A Innsbruck "Sing it for freedom", una serata-concerto per "cantare la libertà". Un canto di libertà nella notte

Un'iniziativa tra le centinaia in programma per l’edizione 2019 de “La lunga notte delle chiese” il prossimo 24 maggio

A Innsbruck "Sing it for freedom", una serata-concerto per "cantare la libertà". Un canto di libertà nella notte

Alle volte è necessaria una nuova canzone in una “lunga notte” per decidere varcare la soglia di un luogo che con il tempo è divenuto sconosciuto. Nel cuore della notte può nascere un canto che è espressione di ringraziamento per una vita felice, o si possono intessere le note di una melodia che porta consolazione. San Paolo racconta che mentre si trovava in prigione, insieme ai suoi compagni ha iniziato a intonare nel cuore della notte canti di lode. E all’improvviso ecco che le catene che lo tenevano imprigionato cadono a terra e le porte della cella si aprono. Un nuovo canto lo ha liberato dall’impotenza. Vi auguro una notte piena di suoni e di sorprese”. Così, il vescovo di Innsbruck, mons. Hermann Glettler, presenta l’edizione 2019 de “La lunga notte delle chiese”, in programma il prossimo 24 maggio. Sulla pagina Facebook dedicata alla manifestazione – che torna anche quest’anno in Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia e Alto Adige – l’annuncio delle centinaia di iniziative che saranno proposte, per una notte, in tante chiese del vecchio continente.

Protagonista di una di queste iniziative sarà Elisabeth, una donna che ha le sette note del pentagramma intrecciate nella catena del suo Dna. Così intrecciate che è proprio grazie alla musica che lei oggi può “cantare per la libertà”. Una musica, quella che ha segnato la storia della sua famiglia, arrivata proprio nel cuore della notte per portare libertà.

“Do se do qualcosa a te/ re è il re che c’era un dì/ mi è il mi per dire a me/ fa la nota dopo il mi/ sol è sole in fronte a te/ la se proprio non è qua/ si per poi non dire no/ e poi si torna al do”.

Chi non ricorda il celebre motivo intonato da Julie Andrews in “Tutti insieme appassionatamente”?

Elisabeth l’ha imparata quand’era ancora molto piccola. A insegnargliela è stato papà Werner. Werner von Trapp. Uno dei sette figli di Georg e Agatha von Trapp.

Ex comandante di sottomarini ed eroe della prima guerra mondiale, il barone Georg von Trapp, poco dopo essere rimasto vedovo, affida nel 1926 a Maria Kutchera, giovane novizia del convento di Nonnberg a Salisburgo, l’incarico di educatrice dei suoi figli. Maria che aveva fatto parte della Jungschar (l’Acr), passando di paese in paese, aveva raccolto un gran numero di canti popolari. Accompagnandosi con la sua chitarra, Maria inizia ad intrattenere i ragazzi facendoli cantare in coro. Anche questo farà sì che tutta la famiglia si trasformi in un gruppo affiatato, di cui la stessa Maria entrerà a far parte. Nell’autunno del 1927 Maria sposa Georg. Iniziano undici anni spensierati, che saranno allietati dalla nascita di due figlie, Rosmarie e Eleonore (Lorli). I ragazzi diventano grandi, ma la famiglia Trapp rimane molto unita con l’aiuto di Maria che continua a fare cantare in coro i suoi figli. E sarà proprio la musica a salvare la famiglia dai nazisti, come racconta il film “Tutti insieme appassionatamente”.

Maria e Georg von Trapp con i loro nove figli scappano prima in Italia e poi negli Stati Uniti, dove divengono famosi come i “Trapp Family Singers”. Terminata la guerra, per molti anni viaggiano in tutto il mondo, portando con la loro musica un messaggio di libertà, speranza e amore. Il gruppo si scioglie sul finire degli anni Cinquanta. Werner diviene agricoltore, ma non abbandona la chitarra. Ed Elisabeth cresce nel Trapp Family Lodge a Stowe, nel Vermont, con la chitarra di papà Werner, che ben presto diviene la sua.

Quella stessa chitarra che Elisabeth suonerà venerdì prossimo, nel Sacellum, la cappella barocca dell’antica università di Salisburgo, dove sarà ospite de “La lunga notte delle chiese” con “Sing it for freedom”, una serata-concerto per “cantare la libertà” e raccontare la storia della sua famiglia, costretta a emigrare per sfuggire alla guerra e aver salva la vita.

Irene Argentiero

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Fonte: Sir