Corpi civili di pace, finalmente si parte
Finalmente partono i progetti per il Corpo civile di pace, auspicati da tempo e da poco approvati dal Dipartimento della gioventù e del servizio civile. Dopo oltre due anni di attesa, il ministero ha reso noto l’elenco dei progetti approvati. Sono 20 progetti per circa 106 volontari

Finalmente partono i progetti per il Corpo civile di pace, auspicati da tempo e da poco approvati dal Dipartimento della gioventù e del servizio civile.
Dopo oltre due anni di attesa, il ministero ha reso noto l’elenco dei progetti approvati. Sono 20 progetti per circa 106 volontari, divisi in: 58 giovani per 13 progetti in “aree di conflitto e a rischio di conflitto o post conflitto”, 24 ragazzi per 4 progetti di “emergenza ambientale all’estero” e 24 giovani in 3 progetti di “emergenza ambientale in Italia”.
I Corpi civili di pace sono formati da giovani volontari che partiranno per svolgere azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o post conflitto, a rischio di guerra e nelle aree di emergenza ambientale.
Furono previsti dalla legge di Stabilità del dicembre 2013 grazie a un emendamento presentato da Giulio Marcon, onorevole, attivista impegnato su questi temi. Nel maggio 2015 inizia la fase attuativa, nel dicembre dello stesso anno arriva finalmente il decreto con il quale è approvata la sperimentazione: in pratica le associazioni iscritte agli albi che abbiano svolto almeno tre anni di servizio nelle zone interessate possono scrivere i primi progetti.
Coperti solo metà dei posti disponibili
«Per noi enti di servizio non è stato agevole progettare in questo campo – spiega Primo Di Biasio, coordinatore attività estero della Focsiv (Federazione degli organismi cristiani servizio internazionale volontario) – Invece che partire dai paesi in cui molti sono già attivi con il servizio civile, si è scelto di tenere fuori alcuni paesi e di inserirne altri molto lontani come le Isole Salomone o le Isole Tuvalu in Polinesia. Un altro problema che ha scoraggiato è l’eliminazione di qualunque rimborso per le associazioni delle spese di vitto e alloggio, cosa prevista per il servizio civile all’estero».
La Cnesc (Conferenza nazionale enti di servizio civile), invece, è speranzosa: «La sperimentazione dei Corpi Civili di Pace che dovrebbe porre le basi per una proposta più ampia e strutturata di difesa civile, non armata e nonviolenta in situazioni di conflitto all’estero e in Italia per emergenze ambientali. Una risposta concreta del movimento italiano per la pace alla violenza del terrorismo, a quella strutturale della guerra, con promozione dei diritti umani, lotta alle ingiustizie, all’esclusione culturale e educativa e la difesa dell’ambiente».
Per il bando dei “caschi bianchi” occorrerà attendere; intanto il dipartimento ha avviato l’iter per la formazione di chi dovrà preparare i futuri volontari.
A livello di requisiti, età, ammissibilità, durata, candidatura ed esclusioni sembra essere molto simile ad un bando di servizio civile con la possibile conseguenza quindi che chi ha già svolto il suo anno di Scn non potrebbe partire con i Ccp.