Ucraina, in piazza gli attivisti de movimento europeo nonviolento

Oggi a Kiev la marcia promossa Progetto Mean. Il portavoce: "Sogniamo un mondo democratico, rispettoso dei diritti sociali"

Ucraina, in piazza gli attivisti de movimento europeo nonviolento

"Abbiamo sognato di poter essere qui con voi, a manifestarvi la nostra solidarietà, da quando abbiamo visto entrare i carri armati russi sul vostro confine, vi abbiamo ammirato quando avete deciso di resistere, quando avete circondato i soldati russi in modo nonviolento con le vostre bandiere, quando avete intonato il 'Va' pensiero' ad Odessa mentre cadevano i missili, quando avete messo i vostri corpi disarmati davanti ai tank russi che invadevano le città per cercare di fermarne l'avanzata con la vostra forza morale, quando avete messo in piedi una resistenza di popolo che ci porta all'origine del sogno europeo di un mondo libero, democratico e rispettoso dei diritti sociali". Così Angelo Moretti, portavoce di Mean, ha esordito nel suo discorso, in occasione della Marcia non violenta promossa oggi a Kiev dal Progetto Mean.

"Un nostro partigiano, Germano Nicolini, scrisse così" ha ricordato Moretti: "'La gente pensa che la Resistenza sia stata soltanto un fatto d'armi. Ma sbaglia. La Resistenza fu soprattutto uno scambio collaborativo con il popolo. Le persone erano con noi perché noi ci siamo presi cura di loro. Non abbiamo lasciato mai la nostra gente. E loro non ci hanno mai abbandonato. Non mi hanno mai abbandonato'. In nome di quella resistenza, noi oggi siamo qui a dirvi che anche come società civile non vi lasceremo soli: come i nostri governi stanno cercando strade possibili per un cessate il fuoco, anche noi della società civile ci sentiamo chiamati a scendere in campo, perché, se non possiamo ancora fermare la guerra, sappiamo però che possiamo far avanzare la pace, insieme, sottraendo veleno alla guerra".

Il portavoce di Mean, ricordando le parole di Albert Camus - "Non dite: 'La cosa non mi riguarda. Io vivo in campagna, e la fine delle ostilità mi restituirà la pace di cui godevo all'inizio della tragedia'. 'La cosa, invece, vi riguarda'" - ha evidenziato: "Così deve essere per l'Europa oggi. Non possono esistere due Europe, una che invia armi ed una che sta a casa a vedere alla tv come andrà a finire questa aggressione, siamo tutti intimamente coinvolti e non può esistere un vero sentimento che leghi i nostri popoli se continueremo a pensare che la tregua che cerchiamo riguardi solo le vite degli ucraini. Noi siamo qui per dire: siamo tutti ucraini. Sentiamo tutti che la lotta dell'Ucraina è la nostra lotta, che le speranze di un futuro di libertà, democrazia e stato sociale dell'Ucraina sono le speranze di tutto il sogno europeo". (AGENSIR-DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)