Servizio civile universale, risorse in manovra e un odg bipartisan per stabilizzarlo

Stanziati oltre 299 milioni di euro nel 2021, 306 milioni nel 2022. Accolto ordine del giorno trasversale che impegna il governo nell'obiettivo di stabilizzare almeno 50 mila ragazzi. Cnesc: "Risultato molto positivo, anche se avevamo sperato in un passo ulteriore"

Servizio civile universale, risorse in manovra e un odg bipartisan per stabilizzarlo

È stata approvata domenica 27 dicembre dalla Camera, in prima lettura, la Legge di Bilancio che contiene anche lo stanziamento di oltre 299 milioni di euro nel 2021 per il Servizio Civile Universale, che salgono a 306 milioni nel 2022. Per il 2023 lo stanziamento previsto è di poco superiore ai 106 milioni. Anche per questo un emendamento bipartisan alle legge aveva provato a stabilizzare il servizio civile a 50.000 posti minimo all’anno. Emendamento prima ritirato e poi trasformato in ordine del giorno (9/2790-bis-AR/134), quest’ultimo accolto favorevolmente.

Il Parlamento e questa maggioranza stanno dando risposte importanti ad un Paese colpito gravemente dalla crisi sociale ed economica causata dal Covid-19. Tra queste, troviamo l’approvazione, durante la discussione della Legge di Bilancio alla Camera, di un ordine del giorno sottoscritto trasversalmente da parlamentari di maggioranza e opposizione, il quale impegna il governo a valutare l’opportunità, già dai prossimi provvedimenti di sostegno delle attività sociali e di rilancio economico, di individuare le opportune risorse finanziarie in linea con il suddetto obiettivo di stabilizzare almeno 50.000 ragazzi ai progetti del Servizio civile universale, garantendone la corrispondente continuità temporale”. Così in una nota le deputate Francesca Bonomo, prima firmataria dell’ordine del giorno e responsabile del dipartimento del Partito Democratico sul Servizio civile universale, Maria Chiara Gadda, componente della segreteria nazionale di Italia Viva, e la Senatrice Erica Rivolta della Lega, vice presidente della commissione Bilancio del Senato. “L’approvazione di questo ordine del giorno - aggiungono - conferma la centralità del Servizio civile universale come importante opportunità per i giovani, affinché sia data loro la possibilità di distinguersi all’interno delle proprie comunità contribuendo al miglioramento delle stesse con il loro impegno e  acquisendo, allo stesso tempo, competenze e professionalità propedeutiche all’ingresso nel mondo del lavoro”.

Per la Cnesc (Conferenza Nazionale degli Enti di Servizio Civile) “nel giorno in cui si avvia la sperimentazione del Servizio Civile Digitale è un risultato molto positivo che il Parlamento si appresti a confermare lo stanziamento annuale di 300 milioni di euro per il fondo del SCU nel 2021 e 2022, deliberato dal Governo, anche se, con l’emendamento trasversale presentato, avevamo sperato in un passo ulteriore. L’ordine del giorno che impegna il Governo alla stabilizzazione del contingente ad almeno 50.000 posizioni annue, tiene comunque aperta la partita”.

“In questi giorni si gioca comunque l’altra opportunità per consolidare ed espandere il Servizio Civile Universale. La valorizzazione delle competenze acquisite dai giovani durante l’anno di servizio, obiettivo disatteso dal 2002, è indicata nella bozza del Recovery Fund per il SCU insieme alle risorse per esso previste. Risorse che chiediamo al Governo di confermare, se non aumentare, certi che nelle prossime settimane ci sarà la possibilità di portare il nostro contributo di idee e di esperienze”, aggiunge la CNESC.

Per la principale associazione di enti del SCU tuttavia “l’attenzione non va dedicata solo agli aspetti economici”. “La qualità delle esperienze svolte dai giovani e l’impatto dei programmi sulla coesione e innovazione della vita delle comunità, sono gli obiettivi verso i quali in molti stiamo operando. Per questo siamo preoccupati di provvedimenti quali il sistema di valutazione dei programmi e dei progetti, che, depotenziando quelle chiavi di lettura sistemiche che reti regionali e nazionali sono in grado di mettere a disposizione, sembrano nuovamente fermarsi al solo impatto nei micro territori. Già nell’offerta attuale di posizioni di servizio civile queste maxi concentrazioni fortemente localizzate sembrano più simili a forme di ammortizzatori sociali o politiche del consenso che a esperienze di impegno civico di qualità, finalizzate alla difesa nonviolenta della Patria”, conclude il comunicato. (FSp)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)