Salute mentale dei minori, al via uno studio congiunto di Garante infanzia e Iss

Prima ricerca scientifica nazionale sul fenomeno ai tempi del Covid. L’indagine coinvolgerà 7.500 tra bambini e ragazzi. Prevista la formulazione di raccomandazioni. Nella cabina di regia anche il ministero dell’istruzione

Salute mentale dei minori, al via uno studio congiunto di Garante infanzia e Iss

Al via una ricerca sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti ai tempi del Covid-19 promossa dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e il Ministero dell’istruzione. Si tratta della prima iniziativa a carattere scientifico su scala nazionale di durata triennale - con tre step intermedi - che mira a offrire un quadro esaustivo e rappresentativo della situazione.
È previsto uno studio epidemiologico a carattere campionario che coinvolgerà fino a 7.500 minorenni suddivisi in tra fasce di età: 6-10, 11-13 e 14-18 anni. Sarà garantita un’adeguata rappresentatività di scuole rurali e urbane di Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Campania e Sicilia. Stamattina si è insediato il comitato scientifico del progetto. Nella cabina di regia è coinvolto anche il Ministero dell’istruzione.

Saranno raccolte le buone pratiche sperimentate per la sensibilizzazione dei genitori e della popolazione nonché le strategie per la promozione della salute mentale nelle scuole. Nel report finale saranno inserite le raccomandazioni dell’Autorità garante a Governo e altre istituzioni per dare una risposta a un problema che si presenta con caratteristiche preoccupanti.
“Sono arrivati numerosi segnali d’allarme a proposito di casi di disagio, autolesionismo, disturbi alimentari scorretti, dipendenze da alcol o droghe - osserva l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti -, provenienti spesso da alcuni dei principali reparti di neuropsichiatria infantile italiani, che impongono un approfondimento. Questo progetto vuol comprendere in maniera scientifica quanto sia esteso e profondo il fenomeno e capire in generale cosa si può fare per affrontarlo efficacemente”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)