Alunni con disabilità in costante crescita: più diffusi i disturbi mentali

Rapporto Istat "La salute mentale nelle varie fasi della vita". Nell’anno 2016/2017 gli alunni con disabilità sono circa il 3%: la quota più importante è rappresentata dalla disabilità intellettiva. I più frequenti sono i disturbi del comportamento e dell’attenzione, dello sviluppo e della sfera affettiva. Sono 1.064 i ragazzi nelle strutture residenziali.

Alunni con disabilità in costante crescita: più diffusi i disturbi mentali

Le disabilità intellettive sono quelle più diffuse tra gli alunni con sostegno. Lo rivela il rapporto Istat "La salute mentale nelle varie fasi della vita"
Il Piano d’azione per la salute mentale 2013-2020 dell’Oms - spiega il rapporto - dedica particolare attenzione al tema della prevenzione e trattamento dei disturbi mentali dell’età evolutiva, una serie di disturbi legati alla presenza di patologie attinenti l’area della neuropsichiatria infantile. Non vi sono purtroppo fonti a disposizione che consentono di fornire un quadro generale sulla popolazione nell’età evolutiva. Con una certa approssimazione, l'Istat fa riferimento per i disturbi di depressione e ansia cronica grave ai soli minori di 15-17 anni rilevati con l’Indagine europea sulla salute Ehis, mentre per altre problematiche di salute mentale alla popolazione scolastica degli alunni con disagio mentale e agli ospiti con alcuni problemi di neurosviluppo presenti nei presidi residenziali. 
I dati delle Rilevazioni sulle scuole del Miur mostrano un lento ma costante incremento degli alunni con disabilità all’interno delle scuole italiane, soprattutto quelli con disturbi di salute mentale. Nell’anno scolastico 2016/2017 gli alunni con disabilità rappresentano circa il 3% degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado e, in particolare, gli alunni con disabilità intellettiva, pari a due alunni con disabilità su tre, rappresentano la quota più importante. I dati dell’indagine sull’integrazione degli alunni con disabilità, condotta annualmente dall’Istat nella scuola primaria e secondaria di primo grado confermano che anche nelle scuole del primo ciclo l’insieme dei disturbi di tipo mentale è quello più frequente (73%) e maggiormente associato (56%) ad altre forme di disabilità tra gli alunni con almeno un disturbo. Alcuni disturbi sono più diffusi tra i maschi, come ad esempio i disturbi del comportamento e dell’attenzione (21% maschi e 10,1% femmine); i disturbi dello sviluppo (25,7% contro 20,4%) e quelli della sfera affettivo relazionale (17,7% e 14,0%) mentre la disabilità intellettiva è presente maggiormente tra le femmine (52,4% contro 41,9%). 
L’indagine permette di descrivere gli studenti con un disturbo di salute mentale secondo una metodologia condivisa a livello internazionale (Icf) che, in relazione a determinate aree di funzionamento, individua l’eventuale presenza di un problema e la sua gravità. Gli alunni con solo disturbo di salute mentale presentano un problema grave nell’area dell’apprendimento nel 23,2% dei casi: questa percentuale raggiunge il 41,2% se al disturbo mentale si associa un’altra disabilità. Rispetto agli alunni con altre disabilità, emergono differenze nell’area dell’interazione e del tempo libero e nell’eseguire un compito. In particolare, il 18,5% di alunni con solo disturbo mentale presenta un problema grave di funzionamento nell’interazione e tempo libero e questa percentuale sale al 26,2% se al disturbo si sommano altre disabilità, mentre si attesta al 15,8% tra gli alunni con altre disabilità.

In presenza di un disturbo di salute mentale isolato, nel 19% dei casi si osserva un grave problema ad eseguire un compito, contro il 17% degli alunni con altre disabilità. In Italia sono 1.064 i bambini e ragazzi con disturbi mentali dell’età evolutiva ricoverati in strutture residenziali, 11 per 100 mila minori residenti: la quota prevalente è costituita da maschi, che rappresentano il 64% dell’intero collettivo (13 per 100 mila minori maschi residenti). La presenza in strutture residenziali risulta più frequente in età adolescenziale; oltre l’83% di minori ricoverati risulta avere più di 11 anni di età. L’offerta di posti letto in strutture residenziali che accolgono prevalentemente minori con disturbi mentali, è caratterizzata da notevoli differenze territoriali: i livelli massimi registrati nelle regioni del Nord-est, 25 posti letto per 100 mila minori residenti, si riducono considerevolmente nel Mezzogiorno, con un tasso che non supera la soglia dell’11 per centomila. In linea con la normativa vigente, nel nostro Paese gran parte delle residenze per minori sono di piccole dimensioni, con un numero di posti letto inferiore alle 10 unità. Tuttavia, anche in questo caso si riscontrano alcune differenze territoriali: il Mezzogiorno si caratterizza per la più alta quota di strutture di grandi dimensioni (26%) a fronte di un valore medio nazionale del 18%, di contro le regioni del Nord-est si distinguono per la più alta quota di strutture di medie-piccole dimensioni (90%).

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)