Scuola: ancora emergenza disabilità

Il diritto allo studio di molti studenti è leso da ritardi nell’assegnazione degli insegnanti di sostegno e degli altri supporti all’inclusione scolastica e all’apprendimento. Secondo una stima della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish) circa l’80 per cento degli alunni ha cambiato due insegnanti di sostegno nel corso dell’anno, il 48 per cento ne ha cambiati tre, il 15 per cento ne ha cambiati quattro e il 6 per cento addirittura cinque.

Scuola: ancora emergenza disabilità

Ritardi nell’assegnazione degli insegnanti di sostegno e degli altri supporti all’inclusione scolastica e all’apprendimento. Sono solo alcune delle emergenze scolastiche rilevate dalla Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish) in questo inizio di anno scolastico.

Mancanze che ledono il diritto allo studio di molti studenti se si pensa che  secondo un dossier diffuso qualche giorno fa dal Ministero dell’Istruzione nelle scuole statali sono iscritti  245.723 alunni con disabilità (un numero in crescita rispetto allo scorso anno) di questi: 21.434 frequentano la scuola dell’infanzia, 89.029 la primaria, 66.823 la secondaria di I grado e 68.437 la secondaria di II grado. Secondo il Ministero, in quest’anno scolastico, sono previsti 141.412 insegnanti di sostegno. In linea teorica ogni insegnante di sostegno segue mediamente poco meno di due studenti.

Secondo Fish l’azione di sostegno deve essere assunta dall’intero gruppo classe e coinvolgere attivamente gli insegnanti curricolari oltre a quelli di sostegno, tutti però con adeguata formazione e aggiornamento.

«La recente stabilizzazione di circa 13.000 insegnanti di sostegno – spiega Vincenzo Falabella, presidente della Fish – è un intervento positivo e che si aspettava da tempo, ma non sufficiente a garantire la continuità didattica e a fare in modo che tutti gli alunni con disabilità possano, ogni giorno, seguire proficuamente le lezioni. Secondo nostre stime, circa l’80 per cento degli alunni ha cambiato due insegnanti di sostegno nel corso dell’anno, il 48 per cento ne ha cambiati tre, il 15 per cento ne ha cambiati quattro e il 6 per cento addirittura cinque. E per questo anno scolastico non sembra vi siano segnali in controtendenza».

Ma c’è un aspetto ancora più grave: «Solo una parte degli insegnanti di sostegno è in possesso di specifica abilitazione e quindi dimostrata formazione. Questo è un problema che persiste anche in questo anno scolastico. Accettereste che l’insegnante di inglese di vostro figlio non conosca quella lingua?»

Il fronte è ancora quello dell’assistenza all’educazione, alla comunicazione e al trasporto scolastico, affidati agli Enti locali.

«Paghiamo ancora – prosegue Falabella  – lo strascico della riforma che ha soppresso le Province e dei conseguenti coni d’ombra, incertezza di risorse, ricadute operative e organizzative che ancora influenzano fattivamente la reale inclusione. Di fatto un numero significativo di alunni con disabilità inizia l’anno scolastico senza quei sostegni».

E un ultimo dato riguarda le barriere presenti in troppe scuole. Secondo la Corte dei Conti, per l’anno scolastico 2017-2018, su un totale di 39.847 edifici attivi, più di 10.000 non erano in regola con la normativa sulle barriere architettoniche. Non a norma, in particolare, risultavano le scale e i servizi igienici, soprattutto nelle scuole del Mezzogiorno, oltre ad una generale scarsa presenza di segnali visivi, acustici e tattili nelle scuole di tutto il territorio nazionale.

«Queste e altre emergenze – conclude il presidente  Fish – che comprimono in modo irricevibile il diritto allo studio devono essere affrontate tempestivamente e con determinazione. Chiediamo al Ministro dell’Istruzione la convocazione immediata dell’Osservatorio per l’inclusione scolastica. Alle famiglie chiediamo di segnalare lacune, ritardi e violazioni perché solo grazie ad un’azione diffusa e condivisa si può accelerare il cambiamento».

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Fonte: Comunicato stampa