Senza dimora, con il covid aumentate le richieste agli Help center: oltre 473 mila interventi

Diminuiscono sensibilmente gli utenti ma crescono le richieste di beni di prima necessità. A chiedere aiuto anche tanti italiani. Radicchi: “Durante la pandemia gli Help Center hanno dovuto operare riadattando la loro attività, aprendosi ad un’utenza completamente nuova e colmando il vuoto del sistema”

Senza dimora, con il covid aumentate le richieste agli Help center: oltre 473 mila interventi

Nel 2020 sono stati oltre 473mila gli interventi di assistenza a persone in difficoltà realizzati dai 18 Help Center, sportelli di ascolto, orientamento ed assistenza sociale presenti nelle stazioni ferroviarie italiane.  E’ quanto emerge dal Rapporto dell’Osservatorio della Solidarietà nelle Stazioni Italiane (Onds) presentato oggi in un evento in streaming all’Auditorium Villa Patrizi, sede del Gruppo FS Italiane.

Quello appena passato è stato un anno condizionato dall’emergenza Covid-19 che, a fronte di una riduzione del numero totale degli interventi rispetto al 2019 dovuta, a causa della pandemia, alla chiusura temporanea di alcuni servizi e alla limitazione forzata degli spostamenti, ha visto aumentare del 2% le richieste di beni di prima necessità.

In totale nel 2020 agli Help Center della rete Onds si sono rivolte 15.676 persone (-30% rispetto al 2019). I nuovi utenti, ossia le persone che per la prima volta sono state prese in carico dai servizi sociali di stazione della rete Onds sebbene siano diminuiti in valore assoluto (-37% rispetto al 2019) superano comunque il 52% degli utenti totali. 

Significativo l’aumento dei cittadini italiani che hanno chiesto assistenza agli Help Center, con la percentuale cresciuta dal 24% del 2019 al 28% (4.089) del 2020. Il numero maggiore di persone in stato di necessità che ha chiesto assistenza è rappresentato dagli stranieri: nel 2020 sono stati 11.587. Di questi 1.405 cittadini comunitari (9%) e 9.255 extracomunitari (63%). Gli uomini restano la maggioranza: 12.540 (82%) degli utenti; le donne 2.758 (18%) e 26 le persone transgender. Sono stati circa 49 mila gli interventi di supporto e orientamento sociale e oltre 424 mila gli interventi di “bassa soglia” (distribuzione di pasti, coperte, abiti e beni di prima necessità) per un totale di 473 mila interventi di assistenza (-9%) rispetto al 2019, dovuto in particolare a una riduzione del 52% degli interventi di orientamento sociale e a un aumento del 2% degli interventi a bassa soglia, nonostante il calo degli utenti. 

Durante la pandemia gli Help Center hanno dovuto operare riadattando la loro attività, aprendosi ad un’utenza completamente nuova e colmando i vuoti di un sistema di accoglienza istituzionale inizialmente congelato” sottolinea Alessandro Radicchi direttore di Onds. Attualmente la Rete di solidarietà comprende 18 Help Center, sportelli di ascolto situati all’interno e/o nelle zone limitrofe delle stazioni ferroviarie che orientano le persone in difficoltà verso i servizi sociali della città (centri di accoglienza, comunità terapeutiche, associazioni specializzate) per elaborare percorsi mirati di recupero e reinserimento sociale. I locali sono concessi in comodato d’uso gratuito da FS Italiane e sono gestiti da Associazioni a scopo sociale locali, d’intesa con i Comuni. I primi due centri sono stati istituiti nelle stazioni di Roma Termini e Milano Centrale: ad essi si sono aggiunti quelli di Bologna, Chivasso, Torino, Genova Cornigliano, Firenze Santa Maria Novella, Pescara Centrale, Napoli Centrale, Foggia, Reggio Calabria, Messina, Bari, Catania, Brescia, Pisa e Cagliari.  E’ stata inaugurata da poche settimane “La Foresta – Accademia di Comunità”, il nuovo centro di Rovereto.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)