Coronavirus. Sei posti liberi nella terapia intensiva dell'Azienda ospedaliera di Padova

Attualmente sono 135 i pazienti positivi al coronavirus nell'Azienda ospedaliera di Padova. Il dato positivo è che sei dei 18 letti di terapia intensiva oggi sono  liberi. Il reparto di Terapia intensiva fin da subito ha collaborato con quelli di Nefrologia e Riabilitazione ortopedica per limitare tutte le gravi complicanze che il coronavirus comporta oltre a quelle respiratorie.

Coronavirus. Sei posti liberi nella terapia intensiva dell'Azienda ospedaliera di Padova

L’Azienda ospedaliera di Padova alla data del 9 aprile, nelle sedi di via Giustiniani e dell’ospedale Sant’Antonio, ha in tutto 1208 pazienti di questi 135 sono positivi al coronavirus.

«È importante ricordare – spiega il direttore sanitario Daniele Donato – che a supporto dell’attività Covid-19 sono state installate 11 tende presso l’edificio di malattie infettive nelle quali, dall'inizio dell'emergenza, sono state visitate 8890 persone».

Ogni giorno sono garanti 1080 interventi circa 70 in meno di quelli che si effettuano in condizioni normali. Inoltre, ogni giorno nascono 8 o 9 bambini.

Non si sono fermati neanche i trapianti

«Dal 21 febbraio – prosegue Donato – sono stati effettuati sei trapianti di fegato, diciannove di rene e un trapianto di cuore».

Ridotte l’attività ambulatoriale passate da 4500 prestazioni al giorno a circa 1500.

«A cinquanta giorni dall’inizio di questa esperienza – racconta Ivo Tiberio, direttore Terapia intensiva – possiamo dire che la pressione inizia a ridursi. In rianimazione disponiamo di 18 posti letto e al momento sei sono quelli liberi».

La collaborazione con il reparto di Nefrologia

Purtroppo i pazienti Covid-19, oltre ad avere gravi insufficienze respiratorie, hanno anche problemi renali dovuti a quella che viene considerata una "tempesta citochimica" ossia l’insieme di molecole infiammatorie che  danneggiano il rene.

«Per questo – spiega Lorenzo Calo’, direttore di Nefrologia – trattiamo i pazienti per tre giorni consecutivi con una depurazione extracorporea che ha l’obiettivo di catturare le molecole infiammatorie. Questo trattamento è stato possibile grazie a una terapia anticoagulante che abbiamo messo a punto».

La collaborazione con il reparto di Riabilitazione ortopedica

Ma i pazienti Covid-19, in terapia intensiva, hanno bisogno, anche, di una riabilitazione neuro-muscolare per tornare al risveglio a poter svolgere le più semplici attività. Per questo l’Azienda ha inserito la riabilitazione tra gli interventi necessari per questi pazienti.

«Ciò vuol dire – spiega Stefano Masiero, direttore Riabilitazione Ortopedica – che dopo un’attenta valutazione mettiamo a disposizione i fisioterapisti che, attraverso un piano di lavoro personalizzato per ogni paziente, passano circa 10 ore al giorno per sei giorni a settimana in terapia intensiva. Ogni paziente esegue due o tre brevi sedute di fisioterapia al giorno: li muoviamo, li sediamo e alcuni li mettiamo anche in piedi con una serie di esercizi che li preparano alla fase di riabilitazione respiratoria».

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