Per strada con gli ultimi della Terra. Oggi come ieri qualcuno ha raccontato che cosa significhi ritrovarsi improvvisamente senza né lavoro né casa

Qualcuno è passato attraverso questa durissima prova e ne ha lasciato testimonianza, tanto per far capire che non si tratta di eventi remoti

Per strada con gli ultimi della Terra. Oggi come ieri qualcuno ha raccontato che cosa significhi ritrovarsi improvvisamente senza né lavoro né casa

I numeri parlano molto chiaramente, e ci dicono di un evidente aumento della povertà in Italia (e non solo): 5,6 milioni di persone, vale a dire il 9,7 % della popolazione, versano in condizioni di povertà assoluta e 96mila non hanno un tetto sotto il quale ripararsi. Il che vuol dire tentare di dormire per strada, con cartoni per giaciglio, nelle stazioni, quando e dove è permesso, in palazzi fatiscenti, nelle metropolitane. Una situazione che sta toccando categorie che fino a pochi anni ne sembravano completamente esenti: genitori separati, giovani, padri e madri di famiglia che hanno perso il posto di lavoro, gente che non ce la fa più a pagare l’affitto.

Qualcuno è passato attraverso questa durissima prova e ne ha lasciato testimonianza, tanto per far capire che non si tratta di eventi remoti, ma attimi in cui il lavoro che era stato finalmente conquistato dopo anni di studio o di fatiche e apprendistati, improvvisamente sparisce.

Non parliamo di intellettuali assetati di esperienze radicalmente diverse, ma di quelli che recandosi come tutti i giorni all’azienda dove avevano un ruolo di rilievo, trovano la Guardia di Finanza che avvisa gli ormai ex dipendenti della bancarotta fraudolenta della società, e, come racconta Wainer Molteni, ti annuncia che “L’azienda è chiusa, stiamo facendo degli accertamenti”.

Una storia che il giovane e ormai famoso dj, poi divenuto capo del personale di una catena di supermercati, ha raccontato, ormai da undici anni, nel crudo ma realistico “Io sono nessuno. Storia di un clochard alla riscossa” (Baldini & Castoldi). Undici anni che sembrano oggi, perché se qualcosa è cambiato, è stato in peggio, con l’epidemia del Covid tra le concause.

Molteni non racconta la romantica avventura di un esperimento esistenziale, per vedere che effetto fa vivere per strada, ma quello che può accadere a chiunque: trovarsi improvvisamente senza soldi, senza un impiego, dopo aver rinunciato a sogni musicali di gioventù che stavano diventando un lavoro h24. E allora la strada, gli stratagemmi per non morire assiderati quando per terra i gradi vicini allo zero si sentono molto di più, quando sei esposto alla violenza gratuita, quando devi andare in bagno e il bagno non ce l’hai e devi ricorrere a bar “amici”, a quelli delle stazioni e delle biblioteche.

Un libro che torna davvero attuale all’ombra dei preoccupanti dati di una povertà sempre più diffusa. 96 mila persone senza una casa: un Popolo dell’abisso, come scrisse, ed eravamo nel 1903, Jack London in un suo libro nel quale raccontò la sua esperienza di condivisione della vita dei derelitti e gli homeless delle zone misere di Londra, con descrizioni raccapriccianti di gente che preferisce morire su una panchina e non in uno dei posti di presunta ospitalità della East London. Se London, convinto come era che “anche nei casi migliori la vita di città è innaturale per l’essere umano”, era assertore della vita in mezzo ai rischi del mare o della foresta, George Orwell da parte sua raccontò nel 1933  la sua esperienza diretta della vita al limite della sopravvivenza in “Senza un soldo a Parigi e a Londra”:  una dimensione metropolitana in cui, ancora una volta, come in London, emergeva la lotta per la vita, con l’innalzamento di piramidi sociali fatte di ricchezze inimmaginabili e di gente alla ricerca del rifiuto di strada per non morire di fame. Il che ci fa pensare al nostro oggi, in cui l’un per cento detiene il 45, 6 % della ricchezza globale, a fronte dello 0,75 % della metà più povera del mondo.

Ancora una volta la letteratura aiuta ad aprire meglio e più velocemente gli occhi su un fenomeno, quello della povertà crescente, che non riguarda una minoranza esotica, ma tutti noi.

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Fonte: Sir