Non autosufficienza, Gori: “Bene la premessa, ma che ora la Riforma diventi una priorità di legislatura”

Il commento del coordinatore del Patto per il Nuovo Welfare sul disegno di legge delega in materia di politiche per le persone anziane non autosufficienti approvato dal Consiglio dei ministri: “Al momento non ci sono i fondi”

Non autosufficienza, Gori: “Bene la premessa, ma che ora la Riforma diventi una priorità di legislatura”

Soddisfazione sì, ma anche qualche timore per come si passerà dalle affermazioni di principio ai fatti. E su come il disegno di legge delega sulla Riforma della non autosufficienza, approvato dal Consiglio dei ministri, si tradurrà in politiche concrete. È questo lo stato d’animo di Cristiano Gori, professore di Politica sociale presso l’Università di Trento e coordinatore del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, una rete di 52 organizzazioni della società civile impegnate nell’assistenza e cura delle persone non autosufficienti, che ha seguito fin dal principio l’iter di questo così atteso provvedimento. “La Riforma non è stata sempre presente all’interno del Pnrr – spiega Gori a Redattore Sociale –. Vi è stata inserita al termine di un lungo lavoro di dialogo e di confronto col governo, che ha portato al testo poi approvato nel corso dell’ultimo Consiglio dei ministri durante la presidenza Draghi, un testo che ha accolto la maggior parte delle nostre proposte”.

Il testo poteva anche essere stravolto dall’arrivo di un nuovo governo che ha scelto, invece, di muoversi in continuità. “È positivo che il governo abbia rinunciato all’idea di modificare il disegno di legge delega, scegliendo di agire in continuità con il precedente governo – commenta il coordinatore del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza –. Il testo approvato è il frutto di un percorso della società civile, che ha giocato un ruolo molto importante nella sua stesura”. Fin qui tutto bene, dunque, ma c’è la preoccupazione rispetto a come la Riforma si concretizzerà nei prossimi mesi. “Il punto è che siamo molto contenti, ma siamo soltanto all’inizio del percorso – sottolinea il docente –: le riforme si giudicano solo in base all’impatto concreto che possono produrre sulla vita delle persone: se la base di partenza non si traduce in politiche concrete restano inconsistenti”.

Dal punto di vista dei contenuti un aspetto fondamentale per Gori è un tema solo all’apparenza scontato, ovvero il riconoscimento dell’esistenza dell’assistenza alla non autosufficienza. “Il Sistema nazionale dell’assistenza agli anziani rappresenta, infatti, un passo avanti in quanto le diverse filiere lavorano insieme in ogni singolo passaggio, dall’istituzione di un comitato interministeriale alla programmazione e all’erogazione dei servizi”. Positiva per il docente è anche la semplificazione dei sistemi di valutazione, che da 5-6 passano a 2, uno nazionale e l’altro locale. “E poi – aggiunge – c’è il passaggio a un’assistenza domiciliare pensata proprio per la non autosufficienza, che venga cioè erogata nel tempo e sulla base del bisogno, attraverso una vera presa in carico che attivi prestazioni diverse da parte di diverse professionalità”. Tutto bene allora? Non proprio. Il rischio per Gori è che si tratta di una Riforma a zero fondi. “Al momento mancano i fondi per tradurla in pratica – conclude il docente ­–. Ma se diventa una priorità le risorse si possono spalmare su più anni.  Una legge delega stabilisce i principi, ma poi si deve arrivare ai decreti delegati. E soprattutto quella della non autosufficienza deve diventare grande Riforma di legislatura”.

Antonella Patete

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)