Servizio civile, il primo bando al tempo della pandemia

Terminato nei giorni scorsi, ha visto gli enti fare i conti con i limiti e con le potenzialità della rete. È quanto emerge da una ricerca quantitativa svolta da Redattore Sociale sulla comunicazione realizzata dai 255 enti titolari di Programmi di intervento e di Progetti, finanziati dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il SCU ed inseriti nel Bando nazionale

Servizio civile, il primo bando al tempo della pandemia

Il primo Bando per volontari del Servizio Civile Universale (SCU) al tempo della pandemia, terminato nei giorni scorsi, ha visto gli enti fare i conti con i limiti e con le potenzialità della rete. È quanto emerge da una ricerca quantitativa svolta da Redattore Sociale sulla comunicazione realizzata dai 255 enti titolari di Programmi di intervento e di Progetti, finanziati dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il SCU ed inseriti nel Bando nazionale pubblicato lo scorso 21 dicembre. L’analisi si è concentrata in particolare negli ultimi giorni del bando, dal 14 al 17 febbraio, ed ha monitorato sia gli aspetti obbligatori della comunicazione previsti dal bando, sia l’utilizzo dei social network e di altre modalità innovative di informazione.

Ricordiamo come il Dipartimento richiedesse agli enti “per consentire ai giovani di disporre di tutti gli elementi per compiere la migliore scelta del progetto per cui presentare domanda” di pubblicare sulla home page dei loro siti internet “oltre all’elenco dei progetti di propria competenza, anche una scheda sintetica per ciascun progetto”. Veniva inoltre fatto obbligo di “pubblicare il link alla piattaforma Domanda On Line, unico strumento attraverso il quale deve essere compilata e presentata la domanda” e “indicati i giorni e gli orari di apertura delle proprie sedi, o comunque un recapito telefonico, per fornire informazioni o supporto ai giovani che ne avessero necessità”.

Dall’analisi è emerso come l’89,0% degli enti riportasse nella propria home page un richiamo preciso e chiaro al Bando, mentre per il restante 11,0%, pari a 28 enti, sia stato necessario utilizzare il motore di ricerca interno al sito oppure uno esterno (come Google) per trovare la pagina di informazioni. Rispetto ai progetti, quasi il 95% degli enti ha pubblicato in maniera chiara ed accessibile le schede di sintesi (e in alcuni casi anche i testi completi dei progetti), mentre nel restante 5% dei casi queste schede non sono state trovate.

Le percentuali variano ulteriormente analizzando il contenuto delle pagine web dedicate al bando nazionale. Se infatti nella quasi totalità dei casi vengano assicurate le informazioni basilari richieste dal Dipartimento, solo per il 62,4% dei siti si è riscontrata una presentazione approfondita del bando, delle modalità di candidatura , dei requisiti e di altri elementi riguardante l’esperienza di servizio civile universale. Da segnalare un 9% di enti “virtuosi” che hanno dedicato un vero e proprio sito al SCU, riportando elementi aggiuntivi per aiutare i giovani ad orientarsi, come l’esperienza degli altri volontari e le loro testimonianze, oppure mappe interattive e video che illustrassero le procedure per la candidatura.

Il vero divario si è misurato però a livello della dotazione e dell’utilizzo dei social network. Infatti solo poco più della metà degli enti che avevano progetti a bando, il 52,2%, è risultato avere ed utilizzare per la promozione del SCU un account Facebook, percentuale che scende al 30,6% per Instagram e al 27,8% per Twitter. Il 15,7% risulta inoltre essersi attivato con dei webinar online che presentassero i progetti e l’esperienza di servizio civile, oppure nel 5,5% dei casi ha organizzato anche degli Infoday (in presenza oppure virtuali). Da rilevare come 24 enti, per la maggior parte comuni, si siano rivolti ad una società privata per le attività di comunicazione, promozione e reclutamento dei giovani, delegandole la relativa attività informativa via internet, tanto che è risultate essere quest’ultima a promuovere direttamente sui suoi social o con sponsorizzazioni a pagamento la ricerca di “2.732 giovani dai 18 ai 28 anni con un rimborso di circa 440,00 euro al mese per 12 mesi”.

E se sul sito ufficiale del bando https://www.scelgoilserviziocivile.gov.it/ e i relativi account social del Dipartimento non è mancata per i giovani la possibilità di informarsi in ogni momento sul SCU e sulle modalità di candidatura, un’azione parallela di informazione è stata svolta dalla Rappresentanza nazionale dei volontari e su canali non istituzionali, come ad esempio la pagine e il gruppo Facebook dedicati al “Servizio Civile Universale”. (FSp)

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)