A scuola in ospedale. "Aiutiamo i bambini a uscire dall’ospedale, con la mente, la fantasia, lo studio"

Da 45 anni a Padova, nella Clinica pediatrica dell’Azienda ospedaliera di Padova, dove i bambini sono ricoverati per lungo tempo per vari motivi, esiste la scuola in ospedale. L'insegnante indossa un camice, ha la mascherina davanti alla bocca, ma dolcezza, pazienza, passione per il proprio lavoro trapelano ugualmente. Elisabetta Ceretti è in ospedale da 22 anni, insegna alla scuola primaria ed è anche responsabile di plesso. La sua classe ha bambini dalla prima alla quinta, il numero varia, a seconda della terapia, delle condizioni fisiche, della guarigione e purtroppo alle volte il posto resta vuoto perché la malattia è stata più aggressiva e il bambino non ce l'ha fatta a vincerla. Queste insegnanti entrano a far parte delle famiglie che in ospedale vivono 24 ore su 24. Condividono gioie e dolori, aiutano i bambini ad uscire dall’ospedale, con la mente, la fantasia, lo studio e per i genitori sono una valvola di sfogo perché mentre i figli sono a scuola possono prendersi due ore di respiro. 

A scuola in ospedale. "Aiutiamo i bambini a uscire dall’ospedale, con la mente, la fantasia, lo studio"
Sono le 8 del mattino. È martedì. Niente sciopero annunciato. Nell’arco di una manciata di minuti suona la campanella in tutte le scuole e gli alunni si accalcano davanti al cancello in attesa di entrare. Le collaboratrici scolastiche vigilano sull’ingresso, affinché nessuno si faccia male. Gli insegnanti attendono di riunire i propri bambini e condurli poi nelle loro classi. Oggi è martedì e la maestra Elisabetta ha indossato il suo camice bianco, abbellito da un fiore di feltro. Ha lo sguardo dolce, occhi chiari, voce...