Suore contro nazisti. Ritanna Armeni presenta "Il secondo piano", romanzo su fatti realmente accaduti

La giornalista e saggista Ritanna Armeni presenta il suo libro "Il secondo piano" nella casa di spiritualità La Madonnina di Fiesso d'Artico. Dialoga con l’autrice – martedì 24 ottobre alle 20.45 – la teologa Marinella Perroni. Ripubblichiamo, per l'occasione, un'intervista sul libro che ha rilasciato alla Difesa a inizio anno.

Suore contro nazisti. Ritanna Armeni presenta "Il secondo piano", romanzo su fatti realmente accaduti

Sono fatti storici quelli che racconta con dovizia la giornalista e scrittrice Ritanna Armeni, seppure mediati dalla forma del romanzo, nel suo recentissimo Il secondo piano (Ponte alle Grazie, pp. 288, euro 16,90). Il convento di via Poggio Moiano 6 in piazza Vescovio, nel quartiere cittadino Trieste tra Porta Pia, Villa Borghese e i Parioli, poco distante dalle catacombe di Santa Priscilla dove a nascondersi sottoterra erano i primi cristiani, è ancora lì e, per il Giorno della Memoria di quest’anno, sulla sua facciata è stata scoperta come “Civico Giusto” una targa a ricordo delle incredibili vicende di salvezza accadute durante la seconda guerra mondiale per opera di quindici francescane della Misericordia che occultarono per circa due anni sei famiglie di origine giudaica contro i rastrellamenti tedeschi. «Oggi al secondo piano, proprio dove furono nascosti 47 ebrei, vengono ospitate alcune persone senza fissa dimora dalle tre suore. Negli anni Quaranta il convento si trovava ancora in aperta campagna e al piano terra ospitava un’infermeria tedesca. Al primo piano vivevano le religiose che “fungevano” da intercapedine». Il racconto di Armeni è scaturito da alcune letture casuali su numerose storie di conventi e monasteri romani che hanno destato la curiosità della giornalista. «Ho iniziato un’indagine storica e ho cominciato a girare per raccogliere testimonianze e informazioni. Durante il periodo antisemita italiano (dall’entrata in vigore delle leggi razziali nel 1938 fino alla fine del secondo conflitto mondiale nel 1945, ndr), gli oltre 250 conventi della capitale, in gran parte gestiti a ordini religiosi femminili, diedero ospitalità a intere famiglie ebree, salvando la vita a più di 4.500 persone. Se pensiamo che in quegli anni a Roma vivevano circa 9-10 mila ebrei e che un migliaio fu deportato ad Auschwitz senza fare più ritorno, questo sistema “sotterraneo” di protezione ne salvò quasi la metà». La conclusione a cui Ritanna Armeni è giunta per spiegarsi quest’incredibile opera di salvezza è lo spirito anti-nazista e anticonformista degli ordini religiosi femminili in un periodo storico in cui ancora non esisteva minimamente quello che oggi è dialogo interreligioso. «Il Concilio Vaticano II sarebbe arrivato ben dopo e gli ebrei di certo non erano considerati i fratelli maggiori dei cristiani. Roma era strangolata dalla fame e dai bombardamenti. In mezzo a immani fatiche quotidiane, decine di conventi decisero di non chiudere la porta e, senza attendere indicazioni ufficiali dal Vaticano che continuava a temporeggiare inutilmente contro lo sterminio, si organizzarono. Qualche esempio? A Santa Francesca Romana, davanti al Campidoglio, le suore tenevano in cortile una mucca per dare il latte ai bambini affamati; a Santa Priscilla era nascosta una macchina tipografica con cui le suore stamparono e vidimarono migliaia di salvacondotti falsi; le suore di San Giuseppe di Chambéry nascosero 116 ebrei, pur trovandosi accanto a un comando tedesco. Potrei continuare una lunga lista in cui la carità si organizzò contro la morte. Ho scelto un luogo per il mio libro a emblema di tutti gli altri». Unico testimone diretto che Ritanna Armeni è riuscita a conoscere è Lello Dell’Ariccia che aveva soltanto un anno quando il 16 ottobre 1943 insieme al fratello e alla madre fu nascosto dalle suore di via Poggio Moiano fino alla fine della guerra. Di quelle 15 donne con il velo Lello Dell’Ariccia, che oggi ha 86 anni, non ricorda nulla ovviamente, ma restano il coraggio e la resistenza che hanno dimostrato per salvare la sua vita e quella di altri 46 ebrei romani. «Erano femministe nel senso moderno che do al termine. Sono femminista fin dalla giovinezza e per me quelle donne consacrate erano femministe come le intendo adesso: autonome economicamente e libere di pensare e agire. Non dipendevano dall’autorità ecclesiastica, vivevano con i proventi del proprio lavoro, e si opposero all’inerzia vaticana agendo nel nome della carità e della giustizia». L’insegnamento che la giornalista romana porta con sé a conclusione di questa indagine storica è edificante: «Anche oggi le religiose sono nella maggior parte dei casi capaci di calarsi nella vita delle persone, sono generose, ma spesso sono vittime del pregiudizio. Non voglio idealizzarle, ma va riconosciuto il ruolo importante che hanno avuto anche all’interno della storia. Non hanno atteso ordini dal Vaticano, dimostrando autonomia di pensiero e di rispondere alla propria coscienza solo con la carità».

Nella redazione di Donne Chiesa Mondo

Classe 1947, Ritanna Armeni, giornalista e scrittrice, è redattrice di Donne Chiesa Mondo, l’inserto mensile dell’Osservatore romano. Ha lavorato in numerosi giornali come Rinascita, Il Manifesto, L’Unità, Liberazione. Capo ufficio stampa di Fausto Bertinotti, è stata per quattro anni conduttrice di “Otto e mezzo” insieme a Giuliano Ferrara. Ha pubblicato Di questo amore non si deve sapere (2015), vincitore del premio Comisso; Una donna può tutto (2018); Mara. Una donna del Novecento (2020), vincitore del premio Minerva; Per strada è la felicità (2021) e, infine, Il secondo piano (2023) tutti usciti per la casa editrice Ponte alle Grazie.

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