XXI Domenica del Tempo Ordinario *Domenica 26 agosto 2018

Giovanni 6, 63c-68c

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».

Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».

Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».

Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Con estrema libertà

Il brano di questa settimana ci presenta il finale del capitolo sesto del vangelo di Giovanni. Gesù ha operato la moltiplicazione dei pani e ne approfitta per tenere un lungo discorso su un pane del tutto particolare, il pane del cielo. Anticipa già con enorme dovizia di particolari che ha intenzione di offrire a tutti se stesso sotto forma di pane, per avere un collegamento forte come base del rapporto tra gli uomini e la divinità. Ha detto esplicitamente che si sta per sacrificare perché con questo gesto chiunque possa arrivare alla vita e alla vita eterna. Ha assicurato che questo gesto comunque sarà gratuito, come il gesto della manna nel deserto, ma che a differenza di quello sarebbe durato quanto noi avessimo voluto. Nonostante tutto questo, si trova di fronte a una reazione sconcertante. C’è qualcuno che reagisce a tutto ciò con perplessità.

«Questa parola è dura!» Questa risposta all’improvviso, come una doccia gelida smorza tutto il dipinto brillantissimo che Gesù stava creando. La gente non sta capendo. La gente non sta apprezzando. Ma non i suoi nemici, non quelli che generalmente non lo capivano. No: i suoi discepoli, quelli che lo seguivano affascinati, quelli che avevano vissuto con lui, quelli che di più si erano abituati ad ascoltare le sue parole, perché gli piacevano, perché avevano un senso, perché li invogliavano ad ascoltarne ancora, perché tra quelle parole ne avevano sentita una che sembrava detta proprio per loro. Fino a quel momento, però, perché a quanto pare le parole di Gesù iniziano a essere troppo esigenti, troppo difficili, troppo strane. Capita anche a noi credo ogni tanto di sentire delle parole del Signore come incomprensibili. Ma Gesù non transige. Anzi, diventa ancora più duro: «Guardate che non sto obbligando nessuno. Chi non ci sta può anche andarsene quando vuole…».

Perché Gesù è così duro? Perché sta presentando una esigenza che per lui è fondamentale. Sta chiedendo di aprirsi a una logica del tutto nuova e diversa, un nuovo modo di intendere e fare affidamento allo Spirito. Sta chiedendo di lasciarsi rinnovare completamente nello Spirito. Basta basarsi solamente sulla carne, sull’intelligenza, sulla ragione, è ora di fare affidamento anche sullo Spirito. Questo permette di incontrare Gesù nell’amore. Questo permette di vivere un’esperienza esistenziale coinvolgente al massimo. Il contrario invece genera l’incapacità di tuffarsi dentro questa proposta fatta dal Signore e quindi di poterne approfittare. Perché molti discepoli si presentano da Gesù per dirgli che quelle parole sembravano dure? In realtà le abbiamo ascoltate nelle settimane scorse, ed erano parole bellissime, estremamente affascinanti. Ma erano parole contrarie alle nostre logiche mondane. Il Signore fa questa offerta al suo popolo e apparentemente non chiede niente in cambio. Non dice che avrebbe dato quel pane a chi avesse fatto chissà quali cose. Dice che avrebbe inviato a tutti i credenti quel pane che si sarebbe trasformato in vita divina. 

La logica del dono è del tutto estranea alle nostre logiche mondane. Viene dallo Spirito, ma la nostra carne è abituata alla logica dello scambio, del prezzo. La libertà con cui il Signore decide di impegnare comunque se stesso, senza sapere come sarebbe andata a finire ci sconvolge. Come aveva sconvolto Israele l’alleanza di Sichem proposta come prima lettura. Il Signore lascia il popolo libero di scegliere. Non obbliga a stare con lui. Gli dà addirittura delle alternative. Questa libertà, come le parole di vita eterna di Gesù, è una realtà bellissima, ma per noi spesso spiazzante. Infatti il popolo di Israele lì reagisce bene, però poi non riuscirà a rimanere fedele a quelle parole. La bontà infinita, i gesti di amore gratuiti, le rinnovate concessioni che ci vengono da Dio continuano a essere per noi fronte di preoccupazione, perché probabilmente continuiamo a credere che queste cose uno se le debba meritare con sforzi immani, o che vengano date però pretendendo qualcosa di pesante in cambio. In realtà Dio Padre dice semplicemente “se volete seguirmi, io sono qui”; Gesù dice con tutta tranquillità “se volete andarvene siete liberissimi”.

Noi non siamo capaci di questa libertà assoluta, così facciamo fatica a lasciarci completamente andare. Per questo Gesù insiste molto sullo Spirito. È lui che deve operare in noi perché queste parole inizino ad avere la meglio sulla carne. Che ci terrebbe ancorati al nostro modo di pensare e di interpretare le cose. Come si vede è Pietro che riporta la situazione alla normalità, dicendo che era ben contento di rimanere accanto a Gesù perché le parole che sentiva lì avevano il sapore della vita eterna. Pietro diverse volte tira fuori gli altri da situazioni imbarazzanti, perché pur con tutti i suoi difetti aveva capito la logica dello Spirito. Come quando dichiarerà che Gesù è il Cristo. E infatti lì Gesù riconosce esplicitamente che la comprensione non gli era venuta dalla carne ma era stata un’ispirazione divina. Ci viene chiesto di fidarci di queste belle proposte che ci vengono fatte dal Signore. Il suo unico interesse è che la maggior parte di noi finisca tra le sue braccia. Senza tornaconti. Senza pagelle.

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