Roma, servizi per disabilità fermi per mancanza di risorse. “E' interruzione di servizio”

Accade nel 2° municipio, che aveva “acquisito” il servizio dopo l'interruzione del finanziamento da parte dell'Asilo Savoia. La denuncia: “Si viola legittimo affidamento da parte delle famiglie e principio della continuità assistenziale. Ora i nostri figli di nuovo isolati, dopo due anni di pandemia”

Roma, servizi per disabilità fermi per mancanza di risorse. “E' interruzione di servizio”

Un servizio “acquisito” e poi interrotto: un servizio essenziale per le famiglie, che lo hanno scelto per i loro figli, giovani adulti con disabilità, ormai fuori dal percorso scolastico e condannati a quel “vuoto” che si apre, quando l'ultima campanella scolastica smette di suonare.

Accade a Roma, all'interno del secondo municipio, la vicenda che viene denunciata a Redattore Sociale da una delle mamme che, il due gennaio, si è sentita dire che sua figlia, 26 anni e una grave disabilità, sarebbe dovuta rimanere a casa. Le attività, dopo le feste, non sarebbero riprese, perché mancano le risorse. Parliamo, precisamente, delle attività del centro per l'autonomia e le disabilità complesse “Un sorriso lungo il cammino”, finanziate in parte dal II municipio e gestite dalla cooperativa "Mille e una notte". Il 31 dicembre scorso, il responsabile della cooperativa è stato informato dal municipio che i laboratori, cui partecipano decine di ragazzi con disabilità, si sarebbero dovuti interrompere: nessuna proroga del servizio per il momento, in attesa del nuovo bando, perché i fondi non ci sono.

“Eppure i fondi erano stati resi strutturali – racconta a Redattore Sociale V., mamma di R., che ha competenze giuridiche e quindi conosce bene diritti e doveri – Qui siamo di fronte alla violazione del principio della continuità assistenziale per le persone fragili e del diritto al legittimo affidamento da parte delle famiglie. Famiglie che ora, di fatto, sono abbandonate, così come abbandonati sono i nostri figli, che su quelle ore di impegno contavano tanto e che ora patiscono per questo nuovo isolamento. R. andava al centro ogni mattina, dalle 9 alle 12 e partecipava a diverse attività: per lei era il suo impegno, la sua attività. Dopo due anni di interruzione per il covid, finalmente era ripartito anche questo servizio e ora questa interruzione pesa moltissimo, per noi ma soprattutto per lei e per gli altri ragazzi, tanto che le famiglie si stanno facendo sentire”.

Alcune di loro hanno scritto all'assessore municipale alle Politiche sociali, Gianluca Bogino, il quale ha subito risposto, ricostruendo le ultime vicende di questo servizio e del suo finanziamento: “Fino al 31 dicembre 2021, il progetto è stato finanziato dall'ASP Asilo Savoia, che ha poi dovuto interrompere tale finanziamento per il 2022. Come Municipio II un anno fa abbiamo deciso, al fine di scongiurarne la chiusura, di acquisire il servizio, richiedendo un apposito finanziamento in bilancio al Comune di Roma: finanziamento che abbiamo ottenuto e che ci ha permesso di svolgere le attività quest'anno”.

Cos'è successo, allora? “Per il 2023 il Comune di Roma ci ha comunicato che, a causa di numerosi nuovi costi imprevisti (come l'aumento delle utenze), non sarà possibile, almeno per l'inizio dell'anno, erogare queste risorse al Municipio”. Per V. una dichiarazione “gravissima, perché lascia intendere come il municipio abbia appunto acquisito il servizio, facendosene carico e offrendolo alle famiglie senza far alcun cenno a una eventuale interruzione. Noi abbiamo scelto questo servizio, a settembre, preferendolo ad altre possibilità. Se avessimo saputo di questo rischio, ci saremmo rivolti altrove”.

Se e quando si troverà una soluzione, non è possibile prevederlo: “Noi ovviamente stiamo facendo il possibile per far presente che si tratta di risorse indispensabili – fa sapere alle famiglie l'assessore municipale - Ci impegniamo in ogni caso a recuperare tali risorse, qualora non dovessero arrivare dal Comune, riducendo altri servizi, così da garantire ugualmente lo svolgimento delle attività del centro. Com'è noto però i municipi non possiedono autonomia di bilancio e, anche per procedere in tal senso, occorre che il comune di Roma approvi il bilancio 2023 con le variazioni che abbiamo richiesto, che spostano appunto le risorse sul centro da altre voci”.

Insomma, il municipio lancia la palla al comune e al relativo bilancio, la cui approvazione avviene generalmente entro il 31 dicembre dell'anno precedente. “,Ma vista la situazione generale – spiega l'assessore - il governo ha previsto quest'anno una proroga dei termini al 31 marzo 202l. Il bilancio di Roma è però già in discussione e nello specifico al parere dei municipi e contiamo che a breve sarà approvato. Nel frattempo, stiamo provando a trovare una soluzione temporanea per questi mesi, ma purtroppo fino all'approvazione del bilancio vige l'esercizio provvisorio, che ci impedisce di operare in piena libertà”.

C'è anche un impedimento di ordine tecnico: “Nello specifico i servizi del centro, seppur fondamentali come noi tutti sappiamo, non sono formalmente un servizio Liveas da erogare in forza dei livelli minimi di assistenza previsti dalla legge. Questo ci impedisce di superare la regola dei dodicesimi imposta dall'esercizio provvisorio e procedere con l'impegno delle risorse. Stiamo tentando in questi giorni tutte le soluzioni amministrative possibili per sbloccare la situazione”.

In altre parole, “ da un lato i fondi sono stati resi strutturali, dall'altro ora è come se si facesse un passo indietro per mancanza di fondi – commenta V. - ma questa è un'evidente contraddizione: se i fondi sono strutturali, le risorse si devono trovare. Se il municipio decide di acquisire un servizio, che può configurarsi come servizio pubblico, se ne assume la responsabilità ed essendo essenziale, non può essere interrotto. E' un servizio fondamentale, visto che dopo la scuola, per i nostri figli c'è il vuoto. Io avrei voluto che mia figlia ripetesse l'ultimo anno delle superiori, scelta che molti genitori compiono, ma una circolare della Regione Lazio me lo ha impedito, Ci sono i centri diurni, è vero, ma io sempre cercato altro per mia figlia: perché nei centri diurni le diverse disabilità e le diverse età di trovano costrette a una convivenza non sempre facile, né tanto meno efficace. Avevo scelto questo servizio che, essendo stato preso in carico, 'acquisito' dal municipio, mi aspettavo legittimamente che proseguisse, E adesso cosa accadrà? Abbiamo tutti bisogno di una risposta che sia tempestiva e certa”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)