Sport sociale, covid e caro-bollette: “Servono risorse e provvedimenti immediati”

Gli enti di promozione sportiva scrivono a Draghi e Mattarella: "L’aumento spropositato del costo dell’energia sta mettendo in ginocchio questa grande infrastruttura sociale". L’associazionismo sportivo rappresenta il 33% di tutte le istituzioni non profit 

Sport sociale, covid e caro-bollette: “Servono risorse e provvedimenti immediati”

Gli enti di promozione sportiva scrivono una lettera-appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al presidente del Consiglio, Mario Draghi, per chiedere attenzione, sensibilità e sostegno  per lo sport sociale e di base, messo in difficoltà dalla pandemia prima e ora dal cosiddetto caro-bollette. A firmare il documento Antonino Viti - Acsi (Associazione Centri Sportivi Italiani); Bruno Molea - Aics ( Associazione Italiana Cultura Sport); Claudio Barbaro - Asi (Associazioni Sportive Sociali Italiane); Franco Proietti  - Csen (Centro Sportivo Educativo Nazionale); Vittorio Bosio - Csi (Centro Sportivo Italiano); Gian Francesco Lupattelli - Msp (Movimento Sportivo Popolare Italia); Tiziano Pesce - Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti) e Damiano Lembo - Us Acli (Unione Sportiva Acli).

“L’agenda di Governo sta affrontando in questi giorni il tema dei nuovi interventi in risposta al cosiddetto ‘caro bollette’ e al tasso di inflazione. – si legge - Il comparto dello sport ha subito un durissimo colpo in questi due anni di pandemia, poiché ha pagato, più di altri, le drastiche restrizioni che si sono rese necessarie per salvaguardare la salute pubblica. Tuttavia, l’associazionismo sportivo, che nel nostro paese rappresenta il 33% di tutte le istituzioni non profit, ha continuato a garantire attività motoria e sportiva nel rispetto delle norme e dei protocolli di sicurezza. Inoltre, ha partecipato attivamente alla rete di protezione sociale che il mondo del terzo settore ha messo a disposizione, nel rapporto con le istituzioni locali, per garantire interventi a sostegno delle famiglie in tutto il periodo dell’emergenza”.

A preoccupare ora gli enti è “l’aumento spropositato del costo dell’energia” che “sta mettendo letteralmente in ginocchio questa grande infrastruttura sociale ed ha già fatto registrare chiusure di tante realtà associative locali che non hanno retto all’impatto della crisi sanitaria, con conseguente allentamento dei sistemi di coesione sociale nelle nostre comunità”.

“A rischio, pertanto, - spiegano i promotori - oltre ai gestori degli impianti sportivi, c’è un’intera filiera dell’economia sociale del nostro Paese che comprende le tantissime piccole e grandi esperienze associative che fanno dello sport e dell’attività fisica uno strumento per la costruzione di una società resiliente e sostenibile, considerando il più ampio processo di ripresa economica e sociale”.

Crediamo che sia proprio questa l’occasione, da parte del Governo, di rendere tangibili tutti i valori che si riconoscono alla cultura motoria e sportiva, impegnando importanti risorse finanziarie e provvedimenti immediati, che possano dare ossigeno ad un settore fondamentale per gli effetti che esso ha sulla salute, l’inclusione sociale e l’educazione di tutte le persone per tutte le età".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)