Ucraina e lavoro domestico, “tanti aprono le loro case ai familiari delle badanti”

Nel nuovo telegiornale di Domina sul lavoro domestico, l'appello ai datori di lavoro a essere solidali, flessibili, accoglienti. E la storia di due donne ucraine, sorelle gemelle, che sperano di far arrivare i familiari. “Nella prossima puntata, racconteremo di un datore di lavoro anziano che ha aperto la sua porta alla figlia della sua badante”

Ucraina e lavoro domestico, “tanti aprono le loro case ai familiari delle badanti”

La guerra è l'argomento principale, la prima notizia del nuovo Tg lavoro domestico, inaugurato due settimane fa da Domina, l'associazione dei datori di lavoro domestico. Si tratta del primo notiziario (con cadenza quindicinale) interamente dedicato al settore della cura della casa e dell'assistenza alle persone: “Una finestra su questa realtà, con dati, grafiche, interviste, pareri, dalla politica nazionale a quella locale – è l'introduzione della prima puntata - Daremo spazio alle problematiche di badanti, colf, famiglie, caregiver”.

Domina, che sta per presentare il suo terzo Rapporto sul lavoro domestico (8 aprile, presso il Senato) guarda con particolare apprensione alla crisi ucraina e lancia l'allarme: “La guerra potrà creare un impatto forte sul settore lavoro domestico e sul nostro welfare – fa notare il presidente, Lorenzo Gasparrini – La guerra sta già impattando su famiglie e lavoratori, per la forte preoccupazione dei lavoratori stessi, che chiedono ai datori di lavoro, per esempio, di poter interagire il più possibile con i propri familiari rimasti nel Paese. In base al nostro terzo Rapporto, l'Italia è il primo Paese in Europa per presenza di lavoratori ucraini. Prevediamo che circa 90 mila famiglie italiane possano vivere indirettamente questa grave crisi, specialmente quel 50% circa che ha una badante convivente”.

La seconda puntata del Tg, che andrà online, contiene numeri molto significativi: “Secondo l'Unhcr, sono già arrivati circa 44 mila profughi ucraini in Italia. Prevediamo che una parte di questi potrebbe essere inserita nel settore del lavoro domestico”. E' quanto riferisce a Domina Federico Fossi (Unhcr): “Per questo, lavoriamo a fianco delle organizzazioni che forniscono ai lavoratori domestici formazione e supporto nella ricerca del lavoro”. La puntata contiene l'appello di Luiba e Bira, due gemelle ucraine che vivono da tempo sul Lago di Garda, entrambe lavoratrici domestiche, che hanno avviato una raccolta fondi per i loro connazionali e ascoltano con profonda angoscia le notizie che arrivano dal loro Paese. “Viviamo nelle vostre case, entriamo nelle vostre famiglie, badiamo ai vostri nonni, genitori, stiamo vicini a loro nei momenti difficili – ricorda Liuba - Ringraziamo gli italiani perché, nella difficoltà che ora abbiamo noi, ci sono tutti vicini”. Bira ha suo figlio che vive a Keiv e non è partito, ma “per fortuna è riuscito a lasciare la città. Sembra che sia al sicuro”. Liuba da anni vive e lavora a casa di un ammiraglio della Nato che oggi ha 98 anni e “quando parla di questa guerra, soffre: dice che non si sarebbe mai immaginato di dover vivere un'altra guerra, dopo la seconda guerra mondiale. Fin dal primo giorno mi ha detto la sua casa è aperta ai miei parenti e compaesani: stiamo valutando in questi giorni la possibilità di far venire qui la nuora di mia sorella, con la figlia di 4 anni”.

Domina, attraverso la psicoterapeuta Maria Grazia Vergari, mette anche in luce le possibili ripercussioni emotive sulle lavoratrici domestiche ucraine: “Paura, angoscia per la salute e per la vita dei propri familiari, uniti a senso di impotenza e rabbia causate da lontananza e dal vivere qui in Italia, in sicurezza, possono dar vita a disturbi d'ansia, depressione, difficoltà di attenzione, disturbi del sonno e dell'alimentazione e possibile calo di concentrazione verso i bisogni dell'assistito. Consiglio alle badanti di parlare, condividere il più possibile, mentre alle famiglie raccomando di far sentire sostegno e solidarietà, concedendo flessibilità e disponibilità ad accogliere, mettendo a disposizione i propri mezzi e conoscenze per il disbrigo delle pratiche. Laddove possibile, bisognerebbe venire incontro anche ad eventuali esigenze economiche”.

Di disponibilità e accoglienza parlerà soprattutto la terza puntata del notiziario che, attualmente in lavorazione, ci viene anticipata da Massimo De Luca, direttore dell'Osservatorio nazionale Domina. Abbiamo raccolto alcune testimonianze, una la scorsa settimana, una in questi giorni, di lavoratori il cui datore di lavoro ha accettato di aprire le proprie porte e ospitare i familiari. È una situazione delicata, stiamo lavorando con l'Unhcr per la formazione dei lavoratori che entreranno nel settore del lavoro domestico, ma stiamo lavorando anche, parallelamente, a una campagna di sensibilizzazione rivolta ai nostri soci, perché siano il più possibile solidali e accoglienti, anche mettendo a disposizione dei lavoratori ucraina mezzi di comunicazione, come la rete wifi, il telefono, la tv. La terza puntata, che andrà in onda tra quindici giorni, racconterà la storia di una donna ucraina, da anni badante in Italia, che è andata a prendere la figlia al confine e ora vivono insieme al datore di lavoro, non autosufficiente. Stiamo realizzando un servizio dedicato proprio al modo in cui le famiglie italiane che hanno lavoratori ucraini in convivenza stiano aprendo le porte delle proprie case ai loro parenti. Questa disponibilità e accoglienza saranno oggetto della nostra campagna di sensibilizzazione”. I servizi del Tg Lavoro domestico sono firmati da Diego Trapassi.

Chiara Ludovisi

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)