“Più lavoro e meno stigma”, al via oggi nella Capitale Romens, il Festival della salute mentale

Inclusione lavorativa, lotta ai pregiudizi, corretta comunicazione al centro della seconda edizione della manifestazione. Lo psichiatra Cozza: “La malattia mentale non macchia la fedina penale”

“Più lavoro e meno stigma”, al via oggi nella Capitale Romens, il Festival della salute mentale

Non un evento per addetti ai lavori, ma una manifestazione rivolta alla cittadinanza, e ai giovani in particolare. Con l’obiettivo dichiarato di bonificare la comunicazione sulla salute mentale dai troppi pregiudizi che ancora oggi, 45 anni dopo la chiusura dei manicomi, affliggono quella parte di popolazione che convive con un disturbo mentale. Parte oggi e andrà avanti fino a martedì 10 ottobre, Giornata mondiale della salute mentale, la seconda edizione di Romens, il Festival della salute mentale, organizzato nella Capitale dal Dsm della Asl Roma 2, la più grande d’Italia con un bacino di circa 1 milione e 300mila cittadini. “Non intendiamo parlare di malattia mentale in senso clinico, diagnostico o sintomatologico, ma vogliamo puntare il dito sulle tante criticità ancora presenti nella comunicazione”, spiega Massimo Cozza, ideatore dell’iniziativa e direttore del Dipartimento di salute mentale Asl Roma 2. Sono troppi, infatti, secondo lo psichiatra, i luoghi comuni che ancora oggi avvelenano la comunicazione in fatto di disturbi mentali: vai dallo psichiatra, prenditi i farmaci, mica sei matto, sono solo alcun dei modi di dire usati a livello comune, anche tra i più giovani.

Da vicino nessuno e normale

Per scardinare questi luoghi comuni, il Festival ha ripreso l’hastag #davicinonessunoènormale, “De perto ninguem è normal” come cantava Caetano Veloso nella canzone “Vaca Profana”: un motto che poi entrò a fare parte dell’armamentario culturale di Franco Basaglia e i suoi collaboratori per indicare, appunto, come la malattia mentale ci riguarda tutti da vicino. “Di salute mentale non si parla quasi mai in maniera corretta – insiste Cozza –. Ci sono tanti pregiudizi, che vogliamo tentare di scardinare anche attraverso una manifestazione come Romens. Per esempio, si crede sempre che la malattia mentale sia inguaribile, mentre è possibile fare dei percorsi che conducano alla guarigione o quanto meno alla stabilizzazione”. Un altro dei problemi della comunicazione riguarda, poi, lo stigma vero e proprio: “Vogliamo inviare il messaggio di non restarsene chiusi in casa, dire alle persone e alle loro famiglie di non vergognarsi dei problemi di salute mentale. Bisogna superare il timore di essere etichettati, superare lo stigma che ancora persiste. Un ricovero in un Servizio psichiatrico di diagnosi e cura non vuol dire sporcarsi la fedina penale. Per questa ragione, quest’anno abbiamo rivalorizzato l’hastag #davicinonessunoènormale. Non esiste una cesura netta tra normalità e follia”.

Un solo Festival, tanti testimonial

E poi c’è il grande tema del lavoro, centrale nella seconda edizione di Romens. Questo aspetto della vita, così importante come strumento di inclusione sociale e fonte di benessere, è anche al centro del video intervento di Lillo, del celebre duo comico Lillo & Greg, diffuso in questi giorni. Lillo, però, non è l’unico testimonial della manifestazione organizzata dell’Asl Roma 2 in collaborazione con l’assessorato alle Politiche sociali e alla salute di Roma Capitale, con il patrocinio della Rai e la partnership di Romics. A sposare la causa di una migliore comunicazione sulla salute mentale ci sono, tra gli altri, Pino Strabioli, Gianmarco Tognazzi, Cinzia Leone, Paolo Ruffini, Carolina Di Domenico. “Per promuovere il tema del lavoro quest’anno abbiamo puntato anche sui centri diurni, con una particolare attenzione a quei percorsi formativi che permettono di acquisire competenze spendibili in ambito lavorativo – conclude Cozza –. Per questo il 10 ottobre, ultimo giorno di Romens e Giornata mondiale della salute mentale, il sindaco di Roma premierà una delle aziende del territorio che si sono distinte per il migliore progetto di inserimento lavorativo”.

Antonella Patete

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)