Le ultime voci della Grande guerra, il docudrama. Le voci dei piccoli di cent’anni fa

Le ultime voci della Grande guerra è il titolo di un docudrama di Andrea Benato e Marco Scattolini, dove si raccontano gli ultra centenari che hanno vissuto il primo conflitto mondiale. Ha vinto il Los Angeles Film Award, il Ponza Film Award e concorre a numerosi festival

Le ultime voci della Grande guerra, il docudrama. Le voci dei piccoli di cent’anni fa

La Grande guerra narrata dai volti e dalle voci di testimoni ultracentenari. Un racconto inedito perché questi uomini e queste donne restituiscono una pagina della nostra Storia con gli occhi di bambini. Perché erano bambini o poco più quando vissero quell’evento che, a distanza di un secolo, ricordano con lo stesso stupore. Le interviste agli ultimi testimoni del Primo conflitto mondiale rappresentano il grande valore di Le ultime voci della Grande guerra, docufilm ambientato nel Triveneto sbarcato oltreoceano, dove ha ricevuto il premio come miglior docudrama al Los Angeles Film Awards. A realizzare il film, e con esso un lungo progetto di studio e ricerca degli ultimi testimoni oculari ancora in vita, un trio tutto padovano: l’idea è di Andrea Benato, che ha curato anche la regia assieme a Marco Scattolini; le musiche originali sono state composte dal maestro Andrea Ferrari.
Come nasce Le ultime voci della Grande guerra?
«Il film – racconta Andrea Benato (che, tra le altre cose, è anche collaboratore della Difesa del popolo) – nasce da
una serie di interviste realizzate tra 2010 e 2020 in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino ad anziani ultracentenari che avevano vissuto la Grande guerra da bambini».
Quante le interviste raccolte?
«In dieci anni una settantina, per il film ne ho selezionate 31. Tutte le interviste integrali si possono trovare nel libro Gli ultimi. I ricordi dei testimoni viventi della prima guerra mondiale a cent’anni dalla fine, edito da Tracciati Editore (altro “elemento” padovano del progetto) e attualmente in uscita per la sua seconda edizione».
Qualche novità per questa ristampa?
«Rispetto alla prima edizione ci sono alcune interviste inedite, tra cui quella ad Argia Sgreva, 110 anni, la più anziana
donna veneziana, sopravvissuta a due guerre mondiali ma anche alla spagnola e al Covid. Aveva pochi anni quando
scoppiò la Prima guerra mondiale, ma ricorda ancora in maniera nitida la sua esperienza di profuga».
Hai ascoltato le voci di uomini e donne ultracentenari. Chi è stato il più anziano?
«Il più anziano è stato Giovanni Quarisa, 110 anni, l’uomo più longevo d’Italia al momento della sua scomparsa nel 2020. Qualche anno fa, nel 2008, ho poi avuto la fortuna di conoscere l’ultimo Cavaliere di Vittorio Veneto, Delfino Borroni, 109 anni».
Tutti erano poco più che bambini allo scoppio della guerra. Cosa hai colto nei loro occhi?
«Lo sguardo che ogni bambino in qualsiasi tempo e in qualsiasi parte del mondo, ieri come oggi, può avere su un evento molto più grande di lui del quale ovviamente non conosce la portata. Sono tutti occhi carichi di stupore. Nei loro ricordi poi, oltre a rammentare i bombardamenti e la fame, il tratto più forte è quello della guerra vista come un evento nuovo, da scoprire, quasi ludico».
C’è qualche aneddoto?
«Ce ne sono tantissimi. Tra tutte la storia di Ezio e Giuliano Ongaro, due fratelli di Trieste, che compaiono nella locandina del film. A raccontarmela è stato Ezio, classe 1907. Un giorno lui e il fratello si mettono in testa che devono vedere, con i loro occhi, il fronte. Partono a piedi, di nascosto, pensando che fosse a due passi da casa. Dovranno, invece, percorrere 30 chilometri. Arriva sera e si fa buio. Per fortuna giunge un camion dal fronte pieno di soldati austriaci che li caricano con sé e li riportano a Trieste. Con loro grande disappunto: i due bambini erano di famiglia irredentista, tutto avrebbero voluto fuorché essere salvati da soldati ,non italiani».
Il film è un progetto sulla memoria degli ultimi testimoni. Chi ci ha creduto, sostenendolo e finanziandolo?
«Per un anno abbiamo cercato finanziamenti, partecipando a bandi senza portare a casa nulla. Il film è stato realizzato grazie alle centinaia di volontari e comparse che tra 2021 e 2022 hanno lavorato con abnegazione al progetto, avendo come unico fine quello di tramandare la storia locale e lo hanno fatto gratuitamente. Proprio grazie a rievocatori storici professionisti (alcuni dei quali collaborano frequentemente con la Rai) è stato possibile ripercorrere alcune delle storie degli intervistati, alternando visivamente i racconti degli anziani con rievocazioni riprese in alta definizione e con protagonisti bambini e bambine che hanno “interpretato” i loro avi. Il contributo principale per la realizzazione del film è giunto dalla casa editrice Tracciati di Emanuele Cenghiaro (storico collaboratore della Difesa, ndr), mentre altri sostegni sono arrivati dal Comune di Terragnolo (Trento) dove sono state girate alcune scene, e da un crowdfunding sulla piattaforma Produzionidalbasso».

È nella selezione dell’History Austria film festival
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Dopo il riconoscimento ricevuto a Los Angeles e il premio come miglior documentario al Ponza Film Awards, l’opera di Andrea Benato e Marco Scattolin è candidata in una decina di festival italiani ed esteri ed è già entrato nella selezione ufficiale dell’History Austria International Film Festival. In autunno sono previste presentazioni pubbliche nei luoghi dove si sono svolge le riprese.

Proiezioni nei luoghi dove il film è stato girato
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L’arrivo all’estero di Le ultime voci della Grande guerra è motivo di particolare soddisfazione in quanto le storie del nostro territorio e delle persone che ci hanno vissuto – soprattutto quelle che non hanno lasciato tracce nei libri di storia – possono oggi essere conosciute e studiate anche fuori dai nostri confini nazionali. In autunno sono
previste presentazioni pubbliche dell’opera di Andrea Benato e Marco Scattolini nei luoghi dove si sono svolte le riprese e dove hanno vissuto alcuni degli intervistati tra cui Padova, Rovereto, San Michele al Tagliamento, Caorle e Fagagna. I registi e i compositori stanno inoltre progettando una proiezione con le colonne suonate dal vivo per rendere ancora più emozionante e vissuto il racconto.

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