Le Consulte, palestra di democrazia. I rappresentati regionali nel Coordinamento nazionale delle Consulte a confronto con il ministro Valditara

Il loro impegno di fondo: rendere studentesse e studenti sempre più, soggetti attivi e partecipi nel mondo scolastico, superando anche il livello dei singoli istituti

Le Consulte, palestra di democrazia. I rappresentati regionali nel Coordinamento nazionale delle Consulte a confronto con il ministro Valditara

L’impegno nella vita scolastica rappresenta per i giovani “un momento altamente formativo”. Lo ha sostenuto il ministro Giuseppe Valditara in un incontro avvenuto al Ministero con i rappresentanti regionali delle Consulte provinciali studentesche che fanno parte del nuovo Ufficio di coordinamento nazionale.
Le Consulte provinciali sono organismi istituzionali e si compongono di due studenti per ogni istituto secondario superiore della provincia, eletti direttamente dai loro compagni di scuola. All’interno di ogni Consulta, poi, viene eletto un presidente, così come viene decisa una suddivisione dell’impegno in aree tematiche per tradurre in concreto il “protagonismo” studentesco all’interno del mondo scolastico.
Le Consulte hanno diversi compiti, che sarebbe lungo elencare, ma possiamo riassumere nell’impegno di fondo: rendere studentesse e studenti sempre più, soggetti attivi e partecipi nel mondo scolastico, superando anche il livello dei singoli istituti, come quello stesso provinciale, per dare vita a momenti di confronto regionali e anche nazionali.
Il 28 febbraio, proprio i rappresentati regionali nel Coordinamento nazionale delle Consulte – eletti il giorno prima dai referenti territoriali – hanno avuto l’occasione di confrontarsi con il ministro Valditara, che li ha incoraggiati sostenendo il loro impegno: “All’interno di ogni scuola – ha dichiarato il ministro – la partecipazione studentesca trova piena espressione nella Consulta provinciale degli studenti. Questo impegno, attuato mediante un’elezione democratica, rappresenta un momento altamente formativo per i giovani. La scuola costituzionale mette lo studente al centro del processo educativo: sin dal primo giorno del mio insediamento ho sempre sottolineato questo principio. Intendo dunque valorizzare il ruolo delle Consulte studentesche, autentica palestra di democrazia”.
Tutti d’accordo. Nelle parole del ministro c’è molta della sostanza del “lavoro” scolastico, il cui fine – secondo la nostra Costituzione – è quello di promuovere pienamente la personalità degli allievi, favorendo la crescita dell’uomo e del cittadino. Crescita che passa attraverso la conquista di conoscenze e competenze non solo disciplinari ma anche relative alla vita relazionale e sociale, improntate alla capacità di confronto e di scambio democratico. Le nostre scuole – pur con tutti i difetti che vengono loro imputati – restano nelle intenzioni e nella pratica luoghi ricchi di umanità e di attenzioni, laboratori della società futura.
Una vicenda recentissima offre uno spunto di riflessione: riguarda lo studente di Modena sospeso per 12 giorni con decisione del Consiglio d’Istituto per aver rilasciato ai media locali un’intervista denunciando la perquisizione di zaini e borse all’ingresso l’ultimo giorno di scuola. La sospensione è stata ritirata dopo il ricorso all’Organo di garanzia interno alla scuola. Ci sono gli elementi, in questa storia, per ragionare su protagonismo e democrazia. Uno studente che si sente responsabile (era rappresentante di istituto) e si assume il rischio di una denuncia e di conseguenze ritenute ingiuste. Ricorre, seguendo le regole della stessa scuola, che finisce per tornare sui suoi passi. Non male. E il ministro sottolinea: “La scuola, nella sua autonomia, possiede tutti gli strumenti per rivedere sanzioni che siano ritenute ingiuste…Questa vicenda dimostra ancora una volta che, rispettando le regole e le procedure corrette, si può sempre ottenere giustizia”.

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Fonte: Sir