Nelle carceri lombarde pochi contagi grazie anche a Medici senza frontiere

L'ong ha svolto un ruolo importante nella creazione di un reparto covid a San Vittore, nel quale confluiscono i detenuti contagiati degli istituti penitenziari della regione. Il riconoscimento da parte del Naga all'operato di Msf

Nelle carceri lombarde pochi contagi grazie anche a Medici senza frontiere

Nel carcere di San Vittore a Milano è stato creato un reparto Covid-19, nel quale vengono trasferiti i detenuti contagiati degli istituti penitenziari della Lombardia. Per ora in Lombardia risultano “39 detenuti contagiati e 230 in quarantena perché entrati in contatto con altri positivi o perché essi stessi sospetti, mentre i tamponi effettuati sono stati 1167”, come scrive il garante dei detenuti di Milano, Francesco Maisto, in un suo report sulla riunione della commissione speciale carceri del consiglio regionale. E forse la scelta di aver creato un reparto Covid-19 nella storica casa circondariale di Milano si sta rivelando azzeccata nel contenere la diffusione del virus nelle carceri. Una scelta in cui un ruolo determinante lo sta svolgendo Medici senza frontiere, come testimoniano i volontari dell'associazione Naga. “La direzione sanitaria di San Vittore per gestire la gravità della situazione ha chiesto e ottenuto il supporto di Medici senza frontiere -scrive il Naga sul proprio sito web-, e così in breve tempo si è riusciti a trasformare il locale Centro clinico, un reparto in tempi normali ad alta problematicità, in una unità Covid in grado di gestire farmacologicamente i casi di media gravità di tutte le carceri regionali e di diagnosticare chi dovesse necessitare di terapia intensiva presso l’Ospedale San Paolo. Sempre grazie a questa collaborazione si è potuto inoltre organizzare in parallelo un lavoro capillare di informazione e prevenzione  per detenuti e personale penitenziario che sono stati dotati dei presidi necessari”. “In una situazione di emergenza un’istituzione come il carcere -commenta il Naga- ha lavorato in sinergia con il personale di diverse Ong, dissipando così nella concretezza dei fatti e di un agire comune la cappa di infame discredito che le politiche degli ultimi anni hanno gettato sull’operato delle associazioni non governative”. L'altra ong che ha collaborato con l'amministrazione carceraria in Lombardia è Emergency, che ha curato la formazione dei detenuti sulle norme igieniche e di prevenzione dal contagio.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)