Visite nelle Rsa, il tempo è scaduto. Subito la circolare, con 7 punti chiave
Il comitato dei familiari Orsan ricorda che il 30 luglio scadrà l'ordinanza firmata dal ministro Speranza lo scorso 8 maggio, per consentire la ripresa delle visite. E chiede una circolare che chiarisca e assicuri, tra l'altro, visite di almeno 45 minuti 7 giorni su 7 con Green pass, nessuna quarantena dopo le uscite degli ospiti, privacy e controlli a campione. Orsan diventa osservatorio permanente
Le Rsa sono ancora nel limbo: teoricamente aperte, realmente molte ancora blindate, con pesanti limitazioni ancora imposte per l'ingresso dei familiari e le uscite degli ospiti. E il comitato Orsan ricorda che domani, 30 luglio, scadrà l’ordinanza ministeriale firmata dal ministro Speranza lo scorso 8 maggio: “Se non interverranno atti ed elementi che prolungheranno l’ordinanza oltre la sua scadenza attuale, domani in giornata il comitato Open Rsa Now depositerà un esposto presso la Procura della Repubblica di Monza contro Regioni, Asl e Ats”. La richiesta che il ministero della Salute dirami subito una circolare attuativa, indirizzata alle Regioni, che contenga almeno sette punti fondamentali: primo, “ingresso libero sette giorni su sette con Green Pass per almeno un familiare, possibilmente due”; secondo, “nessuna quarantena punitiva post uscite per visite e consulti medici e/o specialistici (dentista, oculista, visite ortopediche, etc) e possibilmente neanche dopo uscite per mangiarsi un gelato e/o farsi una passeggiata”; terzo, “aumento ad un minimo di 45 minuti della durata delle visite nelle Rsa/Rsd”; quarto, “coinvolgimento dei familiari o delle associazioni di volontariato nella gestione delle pratiche di accesso alle strutture, per snellire i tempi di ingresso, dedicando così più tempo alle visite”, quinto, “privacy negli incontri senza personale sanitario che controlli ogni visita. Basta un controllo generale: un unico 'controllore' in salone o all’esterno, che si accerti che vengano rispettate tutte le regole e i protocolli”; sesto, “obbligo per le Regioni di seguire l’intero processo a cascata, inviando circolare alle Ats e quindi alle Rsa”; settimo, “controlli a campione dei Nas e del ministero della Salute anche dopo i fatti accaduti in una struttura socioassistenziale per disabili psichici di Serradifalco, in provincia di Caltanissetta, denunciati ieri”.
Spiega Dario Francolino, presidente del comitato Orsan; “La guerra al virus sarà lunga, forse infinita perché, secondo molti scienziati, questi diventerà endemico ed è chiaro che occorre conviverci trovando soluzioni intelligenti e umane anche per poter avere accessi liberi e definitivi nelle Rsa, Rsd e ospedali italiani. Dopo la denuncia contenuta nei dati raccolti dal Rapporto Orsan – ricorda - Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna si sono attivate per le verifiche delle inadempienze nelle strutture segnalate e in particolare ringraziamo il presidente Cirio per avere emanato una circolare che obbliga le ASL e Ats ad adeguarsi prontamente all’ordinanza ministeriale dell’8 maggio. Mancano però all’appello 18 regioni – riferisce - e ci sconcerta il silenzio assordante e ingiustificato dei grandi gruppi che operano nel settore (Korian, Kos, Anni Azzurri), che in questi mesi non hanno mai risposto alle nostre sollecitazioni e pertanto dovranno essere obbligate ad applicare le leggi dello Stato, non essendone chiaramente al di sopra”
Il futuro, però, non potrà essere come il passato: “I familiari dovranno essere sempre di più coinvolti nella gestione delle Rsa/Rsd – afferma ancora Francolino - Per questo motivo abbiamo deciso che il Comitato civico Orsan – Open Rsa Now diventerà un’associazione per la tutela dei diritti delle persone che vivono in Rsa e Rsd e sarà un Osservatorio permanente a livello nazionale per vigilare e collaborare al fianco di Ministero e Regioni sulle condizioni di vita presenti in queste strutture di comunità. 'Serradifalco mai più' sarà il nostro motto – conclude Francolino - perché ciò a cui abbiamo assistito ieri non è degno del genere umano. Picchiare e abusare di anziani disabili come accaduto nella struttura socioassistenziale per disabili psichici di Serradifalco, in provincia di Caltanissetta, è disgustoso come i fatti accaduti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e non ci rende degni di un Paese civile”.