Dieselgate: 500 mila automobili in attesa di tempi migliori

Un oceano di automobili parcheggiate ma niente centri commerciali, palasport o stadi ricolmi di gente nelle vicinanze. È il Dieselgate, bellezza.

Dieselgate: 500 mila automobili in attesa di tempi migliori

Che fine fanno le pessime idee?
In ogni armadio rimane stipato per anni quel maglione dal colore improponibile che una vecchia zia regalò al nipote per il suo compleanno e non esiste soffitta, garage o scantinato che non contenga del ciarpame acquistato in tempi non sospetti come grande innovazione per la casa. Frullatori, televisori portatili con mangiacassette incorporato, console per videogiochi e magari qualche accessorio per l’automobile.

C’è chi organizza dei mercatini per disfarsi di tanta abbondanza, chi parte per coraggiose missioni di recupero nelle cattedrali del riciclaggio e chi, in attesa di tempi e di idee migliori, prende un altro box lontano dagli occhi e dal cuore.

Sembra che Volkswagen, ancora invischiata nei postumi del dieselgate, abbia scelto l’ultima soluzione per stoccare le oltre 350 mila automobili che ha già dovuto ricomprare dai clienti statunitensi.

Stadi da football abbandonati, enormi distese nel deserto del Colorado e altri 37 siti sparsi per gli Stati uniti si preparano ad accogliere i 500 mila veicoli che l’azienda prevede di accumulare entro il 2019 e per cui ha messo a bilancio una spesa di 25 miliardi di dollari.

«Questi veicoli vengono immagazzinati su base provvisoria e mantenuti regolarmente – ha fatto sapere in una nota Jeannine Ginivan, portavoce dell’azienda – in modo da assicurarne l'operatività e la qualità a lungo termine, così che possano essere restituiti al commercio o esportati una volta che gli enti regolatori degli Stati Uniti avranno approvato le opportune modifiche delle emissioni».

Non è la prima volta che gli errori della grande industria prendono la via del deserto
Ne sa qualcosa l’ormai scomparso colosso dei videogiochi Atari – quello delle macchine arcade che ancora riempiono gli angoli di certi bar di provincia – che nel 1984 pensò bene di sotterrare nel deserto del New Mexico migliaia di videogame invenduti ispirati al film E.T l’extraterrestre.

Ci vollero trent'anni perché qualche appassionato di archeologia informatica si decidesse a dissotterrare quei videogame ormai divenuti un pezzo di storia. Allora il deserto fu molto paziente, ma chissà se lo sarà ancora.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: dieselgate (1), volkswagen (2), atari (1), lettera 35 (2), auto (50)