La “Quarta media”. La proposta di un anno "elastico" prima delle scuole superiori

Nell’orizzonte del mondo scolastico (che ha già in ballo la questione dell’accorciare il periodo di studi superiori di un anno) il dibattito ha inserito il tema della “quarta media”.

La “Quarta media”. La proposta di un anno "elastico" prima delle scuole superiori

Non c’è niente da fare: la scuola italiana è un cantiere in perenne movimento e sembra non trovare mai pace. A ben vedere, il perenne movimento è però perlopiù legato alle dichiarazioni di intenti, poiché per ogni ministro che arriva e ogni stagione che passa ecco più o meno lungimiranti proclami e disegni per il futuro. Poi bisogna fare i conti con la realtà e alla fine dei fuochi d’artificio si torna a ripetere sempre le stesse cose: ci si lamenta perché le aule sono troppo affollate, perché gli istituti scolastici sono fatiscenti, perché le infrastrutture informatiche non sono adeguate, perché ampie zone del Paese restano indietro, perché le scuole “di frontiera” sembrano sottovalutate, perché l’organico degli insegnanti non è mai pronto e definito all’inizio dell’anno, perché gli strumenti educativi a disposizione non sono mai sufficienti, perché il dialogo scuola-famiglia latita, perché dopo la pandemia il disagio dei giovani – e di tanti adulti – è scresciuto in modo esponenziale con ripercussioni, anche violente, nelle aule scolastiche. Chi vuole può aggiungere lamentele all’elenco. Tutte con buone ragioni.
C’è poi la madre di tutte le lamentele ed è forse quella più fondata. Alla scuola mancano sempre soldi. I ministri ogni volta promettono maggiori risorse, ma restiamo uno dei Paesi con la percentuale più bassa di investimenti sulla scuola rispetto al Pil. E vogliamo parlare dello stipendio dei docenti? Va aumentato? E va differenziato per aree geografiche? E come può tenere conto del merito?
In questo contesto “apocalittico” il miracolo è che la scuola italiana continua a stare in piedi e non di rado lo fa bene. Spesso, spessissimo, grazie alla dedizione di persone appassionate e competenti, sia pure tanto bistrattate nell’immaginario collettivo. C’è stato un tempo, decenni fa, in cui si parlava di riforma delle secondarie superiori. Una riforma affermata come necessaria e che non arrivava mai: quanti istituti l’hanno preceduta facendo da sé, adeguando, nel quadro di indicazioni ministeriali, programmi e curricola per soddisfare le esigenze degli studenti e della società. Insomma, viva la creatività e lo spirito di iniziativa, che pure non possono sopperire ai processi istituzionali di riforma.
Adesso, nell’orizzonte del mondo scolastico (che ha già in ballo la questione dell’accorciare il periodo di studi superiori di un anno) il dibattito ha inserito il tema della “quarta media”, cioè un anno “elastico” – così spiega ad esempio Marco Ricucci, docente e saggista, in un intervento sul Corriere della Sera – che “potrebbe essere utilizzato per un percorso di orientamento serio e efficiente verso la scuola superiore, consolidare le competenze di base, sviluppare le soft-skills e promuovere la flessibilità, la creatività e la capacità di risolvere problemi. Inoltre, la quarta media potrebbe rappresentare un luogo di incontro e confronto tra docenti della scuola media e superiore”.
Che dire? Il tema è centrato: servono come il pane orientamento e “soft skills”, così come sono utili le interazioni tra docenti della secondaria inferiore e superiore. Ma siamo sicuri che questo anno “elastico” debba essere un anno in più oltre la terza media? O non piuttosto quell’ultimo anno della secondaria inferiore che non di rado – vuoi per le trasformazioni sociali e i cambiamenti nelle dinamiche adolescenziali – appare come un anno di parcheggio senza troppo senso? Ci era arrivato il ministro Berlinguer, che voleva di fatto toglierlo.
I temi sono importanti e il rischio, anche in queste righe, è quello di banalizzare. Torniamo allora pure a discutere. Come detto sopra sulla scuola si dice di tutto e di più. Magari si concretizzasse qualcosa.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir