Graziano Bellìo (serd Castelfranco): "Ma al gioco legale accedono tutti..."
Video lottery, gratta e vinci e scommesse sportive sempre più in ascesa tra i giovani. Secondo Graziano Bellìo, direttore del serd di Castelfranco Veneto e consulente scientifico del piano regionale del Veneto, è necessario diversificare e personalizzare gli interventi per poter adottare una metodologia specifica a secondo degli utenti.
«Mentre nelle bische clandestine accedono solo alcune persone, nel gioco d’azzardo legale accedono tutti, dalle casalinghe agli anziani. E fare prevenzione diventa estremamente complesso perché sono attività assolutamente legali che portano a un livello dipendenza di diffusione sempre più elevato ed accessibile». La considerazione delol psichiatra Graziano Bellìo, direttore del serd di Castelfranco Veneto e consulente scientifico del piano regionale del Veneto, fotografa le insidie che hanno reso difficoltoso, fino a oggi, la stesura di un programma uniforme e concreto.
Il Veneto è una delle regioni, tra quelle del Nord, con la più alta problematicità legata alla ludopatia; ampiamente diffuse le slot machine e le vlt, le cosiddette video lottery, tra le trappole “acchiappa-soldi” sta prendendo sempre più piede la scommessa online, soprattutto quella sportiva, che accalappia maggiormente i giovani, potenzialmente i più esposti.
«Hanno una problematicità che è doppia rispetto agli adulti – prosegue Bellìo – il che non significa che spendono il doppio dei soldi anche perché non hanno reddito, ma sfruttano canali più facili da raggiungere. La scuola è un settore privilegiato dove poter lavorare sull’educazione, ma possiamo intercettare solo una parte di loro perché poi molti entrano nel mondo del lavoro e sono quelli che hanno i soldi da spendere».
L’approccio diretto attraverso un percorso personalizzato è una delle strategie che, a lungo termine, risulteranno più efficienti. Per anziani, donne e altre fasce della popolazione a rischio è necessaria una metodologia specifica così come per gli individui afflitti da comorbilità, ovvero coloro che manifestano la coesistenza di più patologie diverse: «Da diversi anni chi si rivolge ai centri ha disturbi dell’attenzione o un certo grado di debolezza mentale. È necessario – conclude Graziano Bellìo – una terapia mirata anche per chi, per esempio, ha il morbo di Parkinson perché si fa uso di farmaci che hanno un’azione facilitante per i comportamenti compulsivi».