L’Orchestra giovanile palestinese in tournée per promuovere la cultura della loro terra

Cinque Stati in due settimane per mostrare al mondo i suoni e i luoghi della Palestina. Rima Tarazi (conservatorio Edward Said): "I musicisti che suonano nell'orchestra sono i più qualificati per insegnare alle generazioni anziane il dono dell’armonia, assente dalle nostre vite e minacciato oggi più che mai"

L’Orchestra giovanile palestinese in tournée per promuovere la cultura della loro terra

ROMA - Il loro slogan è "Today an orchestra, tomorrow a State", "Oggi un'orchestra, domani uno Stato". L'Orchestra giovanile palestinese (Palestine Youth Orchestra) non cela le sue ambizioni, soprattutto dopo il consenso e l’appoggio ricevuto nel corso della tournée estiva – la più grande dalla sua nascita – che ha portato i 90 musicisti che la compongono in 5 nazioni – Norvegia, Danimarca, Svezia, Germania e Olanda – tra il 27 luglio e il 15 agosto. L’orchestra è nata nel 2004 ed è formata da ragazzi di origine palestinese di tutto il mondo. Fa parte del conservatorio di musica Edward Said (Esncm) con sedi a Ramallah, Gerusalemme, Betlemme, Nablus e Gaza City con in totale più di mille studenti. 

I musicisti della Pyo si incontrano annualmente per una settimana di prove e il successivo tour. Ogni anno la settimana di prove ha luogo in uno Stato diverso, occasione per collaborare con una decina di artisti del Paese ospitante. Gli insegnanti sono musicisti professionisti delle più prestigiose formazioni: English National Opera, Valencia Opera House, Qatar Philharmonic, London Symphony Orchestra, Oslo Philharmonic. Nella tournée 2019, l’orchestra palestinese è stata guidata dal direttore olandese Vincent de Kort. Obiettivo della Pyo, promuovere il lavoro dei compositori e cantanti palestinesi e arabi e cimentarsi nel più noto repertorio occidentale

Tra le opere suonate dall'orchestra nella tournée estiva – orchestra accompagnata, per l’occasione, dalla voce della cantante palestinese Nai Barghouti –, la Carmen di Bizet, il Romeo e Giulietta di Čajkovskij, il Sansone e Dalila di Saint-Saëns, il Tristano e Isotta di Wagner. A Copenaghen all’orchestra si è aggiunto il violoncellista danese Toke Møldrup nel suonare le Variazioni su un tema barocco di Čajkovskij, mentre ad Apeldoorn insieme con l’Orchestra giovanile olandese sono state suonate musiche arabe. Il tour estivo 2019 ha portato in scena anche le musiche di Salvador Arnita, organista e compositore nato a Gerusalemme, ed è stato il palcoscenico per la prima mondiale del giovane compositore palestinese di musiche da film Faris Badarni che nella sua Rapsodia palestinese celebra i suoni, i luoghi e le culture della Palestina.“

L’orchestra contribuisce a diradare il buio che ci viene imposto – ha affermato Rima Tarazi, presidente del comitato di gestione del conservatorio –. I musicisti che suonano nell’orchestra sono i più qualificati per insegnare alle generazioni più anziane il dono dell’armonia, assente dalle nostre vite e minacciato oggi più che mai. Questa armonia nasce dalle fondamenta dell’orchestra, che insegna la capacità di ascolto, la cooperazione, il darsi reciprocamente spazio e fiducia. Si tratta della capacità di riconoscersi gli uni con gli altri con amore e ammirazione, senza rivalità e competizione. È per questo che i musicisti riescono ad arrivare alla bellezza. La mia speranza è che la musica sia sempre di più uno strumento di cambiamento per l’umanità intera”.L’Orchestra giovanile palestinese è sempre alla ricerca di nuovi elementi, giovani musicisti di origine palestinese tra i 13 e i 26 anni. Le audizioni, solitamente si tengono in primavera. Per candidarsi è possibile compilare un form online.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)