Servizio civile, in una circolare le indicazioni per la selezione dei candidati

Firmata il 24 febbraio scorso specifica le misure da adottare nello svolgimento dei colloqui,  sia in presenza che online, degli oltre 125mila giovani candidati. La preoccupazione di Csv Lazio e “Acque Correnti”

Servizio civile, in una circolare le indicazioni per la selezione dei candidati

Il sistema del Servizio Civile Universale (Scu) continua a fare i conti con gli effetti della pandemia. E se ormai il 98,5% del totale dei giovani è tornato in servizio, dopo le varie sospensioni in questi mesi dei progetti a causa degli effetti del Covid-19, ora sono le selezioni dei futuri volontari ad essere condizionate da questa situazione.

Il 24 febbraio infatti il Capo Dipartimento per le Politiche giovanili e il SCU, Flavio Siniscalchi, ha firmato una nuova Circolare contenente le misure da adottare nello svolgimento dei colloqui di selezione, sia in presenza che online, degli oltre 125 mila giovani candidati al Bando nazionale scaduto lo scorso 17 febbraio. “La Circolare - spiega il Dipartimento - fornisce le indicazioni in relazione sia alla prevenzione e protezione dal rischio di contagio da Covid-19 (in caso di prova ‘in presenza’), sia al rispetto della normativa sulla privacy per il trattamento dei dati personali dei candidati (qualunque sia la modalità di realizzazione del colloquio)”.

I nuovi obblighi si aggiungono a quelli già previsti dal Bando emanato lo scorso 21 dicembre, e sono stati considerati “tardivi” da parte di alcuni enti rispetto ai tempi di lavoro già programmati, tanto da portare alcuni di loro a scrivere alla Consulta nazionale del Scu. In particolare Csv Lazio e l’associazione “Acque Correnti”, con una lettera alla Presidente Feliciana Farnese dei loro rispettivi Responsabili del Scu, Claudio Tosi e Renato Perra, hanno voluto sottolineare come la Circolare “equipari le selezioni del Servizio civile alle procedure previste per un Concorso Pubblico trasformando in un sol colpo il ‘colloquio’ di selezione così come l’abbiamo chiamato e praticato tutti in questi anni in ‘prova’. Inoltre, nel fare questo, introduce delle disposizioni sanitarie di evidente buon senso, definendole come doveri per gli enti selezionatori e trasformandole quindi in obblighi strutturali con un significativo appesantimento dell’intera procedura per gli enti accreditati, che non sono strutture pubbliche, ma appunto enti di varia natura che hanno presentato un loro sistema di selezione al momento dell’accreditamento e si sono impegnati ad operare con serietà e trasparenza all’interno di quella cornice”.

I due enti laziali sottolineano in particolare come, prevedendo il tampone obbligatorio, le nuovi indicazioni “carichino sui giovani aspiranti un costo e un obbligo stringente che può pesare e scoraggiare al colloquio in presenza, che è essenziale per registrare e considerare tutto il corpo di messaggi e linguaggi non verbali, che costituiscono la maggiore fonte comunicativa, soprattutto nel caso di giovani non necessariamente professionalizzati come nel caso del Servizio Civile”.

Per Tosi e Perra la Circolare, che dà anche tutta una serie di indicazioni stringenti sulle modalità di gestione online delle selezioni, “non solo dà un colpo forte allo svolgimento di colloqui in presenza che avrebbero facilitato una più profonda e reciproca interazione e conoscenza tra la proposta dell’ente e l’aspettativa del giovane, ma indirizza l’intera procedura di selezione verso standard tipici delle procedure concorsuali e universitarie, con evidente discrimine per l’idea di inclusione e apertura per le fasce di giovani capaci, ma meno attrezzati nel dare il meglio di sé in questo tipo di situazioni”.

Nella lettera alla Presidente della Consulta i due enti chiedono anche che, alla luce di questa situazione nuova, si sviluppi una riflessione “soprattutto a partire dalla componente ‘giovani’ della Consulta. È dai giovani infatti – specificano - che ci sembra debba partire una difesa della specificità dell’educazione non formale insita nei valori dello SCU e ci auguriamo che su questi temi si possa sviluppare un dibattito ampio, visto anche lo svilimento di questi valori osservato nel periodo di promozione”. Il riferimento è al fatto che “più di un ente, nel pubblicizzare i propri progetti, ha puntato ad esempio sul solo appeal economico tacendo sull’impegno per gli altri e per la propria formazione civica. E purtroppo registriamo che diversi giovani si percepiscono sempre più come ‘vincitori di concorso pubblico’ piuttosto che come Operatori volontari impegnati in un percorso formativo ‘dell’imparare facendo’ e in un servizio in difesa dei Beni comuni e delle persone più fragili e vulnerabili”.
Per tutto questo CSV Lazio e “Acque Correnti” propongono “un momento di confronto urgente, promosso da Consulta e Dipartimento, ma allargato, per approfondire e rivedere questa impostazione anche alla luce dell’esperienza selettiva che ci terrà impegnati fino al 15 maggio”. “Ne sottolineiamo l’importanza e l’urgenza – concludono Tosi e Perra - perché sentiamo di rappresentare un fronte diffuso, sensibile agli aspetti sostanziali dell’esperienza del servizio civile, che non possono essere affrontati con un mero approccio burocratico, ma necessitano di un dibattito ampio e approfondito”.

Francesco Spagnolo

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)