Salute, Garante: “In forte aumento le persone nelle Rems”

La relazione al Parlamento delle persone private della libertà, Mauro Palma. “Il numero complessivo di persone dichiarate destinatarie di tale misura supera di molto il numero di quelle ospitate negli Ospedali psichiatrici giudiziari al momento della chiusura nel 2015”. Situazione che desta preoccupazione

Salute, Garante: “In forte aumento le persone nelle Rems”

Sono 632 le persone internate nelle attuali 31 Residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza (Rems) funzionanti: il 46,7 per cento è in misura di sicurezza provvisoria.

675 persone sono invece in lista d’attesa, tra loro 42 sono illegalmente recluse in carcere, senza titolo detentivo. Sono i dati resi noti dal Garante delle persone private della libertà, Mauro Palma, nella sua relazione al Parlamento. Una situazione che desta preoccupazione: “Il numero complessivo di persone dichiarate destinatarie di tale misura supera di molto il numero di quelle ospitate negli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) al momento della chiusura nel 2015 (698 allora contro le 632 attualmente in Rems + le 675 in lista d’attesa) - spiega Palma -. Il dato appare ancora più macroscopico se si tiene conto che gli Opg ospitavano sia internati in misura di sicurezza, sia detenuti che avevano sviluppato una malattia mentale, sia detenuti in osservazione psichiatrica. Le Rems invece accolgono solo internati in misura di sicurezza. Difficile dire se questo aumento sia dovuto a una maggiore propensione a ricorrere a misure di sicurezza reclusive o a una effettiva sottovalutazione dell’aumento delle difficoltà e del disagio nella società contemporanea. Resta il fatto che il processo, anche culturale, di graduale responsabilità territoriale di tali difficoltà deve essere incoraggiato e incrementato”. 

Per quanto riguarda le Rsa sono 12.630 i presidi residenziali socioassistenziali e sociosanitari, per un totale di più di 400.000 posti letto (411.992). 305.750 le persone anziane, autosufficienti o meno, e le persone adulte o minori con disabilità in essi ospitati. “L’area della residenzialità protetta, accudita, diventa, in talune circostanze, privativa della libertà de facto, soprattutto per coloro che non hanno figure di accudimento da loro riconoscibili. L’ attenzione si è così estesa alle diverse strutture ove persone anziane o con disabilità sono ospitate e dove a volte permangono per periodi indefiniti non sempre corrispondenti alla previsione iniziale nel momento d’ingresso, né alla volontà allora espressa o a quella in seguito affermata - spiega il Garante -. La sfida è sempre il «sostegno all’autonomia». Tutti devono contribuire al potenziamento dell’autodeterminazione, anche di quel margine limitato che in taluni casi può apparire meramente residuale, ma che costituisce il germe del riconoscimento dei diritti di ogni persona”. 

Per quanto riguarda i luoghi di privazione della libertà nell’ambito dei Servizi psichiatrici di diagnosi e cura e delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e assistenziali, le visite del Garante nazionale sono state avviate nel marzo del 2018, più tardi rispetto agli altri luoghi di privazione della libertà personale. A partire dal marzo 2018, sono state visitate 36 strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio assistenziali (Rsa, Crap, Rssa), 1 Casa famiglia per minori, 2 luoghi di quarantena Covid-19 (una nave quarantena e un hotel Covid), 36 Spdc, 2 comunità riabilitative assistenziali psichiatriche, 19 Rems. Due sono state le visite riguardanti casi studio nell’ambito delle persone con disabilità e anziane.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)