Regalo di Natale. Il ritorno di George, pianista clochard, e di un pianoforte donato

Nello spazio che ospita in queste settimane i “Sogni d’inverno”, qualche tempo fa molti hanno sperato si realizzasse il “sogno d’autunno”, quello di ascoltare “George, il pianista clochard” esibirsi al piano.

Regalo di Natale. Il ritorno di George, pianista clochard, e di un pianoforte donato

In questi giorni nel cortile di Palais Campofranco, si respira un’aria da sogno. A una manciata di metri dal Mercatino di piazza Walther tornato – dopo la pausa imposta dalla pandemia –, a brulicare di turisti giunti a Bolzano da ogni parte d’Italia e da oltre confine, la secolare pianta di ginkgo biloba, che l’arrivo della stagione invernale ha spogliato della sua maestosa chioma, c’è una giraffa di plastica bianca che regge in bocca un lampadario di cristallo arricchito da un addobbo natalizio, fatto da rami d’abete e fiori secchi. Due giorni alla settimana le voci angeliche di Voci.ssimo, coro giovanile di Fié allo Sciliar, risuonano in lontananza. Una ballerina, una violoncellista ed una cantastorie accompagnano turisti e spettatori tra valli innevate e momenti conviviali intorno all’albero di Natale. È “Winterträume – Sogni d’inverno”, il progetto ideato dai proprietari di Palais Campofranco con l’Azienda di soggiorno di Bolzano, in collaborazione con le Vereinigten Bühnen Bozen.
Un’atmosfera da sogno, accompagnata da installazioni luminose e proiezioni video, sul finire di giornate che profumano di biscotti alla cannella e vin brulè. Perché a Natale la licenza di sognare non ha età. Bisogna solo non scordare che i sogni, quelli veri, hanno lo spirito dei bambini, dei piccoli. Perché se si sogna con lo spirito dei grandi, i sogni si dissolvono in un attimo.
Nello spazio che ospita in queste settimane i “Sogni d’inverno”, qualche tempo fa molti hanno sperato si realizzasse il “sogno d’autunno”, quello di ascoltare “George, il pianista clochard” esibirsi al piano. L’appuntamento era stato fissato per il 30 settembre, in occasione del 1. compleanno del rinnovato Palais Campofranco (v. “Appunti social” del 10.10.2022). Quella sera, però, Giorgio Bortini – questo il vero nome del bolzanino diplomato in pianoforte e dipendente di una banca locale che, dopo un periodo trascorso in Germania, ha deciso di prendere le distanze dalla società, scegliendo di vivere in strada – non si è presentato. Gli organizzatori dell’evento avevano sistemato sotto la grande chioma del ginkgo biloba un pianoforte a coda, pensando di realizzare così il sogno dell’uomo, che in diverse occasioni aveva detto che gli sarebbe piaciuto tornare a suonare in pubblico.
Ma George, che da anni ha scelto una vita da “invisibile”, non cercava le luci della ribalta e non desiderava essere al centro dell’attenzione perché “clochard”. Desiderava semplicemente provare a comunicare con gli altri attraverso la sua musica.
Per diversi giorni, dopo quella sera, non si è più visto in giro. Sparito nel nulla. Un esilio volontario nell’esilio quotidiano, in attesa che il clamore mediatico su “George, il pianista clochard” si calmasse. Perché si sa, i riflettori dei media prima o poi si spengono.
Quello che invece non si è mai spento è l’amore di George per la musica. Un amore così forte e profondo, che a fine ottobre lo ha portato a tornare nel negozio bolzanino di pianoforti e strumenti musicali, là dove tutto era iniziato.
“Oggi è tornato a trovarci George – si legge in un post pubblicato sulla pagina Fb Saccuman Snc insieme ad un video musicale (Saccuman | Facebook) –. Questo era ciò che speravamo di sentire la sera dedicata a lui al Campofranco. Tante persone sono venute sperando di vederlo. Anche noi abbiamo avuto modo di conoscerlo meglio in questi mesi, in quanto siamo andati spesso da lui. Ha molta paura, soprattutto la sera, e molto probabilmente poco prima della serata, l’emozione lo ha tradito. Succede anche ai migliori pianisti. Vogliamo ringraziare ancora una volta tutte le persone che sono venute al Campofranco e che hanno pensato a lui”.
Nel video le dita di George corrono su e giù per la tastiera, saltellando agili tra i tasti nei e quelli bianchi, indugiando di tanto in tanto per regalare alle note quella musicalità che le rende uniche. Avvolto nella sua giacca a vento grigia, con l’inseparabile cappellino di lana a righe verde oliva e beige, da cui spuntano ciocche di capelli più sale che pepe, la sua figura si riflette nel pannello in legno nero laccato del pianoforte. Sul leggio nessuno spartito. Perché George suona tutto a memoria. E la musica ce l’ha dentro. Nel cuore.
A Natale la licenza di sognare non ha età. Bisogna solo non scordare che i sogni, quelli veri, hanno lo spirito dei bambini, dei piccoli. Che i sogni non li programmano, ma li rincorrono fino a quando – senza quasi rendersene conto – li riescono ad abbracciare. E quando questo accade la gioia è così grande che bisogna subito condividerla con gli altri.
“Questa sera abbiamo fatto una grossa sorpresa a George” si legge nel post pubblicato dalla ditta Saccuman su Fb la sera del 16 dicembre.
Alcune settimane fa, nel negozio bolzanino di pianoforti e strumenti musicali è arrivata una telefonata. A chiamare era la famiglia Dolzani/Fattoretto. “In casa abbiamo un pianoforte che non suona più nessuno. Ci piacerebbe regalarlo a George”.
“Noi – scrivono su Fb i proprietari del negozio – ci siamo occupati della revisione, dell’accordatura e del trasporto”.
E così venerdì scorso un furgone della ditta Saccuman è arrivato nella parrocchia bolzanina di Tre Santi, nelle vicinanze della quale George vive abitualmente e dove, in questi giorni di freddo polare, trascorre le notti per ripararsi dal gelo.
“Appena ci ha visto ci è venuto incontro – si legge su Fb – ed appena ha saputo che il pianoforte era il suo faticava a trattenere la felicità”.
In men che non si dica ha preso una sedia ed ha alzato il coperchio del piano.
Le sue dita rimbalzano veloci tra i tasti nei e tasti bianchi del suo Hupfeld in legno di ciliegio satinato. Lui sempre avvolto nella sua giacca a vento grigia, con il suo cappellino di lana a righe verde oliva e beige. Al suo fianco l’inseparabile sedia a rotelle, che lo accompagna ogni giorno trasportando tutto il suo mondo raccolto e organizzato in sacchetti di plastica.
Su quel piano, costruito qualche decennio fa a Lipsia, che da tempo era stato consegnato al silenzio, hanno così preso ancora una volta vita le note di “Maple Leaf Rag” (Ragtime della foglia d’acero), il brano che segnò l’ascesa di Scott Joplin (1867-1917) e di tutto il genere ragtime. Il brano che ha fatto conoscere sui social il talento di George.
A Natale la licenza di sognare non ha età. Bisogna solo non scordare che i sogni, quelli, veri, hanno lo spirito dei bambini, dei piccoli. E le note di Scott Joplin.

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Fonte: Sir