«Un anno indimenticabile, ma non vogliamo fermarci»
Intervista a Laura Teani, portiere del Plebiscito e della nazionale italiana di pallanuoto. Dopo lo scudetto con il suo club, la giocatrice bergamasca di origine ma padovana d'adozione, ha coronato il sogno di vincere il bronzo al mondiale di Kazan in Russia, parando il rigore decisivo nella finale per il terzo posto contro l'Australia.

Questo 2015 rimarrà per sempre nel cuore e nella mente di Laura Teani, portiere della nazionale italiana di pallanuoto femminile e del Plebiscito Padova. Con il club di appartenenza, Laura ha vinto scudetto e coppa Italia mentre, nei recenti mondiali di pallanuoto di Kazan, ha quasi toccato il cielo con un dito quando ha contribuito in modo determinante alla conquista del bronzo, parando il rigore decisivo nella finale per il terzo posto con l’Australia.
Originaria di Bergamo, ma ormai padovana d’adozione viste le sue otto stagioni all’ombra del Santo, tutti gli anni Laura festeggia il compleanno nel frutteto di famiglia, nel Veronese, in una grigliata che è anche occasione di festa per tutte le compagne.
Una stagione indimenticabile per te, quella appena conclusasi con i mondiali in Russia.
«Si, posso dirlo: ho quasi raggiunto il top. È stata una stagione fantastica e sono riuscita a coronare anni di sacrifici, riscattando delusioni e scoramenti. L’appetito vien mangiando e ho raggiunto un traguardo importante anche con la nazionale. Sarà molto difficile eguagliare una stagione come quella appena trascorsa».
A proposito dei mondiali a Kazan, dove hai parato il rigore decisivo nella finale per il bronzo contro l’Australia: che cosa hai provato in quel momento indimenticabile?
«Ero in trance. È stata un’emozione unica, indescrivibile. Non pensavo che il coach scegliesse me per la fase dei rigori: io non sono titolare fissa e quindi la gratificazione è stata immensa».
Perché una ragazza sceglie uno sport duro e temprante come la pallanuoto?
«Il mio è stato un amore a prima vista. Ho iniziato con il nuoto ma poi mi sono innamorata di questa disciplina che prevede un gioco di squadra. La pallanuoto è faticosa ma anche divertente. Non ti nascondo che nei contrasti sott’acqua, noi donne siamo anche più aggressive dei maschi».
A 17 anni hai lasciato Stezzano e la tua famiglia per trasferirti a Padova: la tua è stata una decisione tutt’altro che facile...
«I primi tempi sono stati duri: ero molto giovane e la mia famiglia, gli amici mi mancavano. I miei genitori, però, mi hanno sempre spronato a non mollare e a credere costantemente in me stessa e nei miei mezzi. Il successo è arrivato e ora ringrazio i miei per avermi sempre sostenuta».
Vedi Padova in grado di replicare la grande stagione appena conclusa?
«Siamo i detentori del titolo e quindi partiamo tra i favoriti. La rivale più temibile per lo scudetto sarà Messina, la squadra che abbiamo battuto in finale di coppa Italia. Le siciliane potranno schierare tra i pali il portiere titolare della nazionale Giulia Gorlero, prelevata dall’Imperia. Cosenza potrebbe essere l’outsider».
«Quando la ferita brucia, la tua pelle si farà»...
«Si tratta di una frase coniata da Ligabue in una delle sue canzoni. Io sono una sua grande fan e sono d’accordo con lui: dopo una sconfitta o dopo una delusione, bisogna saper ripartire con grinta e determinazione, guardando sempre avanti».