Riforma non autosufficienza, Spinelli (Toscana): “Ottima strategia che pone al centro la persona”

L’assessora al sociale della Regione Toscana sulla riforma voluta dal premier Draghi nel Pnrr: “E’ auspicabile che le Regioni vengano davvero coinvolte nella definizione di un modello nazionale”

Riforma non autosufficienza, Spinelli (Toscana): “Ottima strategia che pone al centro la persona”

“La notizia che all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza elaborato dal Governo Draghi trova spazio anche la riforma della non autosufficienza è senz’altro da accogliere positivamente”. Queste le parole dell’assessora al sociale della Regione Toscana Serena Spinelli. “Sposiamo questa notizia con grande interesse perché ripropone il tema della non autosufficienza secondo un modello di risposta ai bisogni e ai diritti delle persone, nel quale tutto ruota intorno a una riorganizzazione del sistema in cui la presa in carico complessiva e individualizzata della persona diviene l’elemento centrale delle politiche nazionali e regionali in materia. Che questo emerga dalla fase emergenziale originata dal Covid è un elemento doppiamente positivo. Perché evidenzia che le risposte alla non autosufficienza sono indispensabili per garantire una buona qualità della vita delle persone, che possano restare nel proprio ambiente familiare e domestico, secondo le loro aspettative, evitando e rimandando il più possibile l’istituzionalizzazione”.

Secondo l’assessora Spinelli, “avere messo questa esigenza all’interno del Pnrr fa ben sperare sul fatto che lo Stato voglia investire davvero sulla vita delle persone, indipendentemente dalla loro condizione, ritenendole in ogni caso portatrici di diritti. Ci fa piacere, come Toscana, perché abbiamo un modello che opera attraverso le Unità di Valutazione Multidisciplinare come strumento cardine da cui si parte per elaborare i progetti di presa in carico delle persone non autosufficienti. La Toscana ha già investito sul budget di salute e ha inserito nelle norme regionali il “Punto insieme” delle Sds/Zone Distretto come luogo dedicato di accesso ai servizi. Grazie a scelte come questa potremo anche svolgere un ruolo e dare un contributo a livello nazionale nella definizione della riforma organica degli interventi sulla non autosufficienza, da approvarsi con apposita legge dello Stato, prevista dal Pnrr”.
Poi aggiunge: “Abbiamo la consapevolezza di avere un buon modello, ottime professionalità dedicate a questo tema e dobbiamo avere la possibilità di investire risorse sia in termini di servizi alla persona, che di implementazione e formazione di coloro che lavorano con e per le persone, oltre che per avere investimenti sul territorio in Case della salute che potrebbero così diventare Case della comunità. In Toscana disponiamo quindi di una buona base di partenza su cui vogliamo lavorare ulteriormente, perché non ci nascondiamo gli elementi di criticità che riguardano questa parte del nostro sistema di welfare, ma vogliamo affrontarli per risolverli e migliorare”.
“Per questo – spiega Spinelli - fa ben sperare che anche a livello nazionale si voglia farsi carico di tutto questo. C’è un grande lavoro da fare insieme. Ed è auspicabile che le Regioni vengano davvero coinvolte nella definizione di un modello nazionale, perché ad oggi, invece, mostrano approcci e sistemi diversi tra loro. Quando si parla di Case della comunità penso al fatto che la Toscana dispone di una rete di associazionismo e del terzo settore che va dalla promozione sociale al supporto ai servizi sociali e sanitari. Questo può essere uno strumento ottimale affinché, attraverso una forte presenza e programmazione da parte del pubblico che tenga al centro, appunto, le persone, con i loro bisogni, le loro caratteristiche personali e familiari e con attenzione anche al luogo e all’ambiente in cui vivono, sia possibile costruire intorno a loro una serie di risposte integrate, sia sul versante sanitario che su quello sociale. Un approccio quindi complessivo e globale al tema della non autosufficienza e della capacità di presa in carico da parte del nostro sistema socio sanitario”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)