Padova, "una città con una grande cultura del volontariato"

L'analisi emersa da una serie di indagini del Csv Padova, con la collaborazione dell’Università di Padova, sul mondo del volontariato, giovani e senza dimora. Sensibilizzazione nelle scuole, "cultura del volontariato già ampiamente diffusa". Le linee guida per l'accoglienza dei senza dimora

Padova, "una città con una grande cultura del volontariato"

Padova,  una città con una grande cultura del volontariato. E' quanto emerge da una serie di indagini avviati, nell'anno di Padova Capitale Europea del Volontariato 2020, dal Centro Servizi Volontariato provinciale di Padova, con la collaborazione del gruppo di ricerca del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova coordinato dal prof. Santinello. L'obiettivo, "leggere alcuni processi con uno sguardo anche scientifico". "Una collaborazione collaudata che quest’anno si è particolarmente concentrata sull’analisi di Padova come città del Volontariato. - spiegano i promotori - Alcuni dati, in particolare, hanno messo in luce elementi di rilevanza che mostrano come Padova sia una città con una grande cultura del volontariato, anche nel confronto il resto della popolazione italiana". Il lavoro si è concentrato in particolare su tre ambiti:  giovani e volontariato, volontariato e senza dimora, chi sono i volontari. 

Sensibilizzazione al volontariato nelle scuole

Dai risultati del progetto Wake up, volto a sensibilizzare i giovani nella fascia 11-17 anni nelle province venete, emerge che "non solo si sono rilevati dei cambiamenti nell’atteggiamento di propensione al volontariato in seguito all’intervento, ma anche che le ragazze e i ragazzi padovani partono con punteggi di propensione al volontariato più alti rispetto alle altre province coinvolte". Un elemento che indica una "cultura del volontariato già ampiamente diffusa".

Come migliorare i servizi per le persone senza dimora

Tra le iniziative del Tavolo Povertà, stimolato dal Csv come una delle attività di Padova capitale, è nato un progetto di analisi delle risorse delle persone senza dimora e del modello di lavoro dei servizi a loro dedicati. Intervistando utenti, volontari e operatori delle associazioni, sono state elaborate sei linee guida che sottolineano l’esigenza di accoglienze più individualizzate e di percorsi di accompagnamento per le persone. Queste indicazioni possono essere utili per l’Amministrazione locale nella futura programmazione dei servizi, ma anche agli enti stessi per ri-pensare a nuovi modi di lavorare con l’utenza. In questo percorso è stato importante il ruolo di chi fa volontariato nelle accoglienze e nelle unità di strada, che hanno portato il loro contributo nei focus group, insieme ai professionisti, per riflettere sul sistema di lavoro con persone senza dimora.

I volontari in pandemia, un fenomeno “padovano”?

L’analisi del profilo di chi ha dato la disponibilità a far volontariato nel progetto “Per Padova noi ci siamo” è stato confrontato con i dati di una ricerca condotta dall’Università di Verona su un campione di volontarie/i rappresentativo dell’Italia. "I volontari padovani hanno punteggi di senso di appartenenza alla città e di percezione di clima sociale nella zona in cui abitano più elevati rispetto al resto degli italiani. Inoltre, il livello di fiducia nelle organizzazioni No-profit e nelle istituzioni pubbliche è molto più alto nei volontari padovani. Non sono state riscontrate differenze invece per l’interesse politico, simile tra le due popolazioni in oggetto". Infine, 29 gruppi formati da studentesse e studenti del corso di “Modelli di intervento in Psicologia di comunità” del DPSS, durante l’anno accademico in corso, hanno intervistato i referenti di 81 associazioni padovane che operano in ambito sociale, sanitario, culturale e ambientale, per cogliere il loro punto di vista sull’impatto dell’emergenza Covid-19 e delle attività per Padova Capitale Europea del Volontariato. "Le analisi sono ancora in corso - precisano gli osservatori - ma dai dati preliminari si evince il grande lavoro fatto dalle associazioni per continuare ad operare nonostante l’emergenza. In alcuni casi l’emergenza è stata anche occasione per arruolare nuovi volontari. Il lavoro ha richiesto sacrifici e spirito di adattamento ma ciò dimostra ancora una volta come il mondo del volontariato sappia reagire in maniera costruttiva anche a una pandemia mondiale".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)