Rosso del nastro (richiamo alla cucitura, filatura, sangue, fecondità e rigenerazione); il Nero degli armadi (evocativo della notte, mistero, segreto e scoperta). I colori scelti per questa mostra dedicata a Calvino e alla fiaba rappresentano i tre colori primari della fiaba: Biancaneve è bianca come la neve, rossa come il sangue e nera come l’ebano; Biancaneve riceve una mela rossa da una strega vestita di nero. Una bambina con il cappuccio rosso, porta un pentolino di burro bianco a una nonna vestita di bianco e sarà divorata da un lupo nero.  Il codice simbolico cromatico nella fiaba è sempre lo stesso.

Ventuno gli oggetti in mostra come ventuno sono le lettere dell’alfabeto, un abbecedario della fiaba: Ascia, Bara, Chiave, Dattero, Erba, Forbice, Goccia, Ho un desiderio irrealizzabile da realizzare, Infuso, Libro, Mantello, Nastro, Ossicino, Pelle, Quattrini, Rete, Scarpa, Tovaglia, Uovo, Veleno, Zappa. Per Calvino, gli oggetti hanno un ruolo rilevantissimo. Posseggono una intrinseca capacità di agire e questo indipendentemente dal fatto che siano oggetti da fiaba.

La mostra bibliografica interattiva  “Italo Calvino: potere e fascinazione della fiaba” è visitabile a Padova fino al 21 dicembre 2023 nella biblioteca del complesso “Beato Pellegrino” al numero 28 dell'omonima via
Ingresso è libero e gratuito, con orario di apertura della biblioteca (dalle 9 alle 22 dal lunedì al venerdì e dalle 9.00 alle 18.00 il sabato e la domenica). Altre informazioni su www.instagram.com/childrensliterature.unipd

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