Saman, in una canzone la sua eredità, che non muore

A firmare le parole della canzone è Edoardo Tincani, direttore del settimanale diocesano di Reggio Emilia-Guastalla “La Libertà”. Si tratta della prima canzone sulla tragica storia di Saman Abbas, la 18enne pakistana è sparita da Novellara nella notte tra il 30 aprile e l'1 maggio 2021 e il corpo è stato ritrovato a novembre 2022. L'articolo è stato pubblicato oggi su RisveglioDuemila, il settimanale della arcidiocesi di Ravenna-Cervia.

Saman, in una canzone la sua eredità, che non muore

L’attualità letta con la lente d’ingrandimento della musica. E una tragedia raccontata in note e poesia. È una duplice sfida quella accettata da Fausto Bizzarri, compositore di Novellara (Reggio Emilia), ed Edoardo Tincani, direttore del settimanale diocesano di Reggio Emilia-Guastalla “La Libertà” che firmano musica e testo di “L’eredità di Saman”, la prima canzone sulla tragica storia di Saman Abbas. La 18enne pakistana è sparita da Novellara nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 e il corpo è stato ritrovato a novembre 2022. Dietro il delitto, confessato dal padre per il quale l’Italia ha chiesto l’estradizione, la storia di una ragazza di seconda generazione, in fuga da un matrimonio combinato, in cerca della libertà e dell’identità. “Un atto di denuncia – scrive Tincani sul suo blog – per le tante violenze a cui, in mezzo mondo, le donne sono condannate”. Il brano è stato registrato nel febbraio 2023 a Bagnolo in Piano, con l’arrangiamento del maestro Primo Iotti, che ha suonato il pianoforte, e la voce di Francesca Seminara. “L’eredità di Saman”, ascoltabile sulla piattaforma Youtube (sul canale “Energieinvolo”) dove ha già raggiunto il migliaio di visualizzazioni, racconta proprio questo, attraverso le parole di Tincani che immagina una lettera scritta da Saman alle sue coetanee e alle donne e agli uomini di oggi.

Un’eredità pesante, ma preziosa: “Non ho perso la mia libertà/di denunciare tanta ipocrisia/e il male di una certa autorità/che si confonde con la tirannia”. Un’eredità che non assolve, ma mette in gioco: “Mi avete pianto come una di voi/mandate i baci che ora non ho più/mi proteggete col senno di poi/ma è già finita la mia schiavitù/E quanti abusi, quanti mattatoi/ancora serviranno in questa folle guerra?”. Le parole di Tincani partono dalla cronaca, ma non si fermano lì, aprono al futuro e al mondo: “Spero vi rimarrà/in memoria/l’eredità di Saman/per le altre vittime nel mondo/senza la pubblicità/che ha ricevuto/questa mia tragica storia/e per il buio profondo/su tante grida d’aiuto”. Le ultime righe sono un colpo d’ali: segno di una speranza che non muore. L’ “Eredità di Saman” non può rimanere in una tomba: “La morte toglie ogni falsità/ogni rancore, ogni codardia/ora vi lascio questa eredità/e insieme a voi potrò volare via”.


Daniela Verlicchi

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Fonte: Sir