Piste "riciclabili". Un'app per segnalare i punti critici per chi va in bicicletta

Nato da una simulazione in laboratorio nell'ambito del master in GISscience dell'Università di Padova, il progetto "Piste riciclabili" offre a tutti quelli che usano la bicicletta la possibilità di segnalare i punti critici delle piste.  

Piste "riciclabili". Un'app per segnalare i punti critici per chi va in bicicletta

Quante volte, andando in bicicletta, avremmo voluto segnalare un punto critico o un modo per rendere il percorso più fruibile e sicuro? Grazie alle nuove metodologie partecipative e a un progetto elaborato dall’Università di Padova si può fare direttamente dal proprio smartphone. Il progetto si chiama “Piste riciclabili”, è coordinato dal dipartimento di ingegneria civile, edile ed ambientale dell’università e nasce nell’aprile dello scorso anno da una simulazione in laboratorio di mappatura volontaria nel master in GISscience e sistemi di pilotaggio remoto per la gestione integrata del territorio e delle risorse naturali. L’obiettivo è quello di utilizzare le tecnologie Gis (sistema informativo geografico) e la facilità di accesso al web dei cittadini, per un loro coinvolgimento dal basso nella pianificazione e gestione urbana.
Per prima cosa è stato quindi necessario far conoscere il progetto, per coinvolgere tutti quelli che utilizzano le piste ciclabili e soprattutto gli studenti nella raccolta di dati. E questo è stato fatto attraverso social network, eventi pubblici, festival e biciclettate. E’ stato organizzato un laboratorio didattico, grazie alla collaborazione con Legambiente, che ha messo a disposizione di tutti le mappe cartacee di Padova dove ognuno poteva segnalare le criticità delle piste ciclabili che conosceva. Nel giro di poche settimane sono state raccolte oltre cento segnalazioni. Il progetto, dato l’interesse suscitato, è stato reso più interattivo e presentato all’Università con il nome di “Piste riciclabili”, vincendo un finanziamento del bando progetti innovativi degli studenti.

«Abbiamo fatto una ricerca tra vari software open source – spiega Daniele Codato, collaboratore del master – e abbiamo individuato in Open Data Kit (ODK) quello più adatto alle nostre esigenze, un insieme di strumenti che permettono di creare un modulo di raccolta dati geo-referenziati da scaricare e compilare in maniera molto semplice con il proprio smartphone Android e poi inviare le segnalazioni con le relative informazioni geografiche, ottenendo così una mappatura digitale collaborativa».

I dati così raccolti vengono poi aggregati, rielaborati e resi consultabili sulla piattaforma webGIS open source Lizmap, nel sito del progetto: https://pistericiclabilipd.wordpress.com . Fino a novembre dello scorso anno sono stati raccolti 790 punti critici. Confrontandoli, è possibile avere un quadro aggiornato sulle problematiche più sentite da chi va in bicicletta. Il lavoro fatto potrà essere utilizzato anche per il progetto Bicipolitana da poco avviato dall’amministrazione comunale per mettere in rete una serie di percorsi ciclabili urbani già esistenti, garantendo continuità, sicurezza e collegamento diretto fra quartieri e il centro.
L’iniziativa dimostra che se i cittadini vogliono partecipare, magari con l’aiuto delle competenze tecniche che l’università può mettere in campo, hanno a disposizione strumenti open e gratuiti con cui portare avanti progetti di mappatura collettiva sulle tematiche più diverse. Con lo stesso sistema sono stati avviati progetti che vanno dalla mappatura delle fontanelle a quella dei parcheggi, dalle strade più illuminate e quindi più sicure alle barriere architettoniche. L’obiettivo è quello di coinvolgere i cittadini per migliorare la qualità di vita in città attraverso una forma di cogestione della cosa pubblica.

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