L'appello di Francesco per “convertire i cuori” dei fondamentalisti

Al termine dell'udienza del mercoledì, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana, il Papa ha ricordato i tragici attentati di Bruxelles e ha chiesto la "condanna dei crudeli abomini" e la preghiera per "convertire i cuori di queste persone accecate dal fondamentalismo crudele".

L'appello di Francesco per “convertire i cuori” dei fondamentalisti

Maria, “prima credente”, “icona” del Sabato Santo, “giorno del silenzio” in attesa della Risurrezione.
Giuliana di Norwich, “una ragazza analfabeta” a cui Gesù rivela: “Se potessi soffrire di più per te, lo farei”. Parlando ai circa 20mila fedeli presenti mercoledì 23 marzo in piazza San Pietro, il Papa cita due donne e intreccia Passione e Resurrezione per illustrare ai fedeli il Triduo Pasquale, tre giorni in cui “tutto ci parla di misericordia”.

All’insegna della misericordia è anche l’appello finale, in cui Francesco ricorda i tragici attentati di Bruxelles e chiede ai fedeli un supplemento di preghiera per “unirsi nell’unanime condanna di questi crudeli abomini che stanno causando solo morte, terrore o orrore” e “convertire i cuori di queste persone accecate dal fondamentalismo crudele”.
“Con cuore addolorato ho seguito le tristi notizie degli attentati terroristici avvenuti ieri a Bruxelles, che hanno causato numerose vittime e feriti”, esordisce il Papa prima di salutare i fedeli di lingua italiana: “Assicuro la mia preghiera e la mia vicinanza alla cara popolazione belga, a tutti i familiari delle vittime e a tutti i feriti. Rivolgo nuovamente un appello a tutte le persone di buona volontà per unirsi nell’unanime condanna di questi crudeli abomini che stanno causando solo morte, terrore o orrore”.
“A tutti – l’appello di Francesco – chiedo di perseverare nella preghiera e nel chiedere al Signore, in questa Settimana Santa, di confortare i cuori afflitti e di convertire i cuori di queste persone accecate dal fondamentalismo crudele, per l’intercessione della Vergine”. Dopo la recita dell’Ave Maria insieme al popolo della piazza, il Papa chiede ai presenti un supplemento di preghiera: “Adesso, in silenzio, preghiamo per i morti, per i feriti, per i familiari e per tutto il popolo belga”.

Tutta dedicata al Triduo Pasquale la catechesi, in cui il Papa ricorda che nei prossimi tre giorni “tutto ci parla di misericordia”.
Nel Giovedì Santo, giorno dell’istituzione dell’Eucaristia e della lavanda dei piedi – alla quale da quest’anno, per volere di Francesco, sono ammesse anche le donne -, Gesù vuole “sfamare ogni uomo, soprattutto i più deboli”. Con la Croce del Venerdì Santo, Gesù intende “abbracciare tutti gli uomini, nessuno escluso”. Sabato Santo è il giorno del silenzio, e l’icona da seguire è quella di Maria, “la prima credente”, in attesa della Risurrezione.

“Il Giovedì Santo Gesù istituisce l’Eucaristia, anticipando nel banchetto pasquale il suo sacrificio sul Golgota”.
Nel primo giorno del Triduo Pasquale, “per far comprendere ai discepoli l’amore che lo anima lava loro i piedi, offrendo ancora una volta l’esempio in prima persona di come loro stessi dovranno agire”: “L’Eucaristia è l’amore che si fa servizio, è la presenza sublime di Cristo che desidera sfamare ogni uomo, soprattutto i più deboli”.

“Il Venerdì Santo è il momento culminante dell’amore”.
Così il Papa definisce la morte di Gesù, che “sulla croce si abbandona al Padre per offrire la salvezza al mondo intero, esprime l’amore donato sino alla fine, senza fine”.
“Un amore che intende abbracciare tutti, nessuno escluso”.

“Sabato Santo deve essere un giorno di silenzio, e dobbiamo fare di tutto perché per noi sia proprio una giornata di silenzio, come è stato in quel tempo: il giorno del silenzio di Dio”.
“Ci farà bene”, dice Francesco a braccio, “pensare al silenzio della Madonna, la prima credente, che in silenzio era in attesa della Resurrezione”.

“Questo è il nostro Gesù, che a ognuno di noi ci dice: se potessi soffrire di più per te, lo farei”.

Sono le parole a braccio dedicate a Giuliana di Norwich, “una ragazza analfabeta che ebbe delle visioni della passione di Gesù e che poi, divenuta una reclusa, ha descritto, con linguaggio semplice, ma profondo e intenso, il senso dell’amore misericordioso”.
Nel ricordare la figura della mistica, il Papa cita per intero uno dei suoi dialoghi: “Allora il nostro buon Signore mi domandò: ‘Sei contenta che io abbia sofferto per te? Io dissi: ‘Sì, buon Signore, e ti ringrazio moltissimo; sì, buon Signore, che Tu sia benedetto’. Allora Gesù, il nostro buon Signore, disse: ‘Se tu sei contenta, anch’io lo sono. L’aver sofferto la passione per te è per me una gioia, una felicità, un gaudio eterno; e se potessi soffrire di più lo farei’”. “Come sono belle queste parole!”, il commento di Francesco: “Ci permettono di capire davvero l’amore immenso e senza confini che il Signore ha per ognuno di noi”.

“Lasciamoci avvolgere da questa misericordia che ci viene incontro”, l’invito per il Triduo Pasquale
“E in questi giorni, mentre teniamo fisso lo sguardo sulla passione e la morte del Signore, accogliamo nel nostro cuore la grandezza del suo amore nell’attesa della Risurrezione”.

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Fonte: Sir