Mamme lavoratrici, "urgente intervenire per non lasciarle sole"

Nel 2019 oltre 37 mila lavoratrici madri  hanno lasciato il lavoro. Raffaela Milano (Save the Children): "Fondamentali strumenti di sostegno alla genitorialità, a partire da una rete di servizi per i bambini da 0 a 6 anni"

Mamme lavoratrici, "urgente intervenire per non lasciarle sole"

“Alla luce della crisi socio-economica legata al Covid-19, è ancora più urgente intervenire per non lasciare sole le donne con figli e garantire loro il sostegno necessario perché possano conciliare la vita familiare e quella lavorativa, senza in nessun modo essere penalizzate nel loro percorso professionale. Per questo è fondamentale mettere a disposizione strumenti di sostegno alla genitorialità, specialmente nei contesti di maggiore vulnerabilità, a partire da una rete di servizi per i bambini da 0 a 6 anni di qualità e accessibili a tutti”. E’ il commento di Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, sui dati diffusi dall’Ispettorato del Lavoro sulle madri che hanno lasciato il lavoro a causa dell’impossibilità di conciliare la necessità di accudimento dei figli con l’attività lavorativa. 

Secondo il rapporto oltre 37 mila lavoratrici madri che si sono dimesse nel 2019 (erano 35.963 l’anno precedente), mentre i padri lavoratori sono stati 13.947 (a fronte dei 13.488 del 2018)

“I dati sono purtroppo l’ennesima preoccupante conferma del forte gap che, nel nostro Paese, le donne continuano a scontare nel mondo professionale rispetto agli uomini.  – prosegue Raffaela Milano - Un gap che costringe molte di loro ad una scelta drastica tra attività lavorativa e vita familiare e che in molti casi si traduce nella rinuncia alla possibilità di lavorare. La situazione fotografata era già grave nel 2019 e ora, con le conseguenze dell’emergenza Covid-19, rischia di diventare ancora più critica”.

Secondo il rapporto “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2020” di Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – in Italia solo il 57% delle madri tra i 25 e i 54 anni risulta occupata rispetto all’89,3% dei padri. Sul fronte occupazionale, il nostro rimane tra i paesi in Europa con il divario di genere più consistente (18 punti di distanza tra donne e uomini rispetto alla media europea di 10 punti a vantaggio maschile) e, inoltre, le madri in Italia non ricevono il necessario sostegno da una rete per la prima infanzia (solo il 24,7% dei bambini frequenta un servizio socio-educativo per la prima infanzia).

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)