Nuovo governo, appello degli Italiani senza cittadinanza a Draghi: “Riformare la legge”

Sono 858 mila gli alunni stranieri nelle scuole e oltre un milione i minori iscritti alle anagrafi comunali. “Governi passano, nostre vite restano impantanate”

Nuovo governo, appello degli Italiani senza cittadinanza a Draghi: “Riformare la legge”

“Vediamo da anni cambiare i governi mentre le nostre vite di Italiani senza cittadinanza restano impantanate per legge”. Lo scrivono i ragazzi del Movimento Italiani senza cittadinanza in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi e ai futuri rappresentanti del nascente governo.

Vi scriviamo per ricordarvi che fate parte di un'Italia che è già arricchita dalle vite di cittadini dalle diverse origini, di un'Europa che è già orgogliosamente interculturale. Nei giorni scorsi ci eravamo già rivolti a voi attraverso i nostri video, volti e voci, perché siamo convinti che questo nostro amato Paese abbia bisogno di coesione e giustizia e di una guida che lavori per il bene di tutti i suoi abitanti, adulti e minori di ogni origine - spiega il Movimento -. Soprattutto in un momento così difficile, con una pandemia mondiale che ha reso ancora più faticosi e complicati i percorsi di tutti, è bene non lasciare indietro nessuno e lavorare perché ognuno di noi salga e resti sulla stessa barca da portare al sicuro”.

Da anni il Movimento italiani senza cittadinanza si batte per una riforma delle legge 91/92 per permettere ai figli degli immigrati, nati o comunque cresciuti nelle città d'Italia, di essere riconosciuti italiani di diritto. Sono 858 mila gli alunni e le alunne con passaporto straniero nelle scuole italiane e 1.078.000 i minorenni senza cittadinanza italiana iscritti nelle anagrafi comunali. “Sono figli dell'Italia di oggi ai quali dobbiamo la modifica della legge sulla cittadinanza italiana, lo devono il Parlamento e il Governo innanzitutto. Lo dobbiamo tutti noi adulti, responsabili e coerenti, in un momento in cui bisogna andare avanti per dare il buon esempio e non affondare - si legge nell’appello -.Caro presidente del Consiglio, cari rappresentanti del nuovo Governo, ci rivolgiamo a voi in prossimità di una data importante, il primo marzo, Giornata internazionale contro le discriminazioni: dimostrateci che possiamo avere fiducia in voi, che possiamo darvi anche noi la fiducia di cui questo nostro Paese ha bisogno”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)