La pandemia vista dagli occhi delle persone senza dimora

Il bilancio sociale di Avvocato di strada mette insieme storie e numeri per raccontare l’emergenza vissuta dalle persone senza casa: delle 1.827 persone assistite, il 75 per cento sono uomini e il 65 per cento provengono da un paese extra Ue. Tra le pratiche, 433 riguardavano la mancanza di residenza anagrafica e almeno 50 le multe per violazioni delle norme anti-Covid

La pandemia vista dagli occhi delle persone senza dimora

Sandro è un elegante e garbato signore di mezza età, senza dimora. “Si è presentato un bel giorno ad uno dei nostri sportelli, arrivando in sella alla sua bicicletta. Ha iniziato subito a raccontarsi: era appena uscito dal carcere, dove aveva trascorso metà della sua vita. Provava un grande desiderio di lasciarsi alle spalle gli errori passati e iniziare una nuova vita, ma le circostanze sociali fuori dal carcere erano ostili quasi quanto dentro. Si era rivolto al nostro sportello perché voleva fare ricorso in Cedu per aver subito un trattamento disumano e degradante durante la sua lunga detenzione. Alla fine, ci siamo riusciti: a Sandro è stato riconosciuto il diritto all’erogazione di una somma pari a 3 mila euro in risarcimento. Per lui, quella somma aveva un enorme significato”. Quella di Sandro è solo una delle storie delle 1.827 persone assistite nel 2020 da Avvocato di strada, l’associazione che da più di vent’anni offre assistenza legale gratuita alle persone senza dimora, per un totale di oltre 40 mila persone supportate.

Diritto alla residenza, diritto di famiglia, fogli di via, tutela di persone vittime di violenze e aggressioni, diritto dell’immigrazione: sono tanti i campi in cui spazia l’attività dei 1.045 avvocati e volontari, presenti in 55 città italiane, in tutte le regioni. Per raccontare un universo tanto complesso, il bilancio sociale dell’associazione mette insieme storie e dati: delle 1.827 persone assistite, il 75 per cento sono uomini e il 25 per cento donne. Rispetto alla provenienza, il 65 per cento provengono da un paese extra Ue, il 30 per cento sono italiani, e il 5 per cento comunitari. Su tutte le pratiche, ben 433 riguardavano la mancanza di residenza anagrafica, che si rivela ancora una volta il problema principale per chi vive in strada.

Attraverso un’analisi delle statistiche relative al 2020, il documento prova a fornire una risposta a una domanda: abbiamo fatto tutto il possibile per fronteggiare un’emergenza senza precedenti? Con la pandemia e le esigenze di distanziamento, l’attività di sportello e supporto legale di Avvocato di strada ha subito una prima brusca e improvvisa battuta di arresto: 1.827 pratiche, infatti, è un numero molto al di sotto rispetto a quello degli anni precedenti, non per la diminuzione delle richieste da parte delle persone senza dimora, bensì degli effetti delle limitazioni.

Il Covid ci ha costretti ad utilizzare strumenti più anonimi quali le e-mail o il telefono – spiega Antonio Mumolo, presidente dell’associazione –. Incontrare gli assistiti è per noi fondamentale, motivo per cui ci siamo subito attivati prima con una raccolta fondi per dotare gli sportelli di mascherine, guanti, visiere e gel igienizzanti e, successivamente con la campagna Mascherina Sospesa, con la quale abbiamo raccolto e distribuito oltre 30 mila mascherine e strumenti di protezione alle persone senza dimora”.

Il 2020, inoltre, è stato caratterizzato da una nuova tipologia di pratiche, quelle inerenti alle multe per violazioni dei decreti ministeriali che hanno imposto le misure restrittive anti contagio, almeno 50 su tutto il territorio nazionale. “Chi non ha una casa o vive in strutture che sono aperte solo di notte era di fatto impossibilitato a rispettare le disposizioni del governo e, oltre a non potersi riparare e proteggere dal virus, ha rischiato di essere fermato e multato. È stata una situazione paradossale e insostenibile”.

Molte delle conseguenze dell’emergenza sanitaria, però, non si sono ancora manifestate: nei prossimi mesi l’associazione si aspetta un incremento di richieste di assistenza indotte dalla perdita di lavoro e da un aumento della povertà in generale. “Questa pandemia sta inevitabilmente intaccando nuove fasce della popolazione, comportando un sempre più consistente disagio sociale e una sempre maggiore lesione dei diritti fondamentali”, concludono da Avvocato di strada.

Alice Facchini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)