Rio 2016, Alex Zanardi testimonial planetario: «Quella foto è nel mio cuore»

Il Comitato paralimpico internazionale ha scelto l’immagine simbolo dell’atleta azzurro che solleva la sua handbike con un braccio per invitare il mondo a vivere le emozioni delle Paralimpiadi. 

Rio 2016, Alex Zanardi testimonial planetario: «Quella foto è nel mio cuore»

È stato e resta tuttora uno degli atleti paralimpici più conosciuti al mondo, uno dei testimonial più importanti dell’intero movimento paralimpico. Grande protagonista a Londra e ora atteso anche a Rio de Janeiro. Eccola, l’immagine simbolo di Alex Zanardi, che il Comitato paralimpico internazionale ha scelto di riproporre sul suo canale Facebook a pochi giorni dalla cerimonia di apertura dei Giochi brasiliani: l’atleta azzurro che solleva la sua handbike dopo aver vinto l’oro nella cronometro individuale categoria H4.

Uno dei momenti simbolo della Paralimpiade londinese, un’immagine che fece il giro del mondo e che l’Ipc richiama ora alla memoria di tutti,  proiettandosi nell’immediato futuro e domandandosi quale sarà invece il momento più memorabile di Rio 2016. L’handbike che Zanardi solleva felice verso il cielo è uno dei momenti che lo stesso atleta azzurro – che di vittorie sportive nella sua vita ne ha vissuto parecchie – ricorda con più felicità. Lo ha ricordato lui stesso durante l’intervista realizzata per il progetto “Memoria Paralimpica”, che Redattore sociale ha realizzato nei mesi scorsi per conto del Cip e che è disponibile integralmente su www.memoriaparalimpica.it.

«Londra – dice l’azzurro nell’intervista - è stata un’esperienza magnifica, fantastica, che si è conclusa nel migliore dei modi con Zanardi che alza la sua handbike con una mano sola. Un gesto fotografato e non per nulla pensato, ma estremamente efficace: il giorno dopo presi in mano una copia del giornale, che credo fosse il Times, che aveva questa foto enorme in prima pagina e ne fui immediatamente colpito perché, non fossi stato io il soggetto ritratto, avrei detto: "È bellissima questa foto, foto più bella non potevano scegliere, perché è molto rappresentativa". Eppure io quella cosa l’ho scorta in quell’immagine solo dopo averla vista a mia volta, non l’avevo affatto pensata nel momento in cui avevo pensato di tirare su l’handbike, io ero solo felice per ciò che ero riuscito a fare. Sono stato il protagonista, anche se in modo involontario, di un gesto che ha lasciato il segno, non tanto per quello che rappresentava tecnicamente e sportivamente parlando, ma in modo più ampio come espressione del sentimento paralimpico che a Londra è stato diverso, soprattutto nella percezione di chi ci ha guardato, perché credo che lo sport paralimpico sia stato definitivamente sdoganato a Londra. Essere diventato in qualche modo – ha conclude Zanardi - non l’emblema (perché ci sono state altre imprese meravigliose che devono essere raccontate) ma uno degli emblemi di quella Paralimpiade, è una cosa che resterà per sempre parcheggiata nel mio cuore».

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)