Teatro in carcere, “Fort Apache” allo Shanghai Film Festival

L’opera racconta l’esperienza dell’omonima compagnia di Rebibbia ed è l’unico documentario italiano in gara. La regista Valentina Esposito: “Una seconda opportunità è possibile grazie alla passione, all’impegno e all’intenso lavoro”

Teatro in carcere, “Fort Apache” allo Shanghai Film Festival

 “Una seconda opportunità è possibile grazie alla passione, all’impegno e all’intenso lavoro che richiede l’attività teatrale”. Valentina Esposito commenta così l’importante comunicazione arrivata in teatro: “Fort Apache” sarà l’unico documentario italiano in concorso ufficiale allo Shanghai International Film Festival 2021 che il 13 e il 19 giugno, per la 25esima edizione, ospiterà le due proiezioni del docufilm scritto insieme ai registi Ilaria Galanti e Simone Spampinato. Un’opera centrata sull’esperienza dell’omonima compagnia che nel 2014 esce dal palcoscenico rinchiuso del carcere di Rebibbia per iniziare un nuovo percorso artistico all’esterno.
Una regista preparata, una compagnia mista di attori ex detenuti e non, ormai tutti professionisti, anni di prove e un riconoscimento che dona nuova linfa dopo lo stop imposto dalla pandemia. Prodotto da Jumping Flea in Associazione con Fort Apache Cinema Teatro, “Fort Apache” concorre per vincere il Golden Goblet nella categoria Miglior Documentario.

In selezione in una rosa di cinque opere, il film è interpretato da Alessandro Bernardini, Christian Cavorso, Chiara Cavalieri, Matteo Cateni, Viola Centi, Valentina Esposito, Alessandro Forcinelli, Gabriella Indolfi, Romolo Napolitano, Piero Piccinin, Giancarlo Porcacchia, Fabio Rizzuto, Edoardo Timmi, Cristina Vagnoli e Marcello Fonte, pluripremiato per il suo ruolo nel film “Dogman”, di Matteo Garrone.
“Un trionfo straordinario, quello di Dogman – spiega la regista fondatrice della compagnia – e di Marcello Fonte, vincitore della Palma d’oro come Miglior Attore al Festival di Cannes 2018, che ha fatto da volano al grande successo riportato dallo spettacolo che fa da fil rouge al documentario. Un’opera scritta e diretta a partire dalle biografie degli attori, dai traumi irrisolti, dalle difficili esperienze vissute da interpreti che hanno imparato a usare il teatro per riscrivere la propria vita attraverso la scena e a condividerla con lo spettatore”.

Novantatré i minuti che raccontano la storia di una compagnia composta da attori che sono saliti per la prima volta su un palcoscenico durante la reclusione nella Casa Circondariale di Rebibbia. “La nascita di una passione che diventa professione – spiega una nota della produzione -, con il concretizzarsi di una possibilità lavorativa che diviene reale al di fuori delle mura del carcere. Le repliche, il backstage, il lavoro sotto le luci del palco e le testimonianze di vita degli attori si intrecciano nel corso del delicato processo di messa in scena di ‘Famiglia’, scritto e diretto da Valentina Esposito, fondatrice e responsabile del progetto di reinserimento sociale degli ex detenuti attraverso il teatro”.

“Il documentario – racconta la regista - si propone di restituire un ritratto degli attori e del progetto di Fort Apache nel corso dell’ultimo anno di attività. Attori che si sono avvicinati al teatro in carcere e che hanno deciso di proseguire il percorso professionale e formativo durante il delicato passaggio dalla reclusione alla libertà. Adesso, dopo anni di collaborazione fanno parte stabilmente del nostro gruppo di lavoro. Cuore del racconto è il doloroso nodo affettivo messo in scena attraverso la pièce teatrale, la relazione padre-figlio, che da tema di lavoro dello spettacolo diventa anche il centro della narrazione filmica, lasciando allo spettatore la possibilità di immedesimarsi nelle vicende biografiche degli attori, di riconoscersi nelle loro difficoltà, di commuoversi. E’ in questo modo che il documentario tesse la sua tela, costruendo un racconto nel racconto, seguendo contemporaneamente la storia della Compagnia, la storia dello spettacolo e quella di uno scontro generazionale che appartiene a tutti noi, di grande forza narrativa, nel quale lo spettatore potrà identificarsi, coinvolgersi, ritrovarsi”.

Attore stabile di Fort Apache, Marcello Fonte viene scoperto e scelto da Garrone come protagonista di “Dogman” proprio durante una replica di un precedente allestimento del gruppo e girerà il film contemporaneamente alle prove di Famiglia. “La sua presenza e il racconto della sua straordinaria vicenda esistenziale e professionale – conclude Valentina Esposito – sono parte integrante di questo documentario e diventano il simbolo della incredibile seconda opportunità resa possibile da ‘Fort Apache’ per gli attori che ne fanno parte”.

Teresa Valiani

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)