Infortuni sul lavoro, un protocollo d’intesa tra Anmil e Cnop garantisce le cure psicologiche

Firmato questa mattina a Roma l’accordo intende supportare le vittime e i loro familiari. Forni (presidente Anmil): “Il sostegno piscologico è fondamentale quanto le cure fisiche"

Infortuni sul lavoro, un protocollo d’intesa tra Anmil e Cnop garantisce le cure psicologiche

L’11 giugno del 2018, un terribile lunedì mattina, Alex subisce un infortunio altamente invalidante all’interno del vivaio dove lavora. Mentre sposta un container, la gru dalla quale esegue la manovra si spezza e lui precipita da un’altezza di 4 metri, sbattendo il collo sullo stabilizzatore del camion. Qualche mese dopo, a settembre, Alex avrebbe dovuto cominciare a convivere con la sua compagna, Martina. “Una doccia gelata è dir poco. Da quel momento ho smesso di vivere. Avevo solo 23 anni – racconta lei –. Abbiamo passato 9 mesi in ospedale, non sono mai mancata un giorno. Mi dividevo tra il lavoro e l'ospedale e avevo smesso di fare qualsiasi cosa”. Sono passati oltre 4 anni da allora e Alex e Martina sono stati costretti a ricostruire da capo la propria vita. Alex ha dovuto reimparare a vivere su una sedia a rotelle, mentre a me hanno dovuto insegnare come gestirlo al meglio – prosegue Martina – e noi, in quanto coppia, abbiamo dovuto riconoscerci. Da allora vivo a fianco di mio marito 24 ore su 24, giorno e notte. Ci siamo sposati, continuiamo a vivere la nostra vita con tante difficoltà. Da quel giorno, da una semplice ragazza "comune" sono diventata, moglie, infermiera, avvocato, perito, psicologo, addetta comunale”. Soprattutto, però, Martina e Alex si sono sentiti soli: “Nessuno ci ha aiutati, i sostegni ce li siamo dovuti andare a cercare noi e, soprattutto, nella fase iniziale, i primi anni sono stata io che ho dovuto cercare dei modi per tornare a vivere insieme a mio marito nel modo più dignitoso possibile, non dimenticando l'aspetto psicologico devastante per entrambi”.

Proprio questa mattina, a Roma, presso Palazzo Giustiniani del Senato della Repubblica è stato firmato il protocollo d’intesa tra Anmil (Associazione fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro), Fondazione Anmil “Sosteniamoli subito” Cnop (Consiglio nazionale ordine psicologi) per l’accesso agevolato al sostegno psicologico da parte di chi abbia subìto un grave infortunio sul lavoro. “Come Anmil da sempre abbiamo voluto dedicare grande attenzione al supporto psicologico delle vittime, nella convinzione che un valido sostegno in tal senso sia fondamentale al pari delle cure sul piano fisico – ha affermato il presidente dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, Zoello Forni –. Per questo, con grande entusiasmo, abbiamo accolto la disponibilità del presidente del Cnop, David Lazzari, ad aiutare la nostra categoria”. Non è facile, infatti, riprendere la propria vita dopo un grave infortunio sul lavoro. “Per andare avanti, all’indomani di simili tragedie, è indispensabile elaborare quanto è accaduto, come pure affrontare le difficoltà legate a una disabilità acquisita, sia sul piano relazionale che su quello lavorativo, per riprendere in mano la propria vita – ha continuato Forni –. Un’esigenza si riscontra anche nelle persone che stanno accanto alle vittime, come nel caso di Martina e di Alexandru”.

“Le conseguenze di questi eventi sul piano psicologico vanno dagli alti livelli di ansia e depressione, al senso di colpa per l’infortunio subìto anche quando non si ha alcuna responsabilità, vergogna per la propria condizione di disabilità, senso di frustrazione nei confronti della famiglia, disturbi del sonno e altre manifestazioni del disturbo post-traumatico che peggiorano nel tempo”, ha spiegato Francesco Costantino, presidente della Fondazione “Sosteniamoli subito”, che ha realizzato insieme ad Anmil il progetto “Una rete per noi” per rispondere a quei bisogni delle famiglie ancora scarsamente presi in considerazione. “Tali sintomatologie – ha detto ancora Costantino – spesso si associano alla difficoltà di ritornare nel posto di lavoro in cui è avvenuto l’incidente o di ricoprire le stesse mansioni, ostacolando il pieno rientro nella vita sociale e lavorativa ma anche alla difficoltà nel riconoscere il proprio ruolo all’interno della famiglia. Se il problema degli esiti psicologici di un infortunio sul lavoro è, di fatto, molto sottovalutato, ancor più lo sono i risvolti nei superstiti, con pesanti ripercussioni sulla vita quotidiana, per i figli che perdono un genitore ma ancor peggio quando sono i genitori a perdere un figlio che era andato ‘solo’ a lavorare”.

Il supporto psicologico è necessario per affrontare le conseguenze degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali che generano invalidità o lasciano familiari superstiti – ha osservato il presidente del Cnop, Davide Lazzari –. Si tratta, infatti, di un fenomeno di grande rilevanza sociale, ma soprattutto di un dramma profondo per le vittime e per le loro famiglie che vengono travolte da eventi che, troppo spesso, devono fronteggiare in solitudine. Aver subito un infortunio rende le vittime più vulnerabili a livello psicologico e aumenta il rischio di sviluppare una sintomatologia clinicamente rilevante che avrà un riflesso individuale, famigliare e sul sistema sociale”. L’importanza del supporto psicologico è, inoltre, confermato dalla letteratura scientifica. “Gli effetti positivi si riconoscono nel potenziare sensibilmente l’efficacia degli interventi di cura e riabilitazione ed è altresì vitale per sostenere i famigliari di colore che sono deceduti”, ha aggiunto Lazzari. Su ruolo dell’Inail si è, infine, soffermato il presidente dell’Istituto, Franco Bettoni. “L’Inail nel 2021, nell’ottica di rafforzare la propria missione sociale, ha aggiornato il “Regolamento per l’erogazione degli interventi per il recupero funzionale della persona, per l’autonomia e per il reinserimento nella vita di relazione”, entrato in vigore con la Circolare attuativa n. 7/2022 – ha ricordato Bettoni –. Con il nuovo Regolamento, l’Istituto ha ampliato e diversificato la tipologia di azioni in favore delle lavoratrici e dei lavoratori infortunati e tecnopatici: oltre alla previsione di interventi di carattere economico e sanitario, ha voluto considerare anche le conseguenze psicologiche, emotive, relazionali e sociali legate all’esperienza dell’infortunio, in quanto parte integrante del processo di recupero dell’integrità psico-fisica della persona”.

Antonella Patete

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)